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Alla Fondazione Pedretti a Vinci, Leonardo disegnato da Hollar

Fino al 5 maggio in mostra 31 lavori dell’artista praghese che nel Seicento approfondì l’opera e gli studi del genio di Vinci

La mostra “Leonardo disegnato da Hollar” ha aperto l’attività espositiva della Fondazione Rossana & Carlo Pedretti nella nuova sede nella villa Baronti-Pezzatini, storico edificio recentemente restaurato, nel cuore di Vinci, città natale di Leonardo.

L’esposizione, a cura di Annalisa Perissa Torrini, è dedicata a colui che più d’ogni altro studioso ha approfondito la conoscenza Leonardo da Vinci e la divulgazione della sua opera in Italia e nel mondo, Carlo Pedretti. A lui si deve l’idea, circa un decennio or sono, di valorizzare le trentuno incisioni di Wenceslaus Hollar (1607-1667), che acquistò negli anni cinquanta del Novecento, rare testimonianze dell’interesse per i disegni di Leonardo nel Seicento e importante veicolo di studio e diffusione dei disegni leonardiani di caricature e grottesche. È la prima mostra dedicata alle incisioni di Hollar che si tiene in Italia.

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L’interesse primario di Leonardo per la rappresentazione delle emozioni nei ritratti, si concentra su tutte le manifestazioni degli stati d’animo, gioia e dolore, amplificate dalla freschezza dell’età giovanile o dal degrado della senilità. Nei disegni invece Leonardo è immediato e spontaneo: sulla carta, il suo gusto per il grottesco e il suo desiderio di evidenziare le anomalie fisiognomiche trovano piena libertà d’espressione. Con penna e inchiostro nascono le teste caricate e grottesche, deformazioni continuamente mutate e sempre più esagerate del carattere umano, che “senza fatica si tengono a mente”. Riflesso del fascino che Leonardo subisce dall’infinitamente brutto, deforme, decadente, sgradevole come esatto opposto dell’infinitamente bello, raffigurato nei suoi volti di divina dolcezza e bellezza suprema. Come egli stesso annotò: “Le bellezze con le bruttezze paiono più potenti l’una per l’altra”.

In mostra le incisioni di Hollar saranno poste a confronto con due disegni di Leonardo, eccezionale prestito della Biblioteca Ambrosiana di Milano. L’incisore boemo estrapola i profili di uomini, teste caricate, teste bizzarre e teste grottesche da diversi disegni di Leonardo singolarmente o in numero di tre, quattro e anche di più, unendoli in una singola incisione. Mantenendo spesso, come propongono gli studi condotti in quest’occasione, il rapporto 1:1.

Aveva avuto tra le mani gli originali di Leonardo, molti ora nelle collezioni reali di Windsor Castle, quando era a Londra da Lord Arundel, diplomatico e noto collezionista. Hollar spesso associa il giovane con il vecchio e il brutto con il bello, riflettendo il pensiero di Leonardo sulla bellezza e sulla bruttezza, così da lui esplicitato al paragrafo 13 del Libro di Pittura: “Se ‘l pittore vol vedere bellezze che lo innamorino, lui è signore di generarle, e se vol vedere cose così mostruose che spaventino, o che sieno buffonesche e risibili, o veramente compassionevole, lui n’è signore e Dio”.

L’esposizione ha il patrocinio del Comitato Nazionale per il Cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci e rientra quindi nelle celebrazioni nazionali dedicate al maestro di Vinci in Italia nel 2019. 

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