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Agricoltura sociale, in Toscana è più forte grazie alla proposta di legge della Regione

Progetti di inclusione sociale e nuove opportunità per i fragili, ecco la nuova disciplina. Fino al 30 settembre il bando Giovanisì

L’agricoltura diventa sociale quando offre strumenti di inclusione e nuove opportunità per le persone più fragili. Un’occasione in più anche per le imprese, che possono trarne una fonte di reddito. Tutto questo in Toscana viene ora disciplinato grazie alla proposta di legge regionale approvata dalla giunta toscana. La proposta arriva dopo un lungo lavoro svolto insieme ad Anci, Federsanità, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop ed Università di Pisa, sulla scorta della legge nazionale 141/2015 che individua chiaramente il campo di applicazione della agricoltura sociale.

L’obiettivo della Toscana è dare una risposta normativa e organica al sistema legato all’agricoltura sociale e dare il via ad un processo capace di creare una visione condivisa tra molti soggetti e competenze in campo agricolo, sociale, sanitario e non solo.

La proposta di legge per diventare “fattoria sociale”

Si tratta di quattordici articoli con cui si definiscono le attività di agricoltura sociale e i soggetti legittimati ad esercitarle. Sarà anche istituito un elenco regionale degli operatori di agricoltura che dovranno essere in possesso di adeguate competenze derivanti da esperienza pratica triennale già acquisita al momento della richiesta o conseguita tramite adeguata formazione.

Per lo svolgimento delle attività di agricoltura sociale potranno essere utilizzati gli edifici ad uso abitativo e i manufatti o gli annessi agricoli già esistenti nell’azienda agricola o recuperati. Le aziende che hanno operatori di agricoltura sociale iscritti nell’apposito elenco regionale avranno un apposito segno distintivo, con la dicitura “Fattoria sociale – Regione Toscana”.

Saranno i Comuni a vigilare sull’osservanza della legge. Sarà anche istituita una “cabina di regia tecnica per l’agricoltura sociale regionale” che si occuperà del monitoraggio e l’elaborazione delle informazioni sulla presenza e sullo sviluppo delle attività di agricoltura sociale in collaborazione con l’Osservatorio nazionale per Agricoltura sociale.

Entro il 30 giugno di ogni triennio, a partire dall’anno successivo a quello dell’entrata in vigore della legge, la giunta regionale presenterà alla commissione consiliare competente una relazione comprendente tra l’altro i dati risultanti dell’attività.

Il bando di Giovanisì

Sullo stesso solco della proposta di legge è il bando di Giovanisì, per dare attuazione alla sottomisura Feasr Psr 16.9 “Diversificazione delle attività agricole in attività riguardanti l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, l’agricoltura sostenuta dalla comunità e l’educazione ambientale e alimentare”.

Il bando, fondamentale start up per la promozione del sistema regionale normato con la proposta di legge appena deliberata, punta a costituire progetti per la multifunzionalità delle imprese agricole che realizzino interventi e servizi sociali, socio-sanitari ed educativi.

Serve a realizzare tirocini di inclusione sociale, per la formazione e l’inserimento o il reinserimento. Punta all’autonomia della persone o alla riabilitazione di soggetti fragili e fasce deboli che possono essere portatori di disturbi psichici, disabili, tossicodipendenti, minori, richiedenti asilo, persone vittime di violenza, persone sole con figli a carico, persone inserite in strutture di accoglienza o in programmi di assistenza, detenuti.
Con una dotazione finanziaria di 8.898.674,00 interamente finanziati attraverso le risorse messe a disposizione dallo strumento dell’Unione europea è destinato all’associazione temporanea di scopo fra soggetti pubblici e enti privati in cui, oltre ai privati, siano presenti, per esempio, la Società della salute e un soggetto pubblico individuato dalla Conferenza zonale Integrata. Il bando scadrà alle 13 del 30 settembre 2022.

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