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Il passato che ritorna: il fascino degli anni ruggenti

Dalle passerelle, ai locali, passando dalle manifestazioni folkloristiche: il vintage permea la modernità. A tu per tu con Antonio ed Elisa che hanno scoperto questo mondo prima che diventasse un ‘fenomeno sociale’ 

Antonio ed Elisa Coppia di Due

“C’è voglia di riscoprire la cultura retrò, di ascoltare buona musica live e di condivisione”. 

Elisa Cangini è una ballerina ed è uno dei due elementi – quello femminile – che compongono Coppia di Due. L’altro – l’elemento maschile, anche lui ballerino, – si chiama Antonio Cribari. Partner nel ballo e nella vita, Antonio ed Elisa hanno fondato Swing Studio 22, una nuova realtà che diffonde la cultura della swing Era a Firenze e provincia rispondendo a quel desiderio di riscoperta del passato che dalle passerelle di moda ha invaso le città assumendo, tra la gente e per le strade, una forma più sociale, più fedele all’originale se vogliamo.

“Abbiamo vissuto tutti i passaggi che hanno portato lo Swing ad essere un fenomeno sociale – ci racconta Elisa.

Un fenomeno sociale radicato in quel sentimento un po’ nostalgico che accomuna tutti coloro che, ormai, sono diventati grandi. Tutti noi, insomma, che i numeri di telefono li conoscevamo a memoria perché non esistevano i cellulari e si componevano uno ad uno. Noi che, al massimo, dopo la doppia vu ci mettevamo la F. Noi che ‘ai miei tempi’. Noi che ci sorridiamo complici ricordando quelle cose sconosciute ai post millennials: Carosello, le tessere per le cabine telefoniche, le cassette delle lettere, il prete per scaldare il letto, il mangianastri, ecc.

E se lo stile twenties è stato il protagonista delle sfilate degli ultimi anni di grandi stilisti come Kenzo, Chanel e Gucci, il blues, genere vecchio cent’anni, sta vivendo una seconda felice giovinezza.

E così a Firenze, ma anche a Prato, Pistoia, Siena, Arezzo, fuori dai locali mainstream, seguendo la musica a tempo di bebop o una chitarra blues, ci rendiamo conto di quanto il passato si sia attualizzato soprattutto nei passatempi. “A parere nostro – riprendere Elisa – un po’ ovunque c’è voglia di aggregazione, di condivisione, di buona musica live, di balli sfranati e di fare qualcosa che vada fuori dai canoni che la società moderna ci impone, anche tra i più giovani”.

Antonio ed Elisa sono approdati a questo mondo già prima che diventasse di dominio pubblico (ballano insieme dal 2006 e hanno fatto parte della nazionale italiana di boogie woogie girando l’Europa per campionati e coppe del mondo).

Chi meglio di loro, potrebbe aiutarci a capire da dove nasce questo desiderio di riscoperta del passato?

Come accennavamo, tra l’altro, oltre che bravissimi ballerini, Antonio ed Elia, sono anche insegnanti e – dal settembre scorso – hanno iniziato una nuova avventura con l’apertura della loro scuola, la Swing Studio 22 appunto, una scuola dedicata soprattutto ai ‘balli sfrenati’ (lindy hop, boogie-woogie, blues, shag, ecc) ma che si presta ad essere uno spazio adatto anche a tutto ciò che si può generare da quel rinnovato desiderio di aggregazione e di autenticità che ricorda tempi lontani: “Dopo tanti anni vissuti da ballerini in giro per il mondo, poi anche da insegnanti ‘senza fissa dimora’, abbiamo sentito l’esigenza di fondare una scuola che rispecchiasse i nostri principi e ideali, dove la cosa più importante è il ballo e le persone che se ne appassionano”.

Cos’ è per voi lo swing?

Antonio: “Lo swing è arte, musica, libertà di espressione, passione, cultura, divertimento e – aggiungerei – creatività e un pizzico di follia”.

Ballerini e da qualche anno anche insegnanti: non è soltanto una questione di passi. Tre cose per voi fondamentali nelle vostre lezioni

È Elisa a rispondere: “L’insegnamento è per noi una ‘vocazione’, l’esigenza di trasmettere la nostra passione e dedizione al ballo. Quindi direi: tecnica, passione e divertimento”.

Festival, concorsi, manifestazioni. Lo stile vintage ha contaminato molti ambiti culturali, e in note manifestazioni anche regionali, dal Treno Natura, all’Eroica, si vedono comparire ragazzi e ragazze con abiti ispirati alla Swing Era cimentarsi in giravolte, casquè, e triple step. E sembra così divertente e naturale. “Tutti dentro di noi abbiamo una parte di sana follia che ci rende adatti al ballo” – ci spiega Antonio- Ballare non ha una definizione specifica: è arte, poesia, creatività”.

Antonio, c’è un aneddoto particolarmente divertente o significativo della vostra carriera da ballerini o da insegnanti che ti va di raccontare? “Devo dire che, negli anni, ne sono successe tante di cose esilaranti, anche perché chi ci conosce sa quanto ci piace divertirci ‘lavorando’. Ricordo ancora quando, durante una competizione importante, ad Elisa è uscita una scarpa finendo sul tavolo del giudice. Ce ne sarebbero altre, ma non ve le posso raccontare!”

Ultima domanda rivolta ad entrambi: com’è essere coppia anche nella vita oltre che nel ballo? “Naturalmente la condivisione di una grande passione, aiuta a viverla ancora più intensamente. L’essere coppia nella vita ci ha reso più naturale il feeling e la ‘connessione’ nel ballo e viceversa. Anche se, a volte, tra uno ‘swing out’ e l’altro, i battibecchi tra moglie e marito possono venir fuori!”.

 

[Foto credit: Carlotta Nucci]

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