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A Firenze riaprono Villa il Ventaglio e il Cenacolo di Sant’Apollonia

Da mercoledì 27 maggio la Direzione regionale musei della Toscana apre di nuovo le porte al pubblico del parco e del cenacolo

Parco Villa il Ventaglio

Da mercoledì 27 maggio a Firenze saranno di nuovo aperti alle visite il Parco di Villa il Ventaglio e il Cenacolo di Sant’Apollonia.
Parte da questi due luoghi prestigiosi il piano di riapertura graduale dei musei e luoghi della cultura di pertinenza della Direzione regionale musei della Toscana (in totale 49), che avverrà nel rispetto di tutte le norme di sicurezza previste per i visitatori, il personale, gli ambienti e le opere.
Il parco sarà aperto dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 18.30 fino al 31 maggio e poi da giugno ad agosto dalle 8.30 alle 19.30, mentre il Cenacolo sarà aperto gratuitamente dal lunedì alla domenica dalle 8.30 alle 13.30. 

Parco di Villa il Ventaglio_Laghetto (2)

Entrambi i musei hanno un importante valore simbolico e affettivo per i fiorentini.
Il Parco di Villa il Ventaglio è particolarmente amato dai cittadini e residenti ed è stato recentemente riaperto interamente al pubblico il 31 maggio 2018 grazie all’impegnativo intervento di recupero finanziato dalla Fondazione CR Firenze tramite uno dei progetti Art Bonus della Direzione regionale musei della Toscana.
Il Parco di Villa Il Ventaglio si estende su un fianco della Collina delle Forbici per circa cinque ettari. Nacque verso la metà dell’Ottocento per ottenere un viale carrozzabile che consentisse una risalita dolce e panoramica del pendio, permettendo così un accesso alla Villa del Ventaglio più agevole ed esclusivo rispetto alla ripida via delle Forbici. Come per la Villa, il progetto di questo incantevole parco romantico all’inglese si deve all’architetto Giuseppe Poggi, che creò scorci e prospettive incantevoli tramite l’alternanza tra le grandi masse arboree e le ampie superfici a prato.

Cenacolo di Sant'Apollonia_Andrea del Castagno_Ultima Cena_ 1447 circa

Il Cenacolo di Sant’Apollonia fa parte di quel patrimonio ingiustamente considerato “minore” che  contiene meraviglie tali da destare stupore nel visitatore che lo riscopre, un patrimonio spesso fuori dai grandi flussi turistici che oggi, più che mai va rivalutato alla luce delle nuove modalità di fruizione del patrimonio artistico e culturale che la gestione della crisi epidemica impone.
Il Cenacolo è rimasto  “segreto” fino all’Ottocento, custodito dalle monache di clausura del convento delle benedettine di Santa Apollonia, fondato nel 1339. Nel 1447 circa, Andrea del Castagno affrescò la parete di fondo del refettorio con l’Ultima Cena, un tesoro artistico per la ricchezza dei dettagli e la riuscita illusione prospettica, la Crocifissione, la Deposizione e la Resurrezione. 

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