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Il borgo medievale di Montefioralle nell’Olimpo dei Borghi più belli d’Italia

Il piccolo borgo fortificato nel cuore del Chianti è il simbolo dell’Italia nascosta fuori dai circuiti e dai flussi tradizionali

Montefioralle

Il borgo di Montefioralle, nel comune di Greve in Chianti, ha ottenuto l’iscrizione alla rete nazionale che promuove i piccoli grandi tesori d’Italia. L’antico castello è stato riconosciuto simbolo di quell’Italia nascosta, al di fuori dei circuiti e dai flussi tradizionali, che merita di essere valorizzato con un’operazione nazionale di promozione turistica integrata. È stato il presidente dell’Associazione I Borghi più belli d’Italia, Fiorello Primi, a comunicare la buona notizia con una lettera che ufficialmente accoglie la richiesta di inserimento nella rete avanzata dal primo cittadino grevigiano, Paolo Sottani.

Il sindaco Paolo Sottani ha dichiarato: “una delle nostre tre perle, Montefioralle, che affianca Panzano e piazza Matteotti a Greve, si ritrova al centro degli importanti obiettivi di una rete nazionale che tutela, promuove e conserva il patrimonio di monumenti e memoria dell’Italia nascosta”. Montefioralle, con la sua storia, le sue architetture medievali, i vicoli, le piazzette, la chiesa di Santo Stefano, le mura e il Cassero, è un pezzo di quel ricco patrimonio italiano, fatto di storia, cultura, ambiente e tradizioni, degno di entrare nella prestigiosa rete dell’associazione. È un onore per noi far parte della rete dei Borghi più belli d’Italia – ha proseguito Paolo Sottani –  La nuova iscrizione al Club è stata ottenuta dopo che il Consiglio comunale ha adottato una delibera con la quale il Comune si impegnava a riprendere il legame con la rete. Da quest’anno Montefioralle si ritrova al centro degli importanti obiettivi di un’opera collettiva che non vuole solo tutelare e conservare il patrimonio di monumenti e memoria, che costituisce il mosaico di tipicità italiane, ma agisce per valorizzare la vitalità dei piccoli centri e premiare anche chi vi risiede, contrastandone il rischio di abbandono”.

Il nome originario, che si rinviene per la prima volta in un documento del 1115, era MonteFicalle, presumibilmente di origine etrusca, o più semplicemente derivante dall‘abbondanza di alberi da Fico che si trovavano sul colle. Il Castello apparteneva ad una famiglia nobile di origine Longobarda; nel corso della storia appartenne poi ai Ricasoli, a Benci da Figline e infine ai Gherardini, famiglia originaria del Comune di Greve in Chianti. La leggenda vuole che sia passato da Monte Ficalle anche Federico Barbarossa con le sue scorribande. Nel corso del duecento, a sottolinearne l’importanza strategica e la fiorentinità divenne sede della Lega della Val di Greve. Nel 1260, dopo la battaglia di Montaperti in cui i Senesi sconfissero i Fiorentini fu teatro di un inatteso attacco di una squadra di ghibellini contro una famiglia di guelfi che possedeva a Montefioralle alcune case, nei pressi del Cassero. Tra il ‘300 e il ‘400 subì le scorribande e le lotte tra i Grandi Comuni della Toscana per accaparrarsi le zone di confine; nel 1325 venne assediato dalle Truppe di Castruccio Castracani e tra il 1397 e il 1402 subì le incursioni di Alberto da Barbiano.

Il Comune ha puntato negli anni sulla valorizzazione e sul recupero del borgo e delle strutture idealmente collegate al borgo, situate sul cammino che si percorre per raggiungerlo: la Pieve di San Cresci e l’Antico Spedale di San Francesco, oggi Museo di Arte Sacra. Per quanto riguarda il borgo di Montefioralle, oltre all’acquisizione e al restauro della Torre di Guardia, l’amministrazione comunale ha realizzato altri importanti interventi grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e in accordo con la Soprintendenza ai Beni Artistici, Storici e Architettonici di Firenze. In particolare il recupero e consolidamento di gran parte dell’antica cinta muraria, il ripristino di una porzione del selciato in prossimità della porta nord, nonché la ripavimentazione in pietra locale della chiesa di Santo Stefano.

Inoltre è stato realizzato il progetto Slow Road, le vie d’arte del Chianti, un percorso storico naturalistico e artistico realizzato in collaborazione con l’Associazione culturale La Macina di San Cresci, con il coinvolgimento della Regione Toscana, dell’Università degli Studi di Firenze e di alcune aziende artigianali del cotto situate tra Greve in Chianti ed Impruneta. L’obiettivo è la valorizzazione del territorio mediante alcuni interventi di arte contemporanea lungo il circuito che unisce Greve, il Museo di San Francesco, il borgo di Montefioralle e la Pieve di San Cresci.

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