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A Prato la Via Crucis per Pasqua torna davanti all’ospedale di Santo Stefano

Come l’anno scorso la cerimonia si terrà di fronte al luogo cittadino simbolo della lotta alla pandemia

La Via Crucis davanti al Duomo di Prato - © Diocesi di Prato

Per il secondo anno consecutivo a Prato la Via Crucis si terrà di fronte all’ospedale di Santo Stefano, luogo simbolo della città nella lotta al Covid-19 “per testimoniare vicinanza e preghiera in un momento così difficile della pandemia”.

Il Venerdì Santo quindi il vescovo Giovanni Nerbini guiderà la Via Crucis e insieme a lui ci saranno il cappellano ospedaliero don Carlo Bergamaschi e i volontari delle associazioni che quotidianamente si impegnano per i malati.

Un messaggio di fiducia e speranza

Lo scorso anno, in piena pandemia e in pieno lockdown, ha ricordato la Diocesi di Prato, ricorda, il rito fu seguito in tv da tantissimi pratesi e l’immagine della croce di legno portata dal Vescovo sotto gli occhi dei degenti affacciati alle finestre del Santo Stefano fece il giro d’Italia.

Esattamente un anno dopo, il vescovo Nerbini ha sentito ancora il dovere di tornare lì per dare conforto, fiducia e speranza.
Nel giorno di Pasqua il vescovo presiederà la messa solenne in Cattedrale e nel pomeriggio sarà officiata la prima ostensione dell’anno del Sacro Cingolo mariano. Anche quest’anno i riti e le celebrazioni saranno trasmessi in diretta televisiva, da Tv Prato.

600 lumini al posto dei fedeli

L’iniziativa segue alla Via Crucis di preparazione alla Pasqua che si è tenuta lo scorso venerdì sulla piazza del Duomo di Prato con 600 lumini accesi, per simboleggiare la presenza dei giovani che non potevano essere presenti a causa delle restrizioni per evitare il contagio da Covid-19.

Un’immagine molto suggestiva per la Via Crucis promossa dalla Pastorale giovanile di Prato guidata da don Marco Degli Angeli: un’ora di preghiere, invocazioni, canti, riflessioni e testimonianze che hanno avuto come filo conduttore l’emergenza per la pandemia.

Il vescovo Nerbini ha guidato la Via Crucis lungo sette stazioni dislocate all’interno della piazza che è stata chiusa al pubblico e ad ogni fermata c’è stata una testimonianza. A parlare sono state una malata di Covid guarita dalla malattia, una mamma che ha vissuto l’esperienza del Coronavirus insieme alla sua famiglia, una infermiera impegnata in una casa di riposo, un medico, un insegnante di scuola superiore. La settima stazione, quella della Resurrezione, è stata commentata dal Vescovo.

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