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Il cicloturismo in Toscana si arricchisce con Valdarno Bike Road

Presentato il progetto dell’area ciclabile che valorizza il Valdarno superiore, entrato ora in fase operativa con l’installazione della segnaletica stradale

Valdarno Bike Road - © biletskiyevgeniy.com

Il cicloturismo in Toscana aggiunge un altro prezioso tassello al mosaico della sua offerta: con l’installazione dei cartelli informativi e della segnaletica stradale entra infatti in fase operativa la Valdarno Bike Road, la grande rete di percorsi cicloturistici che valorizza il Valdarno Superiore dando nuova vita a strade secondarie di grande fascino: un totale di 200 km attraverso borghi e paesaggi suggestivi a cavallo tra la piana dell’Arno, le dolci colline del Chianti, i “canyon” delle Balze e le pendici del Pratomagno.

Il progetto è nato dall’idea degli imprenditori valdarnesi Alessio Papi e Francesco Fabbrini e è stato subito sposato dalla Confcommercio aretina. La bike road ha preso spunto dal crescente successo della Marzocchina, la ciclostorica che a settembre 2020 arriverà alla sua ottava edizione. L’obiettivo: promuovere il turismo ecosostenibile creando positive ricadute economiche su tutte le attività turistiche e ricettive bike-friendly e non solo. Un invito a conoscere una parte della Toscana più autentica all’insegna dello “slow living”. 

Il progetto fa leva sulla presenza di molte strade secondarie, bianche e non, che attraversano piccoli borghi e paesaggi di grande bellezza, compreso quell’unicum rappresentato dall’ex area mineraria di Santa Barbara gestita da Enel. L’area sorge vicino all’ex borgo dei minatori di Castelnuovo dei Sabbioni e che è attualmente oggetto di uno dei progetti di riqualificazione più importanti d’Italia in ottica di sostenibilità ambientale, cicloturismo e innovazione. Nel circuito di Valdarno Bike Road saranno comprese anche le oasi naturalistiche in cui sorgono gli invasi e gli impianti idroelettrici Enel Green Power di La Penna e Levane, due importanti opere a livello tecnologico e architettonico che rappresentano un valore aggiunto per l’ecosistema fluviale dell’Arno e per la produzione di energia rinnovabile.

Sei i percorsi attualmente aperti: la Via della Lignite (23 km tra San Giovanni Valdarno e Cavriglia); la Via dei Fossili (26 km tra Cavriglia e Montevarchi nelle aree dove sono state rivenute ossa di animali antichi), la Via dell’Olio (42 km tra le colline di Bucine, Laterina e Pergine Valdarno), la Valle dell’Inferno (29 Km fra Laterina, Pergine Valdarno, Terranuova B.ni e Loro Ciuffenna, all’interno dell’area naturale della Valle dell’Inferno e di Bandella); la Setteponti e il Pratomagno (due percorsi combinati di 29 e 93 km lungo l’antica strada), infine la Via del Fagiolo Zolfino, (22 km nei luoghi di coltivazione di questo prodotto-mito dell’agricoltura valdarnese). Nel 2020 a questi si aggiungerà il percorso delle Due Dighe, in fase di realizzazione in partnership con Enel.

Dopo l’installazione della segnaletica, che si avvale anche di QR Code, tra i prossimi step operativi del progetto ci sono la realizzazione di mappe cartacee e digitali, di una App correlata, oltre ad una maggiore definizione del collegamento con la ciclopista dell’Arno già esistente.

Il cicloturismo rappresenta un segmento in forte crescita: secondo l’ultimo rapporto di Isnart – Legambiente le presenze cicloturistiche rilevate in Italia nel 2018 ammontano a 77,6 milioni, pari all’8,4% dell’intero movimento turistico. Ovvero, oltre 6 milioni di persone hanno trascorso una o più notti di vacanza utilizzando la bicicletta. E le presenze dei cicloturisti sono aumentate del 41% nel quinquennio 2013-2018.

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