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9 milioni per la sanità: patto sociale tra Regione Toscana e sindacati

Obiettivi principali: abbattere le liste di attesa, stabilizzazioni, copertura integrale del turnover 2019

È stato siglato un accordo relativo al personale del comparto del Servizio sanitario toscano (infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici) tra Regione e sindacati regionali della Funzione pubblica Cgil, Cisl e Uil, con l’obiettivo di individuare una serie di priorità nelle attività dell’ultima fase della legislatura regionale, per garantire ai cittadini toscani il mantenimento dei livelli di assistenza fin qui conseguiti e una risposta concreta alle criticità emergenti. Il Patto, che la Regione finanzia con 9 milioni di euro, segue di una settimana l’accordo con la dirigenza medica presentato lo scorso 13 marzo e finanziato con oltre 6 milioni per il riequilibrio dei fondi contrattuali. 

La Regione si impegna a finanziare il Patto con 6.050.000 euro (il massimo utilizzo possibile delle modalità di incremento delle risorse per la contrattazione integrativa in questo momento gestibile in Regione Toscana sui fondi 2016, attraverso la corresponsione di parte dell’1% del monte salari, con riferimento alla chiusura dei bilanci 2015). In aggiunta a queste risorse, la Regione si impegna a innalzare il budget delle Aziende destinato a finanziare progettualità dirette all’insieme del personale del comparto e finalizzate alla riduzione delle liste di attesa e al miglioramento dei servizi, per l’importo di altri 2.950.000 euro. Per un totale, quindi, di 9 milioni.

Occorre completare il percorso iniziato in applicazione alla legge Madìa (Dlgs 75/2017). Per questo la Regione si impegna a sollecitare Estar affinché predisponga concorsi per le diverse figure professionali, che consentano la stabilizzazione dei lavoratori che hanno maturato i requisiti di lavoro “flessibile” nei termini previsti dalla legge Madìa. La Regione si impegna a garantire la copertura integrale del turnover 2019 e quello necessario per l’apertura di nuovi servizi, anche in relazione alle possibili uscite di personale a seguito delle nuove norme previdenziali, assegnando priorità al personale sanitario e OSS addetto all’assistenza.

Vengono demandate alle singole aziende le contrattazioni relative ad alcune indennità, come per esempio quelle per particolari condizioni di lavoro e le indennità di turno. Per favorire la valorizzazione delle competenze possedute dal personale transitato dalla Croce Rossa Italiana al Servizio sanitario regionale, e inquadrato in categoria A (in applicazione di quanto previsto dalla normativa vigente all’epoca), la Regione si impegna a promuovere nelle diverse Aziende interessate l’attivazione di procedure di progressione verticale verso la categoria B.

“Un grazie ai sindacati per questa loro scelta di firmare il Patto – ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi – La sanità è un tavolo con tre gambe: la politica-amministrazione, i cittadini e gli operatori sanitari. Se non c’è armonia con gli operatori, è difficile che possa funzionare. Veniamo da anni difficili, il contratto nazionale è stato bloccato per dieci anni, c’è una situazione di difficoltà, risentimento, sfiducia. Noi vogliamo recuperare, siamo convinti che le istanze degli operatori siano giuste. La cifra che noi mettiamo per finanziare questo patto consente di favorire l’attività aggiuntiva per abbattere le liste di attesa, per le stabilizzazioni, per la copertura del turnover. Così saremo in grado di dare le risposte che devono essere date. Mi sembra un messaggio positivo. Un grazie a Estar, che sta facendo i concorsi. E un grazie a tutti i direttori generali che sono qui: la loro presenza significa che anche dentro le aziende attiveranno un dialogo di questo tipo, che ci sarà anche un livello di trattativa aziendale”.

“Per risolvere questi problemi, noi mettiamo risorse specifiche, a differenza di quanto fa il governo – ha sottolineato l’assessore Saccardi – La nostra parte noi la facciamo già da tempo. Con le stabilizzazioni abbiamo cominciato dal 2016, e quando arriveremo in fondo, a fine 2019, avremo stabilizzato circa 1.000 persone. Gli accordi andranno integrati e declinati nell’ambito delle singole aziende, in funzione dell’abbattimento delle liste di attesa. Daremo conto di questo azienda per azienda”.

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