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Terremoto in Mugello: in 600 passano la notte fuori casa

Enrico Rossi presidente della Regione Toscana ha chiesto al Governo un piano sicurezza per l’Appennino

Terremoto Mugello

Notte tranquilla nel Mugello, con poche scosse e bassa magnitudo dopo il forte sciame sismico che ha costretto la popolazione a lasciare le case. Una parte degli abitanti, circa 600, ha trascorso la notte ospiti delle strutture allestite dalla protezione civile alla palestra delle scuole di Barberino di Mugello in un posteggio e a Scarperia nei box dell’Autodromo del Mugello dove hanno trovato ospitalità 121 persone. Sono coloro che sono stati evacuati dalle case, dichiarate inagibili o ancora da sottoporre a verifica tecnica. Ma ha dormito fuori anche chi non se l’è sentita di rientrare in casa pur non avendo subito danni.

Riprese intanto nel Mugello, dopo la pausa notturna, le ispezioni dei funzionari dei vigili del fuoco nelle case che possono aver subito danni a causa del terremoto della notte tra l’8 e il 9 dicembre. Le verifiche sono decisive soprattutto dopo che nella notte è stata estesa la zona rossa a Barberino di Mugello. Controlli anche in alcune frazioni del vicino comune di San Piero a Sieve-Scarperia. I vigili del fuoco stanno operando con funzionari provenienti da numerosi comandi provinciali.

“Intorno all’ora di cena in seguito a nuove ed importante verifiche tecniche, si è deciso di chiudere altre vie cittadine”, ha ricostruito il consigliere delegato alla Protezione Civile della Città Metropolitana di Firenze Massimo Fratini in particolare sottolineando che “quando i vigili si sono resi conto che non riuscivano a fare tutte le verifiche che avevano ipotizzato, hanno transennato alcune vie e le hanno rese zona rossa e sono andati a suonare a tutti gli appartamenti per far evacuare le persone e farle dormire fuori”.

“Alla fine – ha proseguito – altre 150 famiglie, pari a circa 380 persone, sono state fatte uscire di casa quindi ci siamo trovati a dover gestire un potenziale carico di 236 sfollati censiti più altri 380 residenti, più coloro che avevano paura di rientrare in casa, pur non avendo avuto danni. È stato uno sforzo immane”, perché all’inizio erano 236 quelli che “dovevano dormire fuori e ci eravamo attrezzati per quel numero lì, con qualche posto in più come cuscinetto”, aggiunge Fratini. “Devo dire che noi abbiamo un sistema di protezione civile e di volontariato veramente eccezionale, perché ci siamo attivati in modo veramente meraviglioso, con decine e decine di volontari che hanno contribuito alla riuscita di questa cosa”.

“Per fortuna – ha precisato Fratini – le persone che si sono presentate non sono state così numerose, in tanti hanno trovato sistemazioni in maniera privata”, da parenti e conoscenti o in alberghi, “ma abbiamo dato da dormire a circa 500 persone, concentrate soprattutto all’autodromo del Mugello, all’interno dei paddock. E questo ci ha consentito di mettere a dormire lì quasi 200 persone, poi alcune palestre sempre di Barberino, poi qualcuno a Candiano, poi a San Piero a Sieve e Scarperia. Abbiamo fatto anche un po’ di decentramento, perché le persone vogliono dormire il più possibile vicino a casa”. I 380 in più fuori casa non sono tecnicamente “‘sfollati’, sono persone invitate a uscire in attesa di approfondimenti. Stamani faranno gli accertamenti tecnici e faranno rientrare quelli che non hanno avuto danni in casa”.

In Mugello dopo il terremoto “la situazione ora è migliore” ma “penso che il Governo dovrebbe lavorare a un grande piano per l’Appennino, un po’ sul modello di quello che abbiamo messo in campo per quanto riguarda le alluvioni”. Ha dichiarato Enrico Rossi, presidente della Toscana. “Non si tratta di andare a investire in un anno 100 miliardi – spiega – Si tratta ogni anno di investire magari un miliardo e consentire di mettere in sicurezza l’Appennino. Ci sarebbero da fare tante cose:la sicurezza del rischio sismico anche per le abitazioni,aiutando i privati a intervenire;la sicurezza di tutti gli edifici pubblici;la sicurezza dell’assetto idro – geologico”. Per Rossi l’Appennino ha importanza decisiva: “Mi batterò per quanto mi resta nel mio impegno di presidente e anche dopo perché l’Appennino sia messo al primo posto con un grande piano di investimenti pluriennale, quindi mettere in sicurezza la popolazione che vive in un territorio così importante per noi.Non si può vivere nella paura:è grande sfida anche questa come quella dei cambiamenti ambientali”.

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