Cultura/

Al Museo Marino Marini arriva “Art Gate” una finestra virtuale tra Firenze e Venezia

L’installazione del collettivo internazionale Anotherview aprirà un varco tra il museo fiorentino e il Guggenheim di Venezia

Art Gate_Anotherview Collective

Una finestra virtuale, un varco nello spazio-tempo tra le città di Firenze e Venezia, unite dall’opera di Marino Marini.

Si chiama “Art Gate” il progetto vincitore della terza edizione del Playable Museum Award, la call for ideas rivolta a architetti, designer, sviluppatori, maker, artisti, storyteller, visionari e creativi di ogni ambito per pensare e realizzare il Museo del Futuro, che da domani prenderà posto al piano terra del Museo Marino Marini di Firenze.

Pensata e realizzata da Anotherview Collective, collettivo internazionale di artisti e designers, Art gate trasporterà il visitatore direttamente sul Canal Grande a Venezia per ammirare, in una veduta sincronizzata con l’ora reale e creata grazie alle più avanzate tecnologie, l’opera ‘L’angelo della città’, realizzata proprio da Marini e posta all’ingresso della Fondazione Guggenheim, in una prospettiva che rompe le barriere fisiche e percettive.

Sono Marco Tabasso, Tatiana Uzlova e Robert Andriessen – un italiano, una russa, un olandese – a dar vita nel 2017 a Anotherview, un progetto visionario che consiste nella creazione di “finestre nomadi digitali”, ognuna delle quali racconta un giorno in un diverso luogo del mondo.

Le finestre di Anotherview sono state esposte in fiere e mostre internazionali, come Art Basel Design Miami a Miami e Basilea, PAD London e Jingart in Cina.

Anotherview Collective

“Dal 2016 il nostro studio costruisce pannelli e finestre interattiveracconta Marco Tabassoche proiettano gli spettatori in un luogo “altro”. Queste installazioni raccontano la vita di un giorno da qualche parte nel mondo, in quello che è un ibrido tra arte e design. La finestra, intesa come struttura, è un elemento che fa da filtro tra la vita pubblica e quella privata, ci permette di guardare all’esterno, immaginando scene quotidiane, luoghi e persone, ed è in grado perfino di influenzare il nostro umore tramite ciò che osserviamo. Siamo partiti da questo concetto per far sì che il visitatore venisse proiettato in un “altrove”, con la possibilità di assistere per un’intera giornata alla vita che si sta svolgendo in una città lontana centinaia di chilometri da quella in cui si trova. In questo modo la stanza che ospita l’installazione si trasforma in un luogo metafisico”.

“L’installazionecontinua Tabassoriveste anche una valenza di tipo archivistico, perché cristallizza un momento specifico della vita che si sta svolgendo in altro luogo, che magari tra qualche decennio sarà profondamente diverso da come lo vediamo oggi. Questo è molto importante, soprattutto per conservare la memoria di specifiche aree del mondo che rischiano di scomparire”.

Tatiana Uzlova, Marco Tabasso e Patrizia Asproni

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