Cultura/

Premio Pieve, Barni: ‘Conservare memoria per costruire futuro’

La vicepresidente ha ‘salutato’ la 35esima edizione dell’evento di alto valore storico e culturale. Il diario vincitore sarà annunciato il 15 settembre a Pieve Santo Stefano

Barni

‘Conservare memoria per costruire futuro’ così la vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni ha definito il ruolo del Premio Pieve Saverio Tutino, giunto alla sua 35esima edizione. Barni è intervenuta ieri a Pieve Santo Stefano, dove domenica sarà annunciato – come ogni anno – il ‘diario’ vincitore.

‘Un’esperienza unica nel panorama culturale, nazionale ed internazionale’ – l’ha definita la vicepresidente – ‘che è riuscita a tenersi al passo con i tempi coniugando strumenti del passato e linguaggi e tecnologie moderne. Un modello anche per altri centri europei’. ‘Sono particolarmente fiera – ha continuato – del lungo e importante lavoro che, da anni, si svolge in questo piccolo centro della Valtiberina. L’Archivio diaristico rappresenta un’esperienza unica nel panorama culturale nazionale ed internazionale: un luogo nato per raccogliere e conservare diari, memorie, epistolari della gente comune che negli anni è riuscito ad adeguarsi ai tempi coniugando gli strumenti del passato con i linguaggi e le tecnologie più moderne. Basti pensare al lavoro fatto con il Piccolo museo del diario: un percorso museale originale ed innovativo che accoglie il visitatore in maniera unica e coinvolgente e che ha ottenuto la qualifica di museo di rilevanza regionale dalla Regione”.

Un fondo archivistico composto da oltre 8300 storie tra diari, memorie, autobiografie, epistolari, che abbracciano un ampio arco cronologico: dai manoscritti dell’800 ai più recenti scambi epistolari via e-mail. 

Infine la vicepresidente, mettendo in evidenza l’importanza del traguardo dei 35 anni del Premio, ha concluso dicendo che “preservare la memoria per costruire il futuro è la sfida dell’Archivio diaristico, che è anche uno degli obiettivi delle politiche regionali sulla Memoria. Per un paese che ha visto cancellata completamente la sua originaria personalità di borgo antico, per mano dell’esercito tedesco, quasi una sorta di premio postumo essere oggi universalmente riconosciuto come la capitale italiana della memoria”.

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