“Si fa in un attimo, signor Cavaliere mio. Ora che il treno ha fischiato…” così si conclude la famosa novella di Pirandello che dà il titolo alla XVI edizione de I Colloqui Fiorentini. E quel treno, che porta metaforicamente il protagonista Belluca a partire per un viaggio che lo libera dalla prigione di una vita amara e soffocante, lo prenderanno davvero in tanti, tantissimi, per partecipare al convegno fiorentino. Treno, pullman, aereo, dalla Lombardia, dalla Sardegna, dalla Sicilia, dal terremotato Abruzzo, con ogni mezzo e da ogni regione d’Italia, partiranno docenti e studenti per vivere i tre giorni di questo evento scolastico.
Sono 3.600, da 230 scuole, il nuovo record di adesioni. 500 in più dell’edizione precedente i partecipanti ai Colloqui Fiorentini che si terranno a Firenze dal 2 al 4 marzo. I Colloqui da sedici anni sono uno spazio nella scuola italiana dove si possono porre senza paura queste domande, dove gli studenti sono liberi di avventurarsi nella scoperta di sé e del mondo, in una profonda armonia fra cultura e vita, fra sete di cultura e urgenza di significato. E sono diventati per tanti docenti un appuntamento imprescindibile, un momento di vero aggiornamento professionale.
Il convegno si avvale della collaborazione attiva del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che ne ha riconosciuto la significatività per quanto riguarda l’innovazione scolastica e della didattica ed ha pertanto promosso l’iniziativa in tutte le scuole d’Italia, inserendola nell’Elenco delle Esperienze di promozione delle Eccellenze.
Pirandello è irresistibile e le sue parole, le sue pagine sono cariche di una forza di provocazione sana alla vita, che trova ancora i cuori e le menti dei docenti e degli studenti italiani sensibili e pronti a mettersi in movimento, ad accendersi di passione per la conoscenza, dietro alla domanda di significato. Pirandello è scomodo, Pirandello affascina e irrita, fa saltare gli schemi. Forse proprio per questo Pirandello è amato dai giovani.
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