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Addio a padre Rosito. Salvò il Cristo di Cimabue durante l’alluvione del 1966

Nel 2008 venne insignito del Fiorino d’oro dal Comune di Firenze. E’ stato attivo per anni per la conservazione e l’accrescimento del patrimonio artistico e culturale della Basilica di Santa Croce

Cristo Cimabue

Santa Croce e Firenze dicono addio a padre Rosito, deceduto all’età di 92 anni. Fu lui l’uomo che salvò – durante l’alluvione del 1966 – il Cristo del Cimabue, il primo a raggiungere l’opera straziata dalla violenza dell’acqua e si prodigò con i confratelli per mettere in salvo quello che era rimasto del capolavoro che sarebbe diventato poi il simbolo dell’alluvione.

Grande fu nei mesi e negli anni successivi il suo impegno per il restauro del patrimonio danneggiato. Inoltre, a lui si deve anche la fondazione del museo dedicato a Pietro Parigi, il grande xilografo fiorentino e suo grande amico. Della rivista Città di Vita fu capo redattore e in seguito direttore a partire dal settembre 1964.

“Con il suo impegno instancabile e appassionato – ricorda la famiglia dei Frati Minori Conventuali insieme all’Opera di Santa Croce – ha diffuso attraverso la rivista Città di Vita la ricchezza e la profondità, sempre contemporanee, del messaggio di Francesco d’Assisi”.

Il feretro è esposto in Santa Croce e il funerale si svolgerà martedì. Padre Massimiliano Giuseppe Rosito era nato a Ferrandina, in provincia di Matera, l’1 dicembre 1928.  Divenuto frate a 21 anni nella famiglia francescana dei Frati minori conventuali e in seguito ordinato sacerdote a Roma, ha trascorso a Firenze, in Santa Croce, larga parte della sua vita, svolgendo un ruolo di primo piano anche nei giorni drammatici dell’alluvione del 1966.

Nel dicembre 2008 venne insignito dal Comune di Firenze del Fiorino d’oro. Padre Rosito si è impegnato attivamente per la conservazione e l’accrescimento del patrimonio artistico e culturale della Basilica di Santa Croce.

 

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