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Pisa, la Scuola Sant’Anna inaugura l’anno accademico. Le sfide future: eccellenza e merito

Lectio magistralis dell’economista Salvatore Rossi: “L’Italia ha bisogno di un riconoscimento del talento”. Il professor Dario: “Il Paese impari l’ottimismo dal sistema della ricerca”

Scuola Sant’Anna di Pisa

Inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 per la Scuola Sant’Anna di Pisa. La cerimonia si è tenuta oggi in Aula Magna ed è stata l’occasione per presentare le sfide future per la formazione e la mobilità sociale, la ricerca scientifica su temi di frontiera e il trasferimento tecnologico in grado di produrre un impatto sulla società e migliorare la qualità della vita.

La lectio magistralis è stata affidata a Salvatore Rossi, economista ex direttore generale della Banca d’Italia, presidente del Consiglio di amministrazione della federazione con Scuola Normale Superiore e Scuola IUSS Pavia. “L’Italia ha bisogno di una educazione di eccellenza, di un riconoscimento del merito e del talento. Questo le tre scuole sanno farlo molto bene e possono dare un contributo importante al sistema paese“.

L’economia italiana ha da un quarto di secolo una malattia che si è cronicizzataha aggiuntoovvero aver perso la capacità di svilupparsi con l’intensità necessaria a tenere il passo degli altri paesi con cui si confronta. La causa principale sta nella dimensione delle imprese italiane e nel loro essere troppo familiari. Sono troppo poche quelle che decidono nel corso del tempo di fare un salto dimensionale o di assetto proprietario e organizzativo“. Per Rossi, “dal dopoguerra a metà degli anni ’90 l’Italia è stata capace di crescere e fare cose meravigliose. La stessa cosa non ha invece saputo farla quando sono cambiate in tutto il mondo le tecnologie di uso generale e si è affermata una nuova ondata di globalizzazione dei commerci e dei costumi“. Ma se l’Italia è ancora competitiva, secondo Rossi, lo si deve proprio ad alcune imprese che custodiscono il “genio italico”, ma ora è necessario “dotare l’Italia di infrastrutture moderne per fare un salto di qualità“.

Si è trattata della prima inaugurazione per Sabina Nuti, rettrice in carica da maggio 2019 e studiosa di management, che ha tracciato gli obiettivi strategici della sua istituzione. Per la Scuola Superiore Sant’Anna merito e mobilità sociale rappresentano una priorità, unendo le attività di orientamento per arrivare alla formazione universitaria e post universitaria, fino alla ricerca avanzata e alla terza missione, ovvero favorire l’applicazione diretta, la valorizzazione e l’impiego della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della nostra società.

In questo senso, il contesto socio economico della famiglia di origine svolge un ruolo importante nella fase della scelta degli studi universitari e può limitare l’affermazione dei principi del riconoscimento del merito e della valorizzazione del talento. Pertanto, dall’anno scolastico in corso, la Scuola Superiore Sant’Anna ha avviato il progetto ME.MO., percorso di orientamento annuale per sostenere la scelta universitaria di studenti di talento con provenienza socio economico fragile.

Apprezzato l’intervento del professor Paolo Dario, in qualità di delegato alla terza missione. “L’Italia manca da troppo tempo di ottimismo, bisogna essere capaci di guardare avanti e progettare, è vero che sono tanti i problemi da affrontare ma al contempo ci sono anche molte opportunità da cogliere“. “Il sentimento del pessimismo non appartiene ai ricercatori che invece sono ottimisti per naturaha aggiuntoil paese dovrebbe imparare ad esserlo come noi che da sempre abbiamo come missione quella di affrontare nuove sfide ed aiutare il paese ad affrontare grandi difficoltà“. “La Scuola Superiore Sant’Anna lavora senza irrazionali sogni ma concretamente – ha concluso Darioci fondiamo su fatti reali, scienza, educazione ma soprattutto sulla voglia di fare”.

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