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Gli Handshake al Glue presentano ‘An Ice Cream Man on the Moon’

Sabato 25 gennaio si terrà il release party per il debutto discografico della band fiorentina, ecco la nostra intervista

Handshake

Pronti alla pubblicazione del loro disco d’esordio “An Ice Cream Man on the Moon” per Urtovox rec gli Handshake sono già al lavoro per la data zero del tour di presentazione dell’album che partirà dal Glue di Firenze il prossimo 25 Gennaio. Dopo i classici ascolti “colti” ed assolutamente non rinnegabili come Pink Floyd, The Beatles e Radiohead, gli Handshake ascoltano e si lasciano affascinare da tutto ciò che di più sincero e vero hanno da offrire i nostri tempi, come gli ultimi album di St. Vincent, Arctic Monkeys e Djo, uniti a precedenti certezze come Tame Impala, Pond e Verdena. Sono queste le vibrazioni che hanno contribuito a far nascere “An Ice Cream Man on the Moon” in un’atmosfera resa calda e magica da Samuele Cangi (produttore artistico di tutti i brani) e dal Blue Moon Rec Studio di Firenze.
Testi in lingua inglese, tanta energia e coinvolgimento emotivo sono le parole chiave di questa band nella quale coesistono psichedelia pop ed elettronica, alternative rock anni ‘90 dotato di riff energici ed efficaci e bellissime melodie per un risultato più che credibile e “catchy” fin dai primi ascolti. 
“The Importance of Being a Penguin” è il primo singolo estratto dall’album e rilasciato su tutte le piattaforme il 28 Giugno 2019, seguito da un iconico videoclip dove il protagonista, un pinguino, si perde nella meravigliosa Londra durante una giornata da turista. Il video è stato premiato al Summer Contest 2019 di Qube Music, leader tra le riviste online del mondo della musica

Ciao ragazzi! Iniziamo subito dal titolo del vostro disco ‘An Ice Cream Man on the Moon’ che ricorda delle atmosfere oniriche, un sogno che avete fatto forse?
Il sogno in realtà è la copertina, perchè magicamente riesce a rendere il tutto onirico e positivo in qualche modo. Il concetto alla base in realtà proviene da un sentimento piuttosto negativo: ovvero quello di darsi costantemente da fare e mettercela tutta per un qualcosa che poi alla fine non viene mai recepito nel modo giusto. Fare musica in una via puramente artistica e passionale per quasi chiunque è impossibile, la musica è un prodotto commerciale a tutti gli effetti ed è da getirsi, e quasi da concerpirsi, come tale. Chi vuole farlo esclusivamente con sentimento non ha troppo modo di farsi notare e quindi non viene visto: proprio come un gelataio vestito di bianco sulla luna bianca.

Il vostro sound è profondamente british, si percepisce da ogni singola nota, dovete aver ascoltato tanto la musica made in England
Siamo cresciuti con la musica inglese, anche americana ma sicuramente meno. Ognuno di noi ha avuto il suo percorso formativo, anche piuttosto diverso. Ora che siamo grandi e che suoniamo insieme, molti dei nostri gusti e spunti sono arrivati a collimare, ed è anche questo che ci fa stare bene come gruppo ed artisticamente: compresenza di una divesità comunque coerente ed affiatamento.

Il video del primo singolo dell’album “The Importance of being a Penguin”  è stato premiato la scorsa estate al Summer Contest di Qube Music. Raccontateci un po’ com’è nato, da chi è nata l’idea del pinguino che se ne va a zonzo per Londra?
Per quanto riguarda The Importance of Being a Penguin, tutto è nato abbastanza spontaneamente. Giulio, il cantante, scrive i testi e per lui il pinguino era un’altra immagine simbolica simile a quella del gelataio. Udita la parola ‘’Penguin’’ all’interno di un testo, per Lorenzo e Tommaso non ci sono stati dubbi: il pinguino sarebbe stato il protagonista assoluto del videoclip. La realizzazione la dobbiamo a Lorenzo, che vive a Londra e che lo ha realizzato interamente in un giorno, aiutato dal nostro amico Gianluca degli Hostage (gruppo bomba, ascoltatelo). Il Pinguino passeggia per Londra come un normale turista, e pian piano, durante la giornata, riprende coscienza della sua naturale essenza e dei suoi limiti all’interno di una società fredda e confusionaria, cercando disperatamente di essere uno stimolo per l’immaginazione e la fantasia delle persone, che spesso, eccetto pochi, non sembrano neanche notarlo.

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Tra pochi giorni potremo ascoltare il vostro nuovo disco, quando e come l’avete composto? 
Il disco è frutto del lavoro degli ultimi due anni: prima a casa, poi in sala prove e infine per lungo tempo al Blue Moon Rec Studio con Samuele Cangi che è il nostro producer ma anche fratello maggiore acquisito e jolly assoluto per il progetto Handshake. Musicalmente è incluso in esso il nostro combiamento compositivo e di produzione, l’evolversi dei nostri gusti e della nostra espressività. Concettualmente c’è tutto quello che siamo: la voglia di essere diretti e d’impatto, la paura di non riuscirci abbastanza, il tormento della sincerità espressiva e l’abbandono ai pochi canoni che ci piacciono. Nei fatti troverete, psichedelia, potenza, leggerezza, atmosfere oniriche, brani pregni di parole ma anche altri lunghi o strumentali; qualche sfumatura elettronica, molti synth e tante chitarre. Insomma, tutto quello che ci è passato per la testa e che poteva farci star bene realizzarlo.

Siete nati nel così detto underground fiorentino, esiste davvero una scena fiorentina di band secondo voi?
La scena fiorentina esiste, ed è anche molto interessante. È eterogenea. È forse lasciata un po’ allo sbando ed abbandonata a se stessa, se non fosse per le poche realtà come il DIY Fest e il Rock Contest di Controradio, che grazie alla sua lunga tradizione cerca di fortificarla ed di esportarla, con tutta la sua sincerità e visceralità. Le band ed i progetti ci sono, ma non sono molto coesi e collaborativi: speriamo che la realtà del Blue Moon creata da Samuele possa essere il giusto collante e far sì che Firenze possa tornare di nuovo ad essere un punto di riferimento per la musica underground in Italia.

Sarete in concerto al Glue per la data zero del tour, che show sarà, cosa succederà?
Il lavoro di preparazione è stato serio e curato, anche grazie alla collaborazione con i bravissimi e professionalissimi amici Jacopo Pesci e Andrea (Bugz) D’Amato di Jb Sound. Ci saranno dei bei suoni e delle luci incredibili, ci sarà un sacco di merch nuovissimo di cui siamo molto felici ed il Glue è un locale molto bello. Niente spoiler, l’appello è: venite tutti a vedere!

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