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Coronavirus: il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini è in ospedale

Il sindaco in isolamento volontario dal 10 di marzo ha subito un lieve peggioramento delle sue condizioni di salute 

Coronavirus: il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini è in ospedale

Il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini in isolamento volontario dal 10 di marzo dopo essere risultato positivo al Coronavirus è stato portato in ospedale. Da quanto si legge in un post scritto dallo staff sul suo profilo Facebook ieri sera il sindaco ha segnalato un lieve peggioramento delle sue condizioni di salute ed è stato trasportato in via precauzionale in ospedale, dove sarà trattenuto per ulteriori accertamenti.

Qualche giorno fa aveva firmato l’ordinanza per la chiusura delle mura al pubblico a causa degli assembramenti di persone che continuano ad ignorare le misure di sicurezza segnalate dal Governo. Ecco le sue parole.

“Mai avrei pensato, da Sindaco, di arrivare a firmare un provvedimento così forte e così impattante nella vita e nell’immaginario di ognuno di noi. Da stanotte e per i successivi 10 giorni le Mura di Lucca sono inaccessibili. Chiuse. Impossibilitate ad accogliere persone, a creare assembramenti, a offrire occasioni per sostare insieme, magari in gruppo, gli uni troppo vicini agli altri. Il monumento della nostra città e della nostra storia, il simbolo della nostra libertà e del nostro amore per la bellezza, il luogo di ritrovo, di ispirazione e di socialità per generazioni di lucchesi, per migliaia di turisti, per tantissimi artisti, chiude temporaneamente come simbolo massimo per il contenimento della diffusione del contagio del Coronavirus.
Vi prego, credetemi: se siamo arrivati a prendere un provvedimento di questo tipo significa che la situazione è seria. Non si può più fare in modo che la gente si sposti e si ritrovi tutta nello stesso posto. L’affollamento e il contatto ravvicinato sono pericolosi per tutti noi. Dobbiamo aggiungere anche questa rinuncia all’elenco delle limitazioni, ma lo facciamo per una causa superiore a tutto e a tutti: la salute, il diritto dei malati (di oggi e di domani) a essere curati, la necessità che gli ospedali funzionino bene senza che l’alta e veloce contagiosità del virus li mandi al collasso e che il nostro Paese torni quanto prima a rinascere.
Sarà più bello ritrovarci sulle Mura non appena tutto sarà finito. Sarà come respirare una nuova libertà. Forti della consapevolezza che l’abbiamo conquistata tutti insieme. Tutti noi. Uniti.”

 

 

 

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