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È morto l’archistar Arata Isozaki autore della mai realizzata loggia degli Uffizi

L’ “Imperatore dell’architettura giapponese” era legato a filo doppio a Firenze in virtù del progetto della nuova uscita degli Uffizi, di fatto mai realizzata

Arata Isozaki

È morto a Tokyo all’età di 91 anni Arata Isozaki, l’imperatore dell’architettura giapponese, vincitore del premio Pritzker nel 2019.

Tra le sue opere, il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles, il Palau Sant Jordi di Barcellona per i Giochi del 1992, in Italia la Torre Allianz (il “Dritto”) di Milano con l’italiano Andrea Maffei, il Palasport Olimpico di Torino e il progetto per la Loggia degli Uffizi, mai realizzata.

Immediato il cordoglio del sindaco di Firenze Dario Nardella: “La notizia della scomparsa dell’architetto Isozaki addolora tutto il mondo internazionale della cultura e dell’architettura ed è accolta a Firenze con profondo dispiacere. Al netto dell’annosa vicenda che lega il grande maestro giapponese al progetto degli Uffizi a Firenze, patria dei più grandi architetti della storia dell’umanità, non può non piangere questa grande personalità che ha disseminato il Giappone e il mondo intero di opere straordinarie. Mi auguro che il nostro Paese avrà l’intelligenza e la sensibilità di ricordarlo in modo adeguato”, ha concluso Nardella.

“Apprendo con sommo dispiacere della scomparsa di Arata Isozaki, grande architetto del XX secolo di fama internazionale. Il suo linguaggio astratto e limpido era in parte ispirato dalla sua profonda conoscenza dell’architettura rinascimentale italiana” ha dichiarato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt.

Arata Isozaki: l’imperatore dell’architettura giapponese

La prima esperienza di Arata Isozaki con l’architettura nasce da una tragedia: lo shock della bomba atomica su Hiroshima.

“È stato allora che cominciai a pensare come ricostruire case e città” ha raccontato l’archistar giapponese, nato a Oita, sull’isola di Kyushu, nel 1931, appena quattordicenne quando la sua terra fu devastata dalla Seconda Guerra Mondiale.

Oltre cento le sue opere diffuse in tutto il mondo, anche se in Italia il suo nome è legato soprattutto al progetto della Loggia degli Uffizi, la nuova uscita monumentale del museo fiorentino, mai realizzata.

Progettista, urbanista e teorico, capace di fondere estetiche orientali e occidentali, modernismo e postmodernismo, globale e locale, nella sua prolifica carriera Isozaki ha applicato tecniche di costruzione di volta in volta differenti, in grado di interpretare il territorio e il contesto nel quale venivano progettati e costruiti i suoi edifici.

Tra le sue opere più celebri – che spaziano da Tokyo a Milano, da Doha a Shanghai – il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles, il Palau Sant Jordi di Barcellona per i Giochi del 1992, il Museo Nazionale della Civiltà Egizia al Cairo, il National Convention Center del Qatar.

Il 5 marzo 2019 Isozaki è stato insignito del Premio Pritzker, considerato il Nobel per l’Architettura, come “una delle figure più influenti per l’architettura contemporanea, in costante ricerca, senza mai la paura di provare nuove idee”.

Loggia di Isozaki, modello

La Loggia degli Uffizi, l”incompiuta’ di Isozaki

La vita di Arata Isozaki è legata a filo doppio a quella di Firenze.

Il 1 marzo 1999 il maestro giapponese vinse la consultazione internazionale di idee per la nuova uscita degli Uffizi, bandita il 2 aprile 1998 dal Ministero per i beni e le attività culturali e dal Comune di Firenze.

Il progetto (una grande loggia in acciaio e pietra serena sostenuta da quattro statue) fu giudicato il migliore da una commissione internazionale che lo preferì agli altri elaborati firmati da Norman Foster, Gae Aulenti, Vittorio Gregotti, Mario Botta, Hans Hollein, star dell’architettura mondiale.

La convenzione per l’avvio dei lavori fu firmata il 21 febbraio 2001, ma già in settembre Vittorio Sgarbi, nella sua prima visita ufficiale a Firenze, espresse perplessità sul progetto e annunciò che avrebbe incontrato Isozaki per discutere assieme eventuali modifiche.

Qualche settimana dopo, al ritorno dal Giappone, il sottosegretario assicurò che Isozaki sarebbe venuto in Italia a fine anno con tre progetti alternativi. In novembre Sgarbi annunciò poi che l’intervento di Isozaki sarebbe partito a breve, ma “ridimensionato rispetto al progetto originario”. Il 26 febbraio il ministro Giuliano Urbani, in occasione della sua prima visita ufficiale a Firenze, promise che il nodo del progetto sarebbe stato “sciolto entro 15-20 giorni”.

Secondo le previsioni iniziali l’uscita doveva essere costruita entro il settembre 2003 e la spesa di 13 miliardi e mezzo di lire sarebbe stata sostenuta equamente tra ministero e Comune che a sua volta, l’avrebbe coperta grazie ad un accordo col gruppo Benetton.

A causa dell’opinione pubblica della città fortemente contraria l’iter poi venne bloccato, e nel frattempo anche il progetto esecutivo dei “Nuovi Uffizi” (per la riorganizzazione e l’ampliamento del museo), subì una fase di stallo finché, nel febbraio 2003, il sindaco Leonardo Domenici e il ministro Urbani sottoscrissero un accordo per sbloccare la situazione.

Nel 2004 fu presentato il progetto esecutivo dei Nuovi Uffizi e realizzata la sistemazione di piazza del Grano (già piazza Castellani) così come pensata da Isozaki. Nell’aprile 2005 l’architetto, il ministero e il Comune siglarono un accordo per una nuova ipotesi progettuale dell’uscita dei Nuovi Uffizi.

A giugno 2006 arrivò il via libera alla progettazione esecutiva dell’uscita e ai successi lavori di realizzazione. Dopo un lungo braccio di ferro, scontri in consiglio comunale, interrogazioni al ministro Francesco Rutelli, nel 2020 l’annuncio del ministro Dario Franceschini, con il piano strategico Grandi Progetti Beni Culturali: degli oltre 103 milioni complessivi, 12 venivano destinati alla realizzazione della Loggia Isozaki.

Il progetto è rimasto però lettera morta:La Loggia non si farà, io non la voglio, il ministro non la vuole”, ha precisato qualche giorno fa Sgarbi, da poco tornato nel ruolo di sottosegretario alla Cultura. “Piuttosto, si faccia un concorso di grandi giardinieri, si faccia una grande architettura che crei un’uscita, una specie di tunnel, come una galleria nel verde. Cosa facile, poco costosa, bella da vedere, e basta”.

Loggia di Isozaki
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