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L’azienda della famiglia Malenchini: una storia lunga 100 anni

Intervista a Diletta Malenchini che ci racconta una passione per la produzione del vino che dura da quasi un secolo

La vocazione della famiglia Malenchini nella produzione vitivinicola risale a più di 100 anni fa. L’azienda oggi in regime di agricoltura biologica si estende per una superficie di 70 ettari di cui 18 sono coltivati a vigneti ed il restante ad oliveto. La passione assieme alle tecniche innovative e all’accurata supervisione dei processi di produzione, sono la base dell’altissima qualità dei prodotti che rispecchiano la vera tradizione Toscana. I vini che nascono su queste colline, sono il frutto del tempo dedicato in questi anni alla scelta dei vitigni, al reimpianto dei vigneti ed al paziente lavoro in cantina. La passione è sempre stata la vera forza motrice della famiglia Malenchini, la cui vocazione è di preservare e valorizzare la cultura agricola di questi luoghi meravigliosi. Situata nel cuore del Chianti Colli Fiorentini, l’azienda agricola coltiva principalmente il Sangiovese, uva tipica del Chianti, oltre a vitigni come il Canaiolo, Merlot e Cabernet Sauvignon, oltre a diecimila olivi che si intrecciano con le vigne, creando un’armonia e una maestosità che solo la campagna del Chianti può regalare.

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Ecco la nostra intervista a Diletta Malenchini

Quando è cominciata la storia della vostra azienda?
Nel 1830 i miei antenati comprarono la villa medicea di Lilliano (vicina a Grassina) che diventò la loro casa di campagna. Successivamente il mio bisnonno comprò il terreno adiacente, circa 70 ettari. Tutta la produzione del vino, vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento viene ancora oggi fatta all’interno della villa di Lilliano.

Siete al 100% biologici, come mai questa scelta?
Siamo certificati biologici dal 2017, abbiamo fatto tre anni di conversione e siamo biologici sia sul vino che sull’olio. La decisione nasce dal fatto che chi lavora in agricoltura deve rispettare l’ambiente che lo circonda. Già mio padre vent’anni fa aveva deciso di non utilizzare più pesticidi chimici.

Com’è la vostra linea?
Tutti i nostri vini tranne uno sono a base Sangiovese, l’uva caratteristica della zona Chianti Colli Fiorentini. Abbiamo le riserve, e due IGT contrapposte, una nata nella vendemmia dell’ ’84 Sangiovese e Cabernet Sauvignon e l’ultima che è nata tre vendemmie fa, 100% Canaiolo.

Siete famosi anche per il vostro pregiatissimo vinsanto, come si produce?
Il vinsanto rappresenta la tradizione toscana, si fa come si faceva un tempo con uvaggi 100% Malvasia. Viene fatta la raccolta e l’uva non viene strizzata immediatamente ma stesa su graticci, ad appassire per circa quattro mesi. Durante questo periodo va via l’acqua e quindi c’è una grande concentrazione di zuccheri. Poi avviene la pressatura e viene messo tutto nei caratelli che a differenza delle botti stanno in un posto molto freddo d’inverno e molto caldo d’estate, nel sottotetto. Vengono aperti dopo quattro anni e ogni caratello ha una caratteristica diversa. Vinsanti diversi vengono assemblati, viene fatto un blend e poi si passa a imbottigliare. Pensa che dalla vendemmia all’imbottigliamento si perde circa l’80% per cento del prodotto. Questo è il motivo per cui il vinsanto non viene prodotto in grande scala.

Per informazioni:
www.malenchini.it

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