Cultura /Arte

Agli Uffizi entra un gioiello della pittura del Cinquecento, creduto perduto

Donata oggi dagli Amici degli Uffizi la tavola raffigurante l’Ascensione di Cristo di Maso da San Friano, aggiudicato all’asta contro Vittorio Sgarbi, secondo offerente

Un piccolo gioiello ritenuto perduto, l’Ascensione di Cristo del pittore fiorentino manierista Tommaso Manzuoli, detto Maso da San Friano, entra a far parte dei capolavori della Galleria degli Uffizi.
L’opera è riemersa da una collezione privata del nord Italia: acquistata dagli Amici degli Uffizi, viene oggi donata al museo, dove sarà prossimamente esposta, nella Galleria delle Statue e delle Pitture.

“Con il ritorno del modelletto di Maso da San Friano si compie una doppia restituzione a Firenze – sottolinea il presidente degli Uffizi, Eike Schmidt – non solo questo dipinto raffinatissimo, preparatorio per una grande pala per Santa Maria del Carmine (distrutta nell’incendio del 1771) d’ora in poi sarà esposto dall’altra parte dell’Arno, agli Uffizi, in una sala insieme ad altri gioielli del periodo controriformato. Ma anche perché l’opera è stata scoperta da Luciano Berti, direttore degli Uffizi dal 1969 al 1987, che infatti la pubblicò per la prima volta nel 1963, nel suo saggio monografico su Maso da San Friano.”

La donazione degli Amici degli Uffizi

L’associazione che sostiene il celebre museo fiorentino si è aggiudicata la preziosa tavola durante un’asta Finarte a Roma, ‘soffiandola’ al critico Vittorio Sgarbi, al termine di una serie di rilanci.

“Ho sofferto al telefono mentre Maso mi sfuggiva per una difficoltà di comunicazione: l’offerta sembrava non essere raccolta. E ho sofferto quando sono stato certo di averlo perduto. Per un altro motivo ho chiamato, il giorno dopo, Eike Schmidt, e gli ho raccontato il mio disappunto. L’ho sentito sorridere quando mi ha rivelato che, dall’altra parte, a un altro telefono, vigile cacciatore, c’era lui. E Maso ora era assicurato agli Uffizi. Sono stato felice, sollevato dalla malinconia, più che se la perduta “Ascensione” fosse a casa mia” ha dichiarato Sgarbi.

L’Ascensione di Cristo di Maso da San Friano

L’opera, modelletto per la pala d’altare destinata alla cappella della Confraternita di Santa Maria delle Laude e di Sant’Agnese nella chiesa fiorentina di Santa Maria del Carmine, rimase però incompiuta a causa della morte prematura di Maso. A completarla fu il più giovane Giovanni Battista Naldini, ma andò distrutta in un incendio che devastò la chiesa nel 1771. Un certo numero di disegni preparatori per il modelletto, realizzati dallo stesso Maso, oggi sono conservati proprio al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi.

Una testimonianza preziosa ritorna a Firenze

Il modello dell’Ascensione, databile al 1565, costituisce dunque una testimonianza preziosa del progetto decorativo della cappella al Carmine, commissionato e realizzato in occasione del tricentenario della fondazione della Compagnia di Sant’Agnese. Santa che nel dipinto campeggia in primo piano, insieme a Sant’Elena, a introdurre una folla gesticolante e colorata di apostoli ammantati, con la Madonna e angeli, in deroga al rigore formale e alla compunzione imposti dal Concilio di Trento appena concluso.

Il debito di Maso da San Friano nei confronti del Pontormo è evidente nella composizione animata, satura di pathos e negli effetti di luce quasi visionari che creano delicati cangiantismi nelle figure e nei panneggi.

“Siamo felici che un altro pezzo della storia artistica di Firenze sia tornato alla città e possa essere ammirato da tutti, fiorentini e turisti – sottolinea la presidente degli Amici degli Uffizi, Maria Vittoria Rimbotti Colonna – l’Associazione, che da quasi trent’anni sostiene gli Uffizi, è stata ben felice, anche in questa occasione, di contribuire all’arricchimento del patrimonio del Museo più importante al mondo”.

 

 

I più popolari su intoscana