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Storie /LA TESTIMONIANZA

Anastasia e l’angoscia per i parenti in Ucraina: “Aspetto di sapere se sono in salvo, mi sanguina il cuore”

Padre ucraino e mamma siberiana, da più di 15 anni vive in Toscana. “Con i  miei zii parlo via Telegram. Si sono svegliati con le bombe, hanno preso i documenti e sono scappati. Non ha senso tutto questo”

“Non ha senso, mi sanguina il cuore se penso ai missili sulle loro teste”. Anastasia è incredula, non fa che guardare il cellulare che, grazie a Telegram e Instagram, è il suo unico contatto con i parenti in Ucraina. Lei ha poco più di 30 anni, un affascinante accento che mescola il russo al toscano, e la metà della sua vita trascorsa in Toscana dove ha studiato al liceo classico e poi al conservatorio. E’ una musicista professionista, una passione che le hanno trasmesso i suoi: padre ucraino e mamma siberiana. Due parti del suo cuore, due fronti di guerra oggi. I suoi zii, i cugini e i nipoti sono a Kiev e a Odessa, città colpite dai missili russi. La sua nonna invece è in Siberia.

Come stanno i tuoi parenti?

Bene, spero. Aspetto un loro messaggio per capire se sono riusciti a lasciare Kiev. Sono partiti di corsa questa mattina all’alba. Sono stati svegliati dalle sirene che annunciavano le bombe. I bambini non capivano. Hanno raccolto il necessario e i documenti in una valigia e si sono messi in auto.

Ci sono file chilometriche dai benzinai e nei supermercati per acquistare farina e fiammiferi. E’ incredibile, siamo in guerra

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Nessuno si aspettava un attacco?

Fino a ieri era tutto tranquillo, nessuno poteva immaginarsi i missili. Tutti credevamo che questa situazione si sarebbe potuta evitare. E invece…

Quando li hai sentiti?

Ho sentito stamattina i miei parenti a Kiev. Mi hanno raccontato di panico e confusione. File chilometriche dai benzinai, nei supermercati per acquistare farina, fiammiferi. Chi può cerca di scappare in campagna, più lontano possibile dalla città. I miei parenti di Odessa invece hanno sentito l’attacco al porto. E’ incredibile, siamo in guerra.

Stai guardando la televisione?

No, l’ho spenta. Non riesco nemmeno ad uscire di casa oggi. Seguo gli eventi su instagram, dai blogger ucraini, così vedo davvero cosa succede in queste ore. Attraverso i media russi invece la situazione sembra molto più calma. Anche mia nonna in Siberia non ha la percezione di quello che realmente sta accadendo.

Né i russi, né gli ucraini vogliono la guerra. Siamo un unico popolo, abbiamo le famiglie che si sono mescolate

Kiev e Odessa che città sono?

Io sono stati lì prima del 2014, quindi prima dei conflitti. Sono zone di confine, terre cuscinetto, è la storia che lo dice. Ma al contempo sono città vive, cosmopolite. Odessa in particolare, dove ho frequentato le medie,  la paragonerei a città di mare come Livorno o Napoli, qui convergono popoli e culture diverse. Con gli anni e i conflitti tutto è cambiato, lo so,  ma è assurdo quello che stiamo vivendo oggi, dopo due anni di pandemia e molte zone sempre più povere.

Cosa ti fa più male?

Né i russi, né gli ucraini vogliono la guerra. Siamo un unico popolo, abbiamo le famiglie che si sono mescolate. Perché ora dobbiamo farci del male, le persone non lo capiscono. Penso agli anziani che hanno vissuto la fame con la guerra, dovranno riviverlo ancora?

 

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