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Brunello, boom del rosso di Toscana. Vittorio Sgarbi: ‘Il vino è arte’

Annata 2015 senza pari. Richieste record da metà novembre: 5 milioni di fascette, ovvero circa metà della produzione annuale a cinque stelle che conta 10 milioni di bottiglie. I prezzi all’estero

Lectio di Vittorio Sgarbi sul Brunello

Il Brunello di Montalcino è tra i vini che “comandano” le wine-list dei ristoranti di New York, San Francisco e Londra, con prezzi medi da 320 a oltre 400 dollari a bottiglia. È quanto emerge dall’analisi Nomisma Wine Monitor presentata a “Benvenuto Brunello”, kermesse in corso a Montalcino (Siena). La ricerca, realizzata su tre città chiave in due paesi, Usa e Regno Unito, leader nell’import di vino con oltre 9 miliardi di euro e dove l’on trade supera a valore in media il 40% dei consumi, ha preso in esame le carte dei vini di 850 ristoranti.

Un appuntamento cui ha partecipato anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi, che ha aperto a Montalcino la quattro giorni dedicata al Brunello con la lectio magistralis “Un’annata ad opera d’arte”. «Una volta c’erano artisti come Michelangelo e Giotto, e i contadini facevano il vino: questi geni oggi non ci sono più e hanno lasciato il posto a sedicenti artisti» ha detto Sgarbi. «Per contro l’arte la troviamo tra i produttori di vino, in una sorta di evoluzione psicologica e culturale di valori normalmente riferiti solo all’arte, ora espressi in maniera equipollente dal mondo del vino. Certi nostri prodotti sono universali e rappresentano un’unica identità di civiltà e di cultura».

Tornando alla ricerca, tra le grandi denominazioni rosse il Brunello è al terzo posto a New York con un prezzo medio fissato in 382 dollari a bottiglia e 1965 etichette, una presenza al 57 per cento nei 350 locali selezionati, dato che sale in assoluto al 28 per cento se riferito alla ristorazione di fascia medio alta dove si spendono oltre 60 dollari a pasto.

Di 319 dollari il prezzo medio a San Francisco, piazza di riferimento dei vini della Napa Valley, con una presenza nei ristoranti al 46 per cento e un totale di 312 etichette. Dato che in assoluto arriva al 25 per cento nella ristorazione di fascia medio alta con pasti oltre i 60 dollari.

A Londra, invece, la concorrenza francese al Brunello – decimo posto – è feroce con quattro denominazioni rosse nella top 10, anche se rimane alto il prezzo medio fissato in 339 sterline e 396 etichette presenti. L’incidenza media Oltremanica nelle carte dei vini del Brunello di Montalcino è del 36 per cento con un rialzo fortissimo nei ristoranti di lusso.

«Dalla seconda metà di novembre abbiamo registrato una richiesta di fascette pari a 5 milioni, una quantità eccezionale che solo in parte è legata alla corsa alle scorte sui possibili dazi aggiuntivi Usa». Lo ha detto Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino. Un dato che equivale a circa la metà dell’intera produzione a cinque stelle 2015 e stimata in 10 milioni di bottiglie.

«Una componente fondamentale è stata l’annata che ha avuto giudizi eccellenti da parte della critica internazionale e che ha elettrizzato il mercato» ha spiegato Bindocci. «Oltre al boom Usa – che vale il 30 per cento del mercato – registriamo un’impennata di ordini anche verso il Canada e dal Regno Unito mentre è dato in ripresa il mercato tedesco’. Vogliamo pensare – ha concluso il presidente Bindocci – che sia l’anno giusto nel momento giusto».

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