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100mila studenti in classe online con i prof della Normale di Pisa

Grande successo per l’iniziativa dell’università d’eccellenza che coinvolge 20 docenti e ricercatori che fanno lezioni gratuite ai rahzzi delle scuole superiori di tutta Italia

Grande successo per “La Normale va a scuola”, l’iniziativa dell’ateneo d’eccellenza pisano pensata per offrire lezioni online agli studenti delle scuole superiori di tutta Italia: sono quasi 100mila i ragazzi e le ragazze che si sono iscritti alle classi a distanza gratuite tenute dai professori della Normale, che sono partite oggi con il fisico sperimentale Luigi Rolandi mentre domani tocca al matematico Luigi Ambrosio.

Un’adesione oltre ogni previsione per il progetto: in particolare sono quasi 3.500 gli insegnanti, ciascuno con in dote una media di 28 allievi, che hanno aderito all’iniziativa, prenotando una o più lezioni online con i docenti dell’Ateneo. Un numero, si spiega, “ben oltre le più rosee aspettative” per questa didattica a distanza: insegnanti di tutte le regioni “hanno inviato le loro richieste, scegliendo tra 11 discipline, ciascuna con alcuni argomenti in programma, per un totale di 29 professori e ricercatori della Normale coinvolti e quasi 200 lezioni in diretta”.
“La grande risposta che ci è arrivata dalle nostre scuole ci spinge sin da ora a pensare che questa iniziativa dovrà in qualche modo proseguire anche al termine dell’emergenza” sottolineano il direttore e vicedirettore della Normale, Luigi Ambrosio e Mario Piazza agli insegnanti che hanno aderito all’iniziativa.

Le lezioni saranno fruibili non solo da chi le potrà seguire live, ma venendo registrate saranno rese accessibili tramite link riservato a tutti i docenti e gli studenti che ne faranno anche successivamente richiesta. L’intento dell’iniziativa è di provare a dare una risposta il più possibile completa a una diffusissima sete di approfondimento.
Tra le lezioni più gettonate quelle di biologia sul Dna, di fisica sulla meccanica quantistica e di letteratura italiana, con platee virtuali, spiega la Normale, di decine di migliaia tra studenti e docenti.

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