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Villa Crastan a Pontedera tornerà a vivere: un progetto per recuperarla

Grazie al patto firmato sarà favorita la fruibilità dei locali e del giardino, verranno promosse attività di carattere culturale, ricreative e sociali

Villa Crastan, Pontedera

Villa Crastan è un’antica dimora appartenuta ad una delle prime famiglie industriali – i Crastan, per l’appunto – arrivate in Toscana nel secolo scorso per insediare la propria azienda di caffè. Negli anni ‘60 era divenuta proprietà pubblica, donata dalla famiglia, e il Comune ci aveva fatto la sede della biblioteca comunale. Per anni, con il suo parco, è stata un luogo aperto di socialità e promozione della cittadinanza. Dal 2014, dopo il trasferimento della biblioteca in una ex proprietà Piaggio, l’edificio era però diventato uno spazio in attesa di una nuova destinazione.

Adesso la villa diventerà un esempio di gestione collaborativa di beni comuni urbani. A Pontedera l’amministrazione comunale e l’associazione “Villa Crastan Casa della città” hanno firmato un accordo, o meglio un patto di collaborazione, per la gestione dell’edificio, atto finale del percorso partecipativo sull’utilizzo dell’immobile e della successiva fase di progettazione sperimentale, finanziati dalla Regione Toscana.

È difficile trovare a Pontedera qualcuno che non conosca Villa Crastan. Sarà per la sua posizione vicinissima al centro storico o per via del giardino che ha ospitato bambini, matrimoni e per molti anni il cinema estivo, oppure proprio per la biblioteca comunale che ha visto avvicendarsi generazioni di studenti. Per questo suo vissuto nel 2017 l’amministrazione comunale aveva così avviato un percorso di partecipazione, affidato alla cooperativa Sociolab, che a sua volta ha dato vita ad un progetto di incubazione e start up di gestione collaborativa.

Tra tutte le idee presentate ne è stata scelta una e con il patto siglato, della durata di tre anni, sarà favorita la fruibilità dei locali e del giardino, verranno promosse attività di carattere culturale, ricreative e sociali, sarà valorizzato il contributo della cittadinanza nella cura e gestione di beni comuni.

Il nuovo modello di gestione si ispira proprio alle più innovative esperienze di gestione condivisa dei beni comuni, sulla scorta delle linee guida regionali contenute nel Libro Bianco #CollaboraToscana. La firma del patto è avvenuta all’interno della stessa Villa Crastan, in via della Stazione vecchia, nel corso di un incontro pubblico.

“Quando ci sono beni inutilizzati, tanto più come in questo caso in cui era un simbolo e un valore per la città, è giusto che si inizi a pensare come metterli nuovamente a disposizione. Ed è giusto farlo attraverso un percorso che coinvolga i cittadini” ha commentato l’assessore regionale Vittorio Bugli.

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