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Perchè stiamo tutti male? A Prato uno studio collettivo sull’infelicità

Al teatro Fabbrichino dal 29 gennaio al 3 febbraio va in scena lo spettacolo di Riccardo Goretti, Stefano Cenci con le musiche dal vivo di Colapesce

Dal 29 gennaio al 3 febbraio al teatro Fabbrichino di Prato va in scena ‘Stanno tutti male Studio collettivo sull’infelicità individuale’. Lo spettacolo è stato scritto da Riccardo Goretti e Stefano Cenci a partire dai contributi inviati spontaneamente dalla gente attraverso i social e vedrà la partecipazione straordinaria del cantautore siciliano Colapesce.  

Ciao Riccardo, il vostro spettacolo parte dal presupposto che tutti stanno male per un motivo o per un altro, giusto?
L’idea mi è venuta ascoltando una canzone di Lorenzo Urciullo (Colapesce) che si intitola ‘Quando tutto diventò blu’, in cui parla di una persona che sta male e non capisce perché, non riesce a trovare un rimedio per questo ‘male’, ansia, disagio diffuso. Descrivendo una persona ben precisa secondo me lui ne stava descrivendo tante, secondo me c’erano tante persone che conoscevo che condividevano uno o due tratti della persona che lui stava descrivendo, quindi ho pensato: forse c’è più gente che sta male rispetto a quella che sta bene. Poi ho iniziato a pensare a tutte le persone che ho intorno, gente della mia età che è ancora precaria con il lavoro, o che non sa se vuole avere figli o no e poi è troppo tardi, tutta una serie di guai che sta passando il genere umano in questa precisa fase del mondo occidentale.

Per la realizzazione di questo spettacolo avete chiesto tramite i social di inviarvi contenuti video, audio o scritti sul perché si sta male. Sono curiosa di sapere qual è stato il risultato, quali sono i motivi più frequenti per cui ‘si sta male’?
Sinceramente mi ha stupito, a tutt’oggi nel maledetto 2019 la stragrande maggioranza di quelli che ci hanno scritto stanno male per amore. Io penso che sia perché è un male a cui è più facile dare un nome, e su cui si ha più voglia di sfogarsi. È il classico meccanismo per cui quando ti capita una delusione amorosa cerchi di parlarne a più persone possibili. Quindi tante dei messaggi che ci sono arrivati descrivono catastrofi d’amore spesso associate anche al fatto che tanta gente deve andare via dal proprio paese per lavorare. Non è più come una volta che trovavi il lavoro a 15 chilometri da casa e c’erano molti meno pendolari, invece ora succede più spesso, è normale.

Come avete proceduto alla costruzione dello spettacolo?
Da lì abbiamo cercato di mettere tutti insieme gli elementi che avevamo tra quello che ci hanno mandato e quello di cui volevamo parlare fin da prima dell’indagine e ci è sembrato giusto ambientare lo spettacolo in un Karaoke Bar. Abbiamo pensato che è un posto dove si coniugano abbastanza facilmente disperazione tragicomica e la musica di Lorenzo a cui sarà affidato grande parte del discorso sulla frustrazione, perché lui interpreterà uno che non ce l’ha fatta nella vita.

Com’è nata la collaborazione con Colapesce?
Lui mi aveva visto in scena a Catania e conosceva Stefano Cenci perché lui gestisce un festival a Soliera in provincia di Modena, che si intitola ‘Arti vive’ e l’aveva chiamato a suonare tanti anni fa, in quell’occasione io lo avevo visto per la prima volta. Quindi c’è stata una triangolazione felice di gente che si stimava a vicenda ed è un progetto che l’ha interessato da subito. Lorenzo prova sempre un sacco di roba nuova, ha voglia di misurarsi con cose diverse.

C’è un contributo in particolare tra quelli che vi hanno inviato che vi ha stupiti?
C’è un ragazzo che ci ha raccontato una storia meravigliosa e tristissima, di difficoltà per stare insieme alla sua ragazza perché lui era dovuto andare a lavorare in Inghilterra e lei in Francia. Poi a metà di questa storia ci ha raccontato come erano riusciti a tornare insieme, per poi scrivere nelle ultime due righe che l’ultima parte della storia era totalmente inventata. Aveva avuto la voglia di raccontarsi da solo una favola che finiva bene, ma poi alla fine non ce l’ha fatta e ci ha detto la verità. E’ stato bello, me lo sono immaginato questo ragazzo che almeno nella mail voleva rimettere le cose a posto. Sono cose che alla fine fanno bene, nonostante facciano male.

Forse con questo spettacolo troveremo un modo per stare tutti meglio?
Beh mi sembra un obiettivo un po’ eccessivo, noi sicuramente siamo tre persone che amano molto ridere e lo spettacolo sicuramente farà ridere.

Per informazioni:
https://ticka.metastasio.it/

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