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Al ‘CARMI’ una mostra che racconta il rapporto tra Canova a Carrara

Fino al 10 giugno 2020 esposti nella città toscana cinque preziosi gessi originali dello scultore simbolo del Neoclassicismo

Canova

Fino al 10 giugno 2020, CARMI – Museo Carrara e Michelangelo a Villa Fabbricotti presenta “Canova – Il viaggio a Carrara” una mostra che indaga il rapporto tra l’artista simbolo del Neoclassicismo e Carrara, la capitale internazionale del marmo, mettendo in dialogo cinque preziosi gessi originali e documenti conservati presso l’Accademia di Belle Arti che vanta una ricca gipsoteca e che quest’anno celebra i 250 anni della sua fondazione.

L’esposizione si sviluppa nella splendida cornice del Museo CARMI – inaugurato lo scorso 2 giugno 2018 nell’ottocentesca Villa Fabbricotti, circondata dal Parco della Padula, sede di una collezione di opere di scultura ambientale, attraverso sei ambienti di forte impatto emozionale, in cui preziose opere come la “Maddalena giacente”, uno degli ultimi gessi canoviani da poco restaurato dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, sono inserite nell’allestimento multimediale per evidenziare e tradurre il significato di uno dei più appassionanti processi creativi della storia della scultura europea.

Spettacolare il percorso multimediale che l’esposizione offre, dedicato all’esplorazione dell’intera vicenda canoviana, narrata al pubblico dalla voce di Adriano Giannini con le musiche del violoncellista Giovanni Sollima. Ad arricchire il percorso, all’interno del ricco universo creativo dell’artista, anche un corpo di lettere dell’Archivio di Stato di Massa, nonché un contratto, finora sconosciuto, del 1783 tra il conte Del Medico Staffetti e Antonio Canova (Collezione Andrea Sarteschi, Sarzana) per l’acquisto dei blocchi di marmo necessari per la realizzazione del “Monumento funebre di Clemente XIV”.

“Abbiamo un vastissimo patrimonio culturale ma talvolta non gli prestiamo l’attenzione che si merita.– ha dichiarato l’assessore al turismo Stefano Ciuoffo – mostra è una delle tante occasioni nelle quali scopriamo che con uno studio approfondito, valorizzando le strutture esistenti, possiamo fare innovazione e creare nuove sollecitazioni a visitare la Toscana: in questo caso possiamo dire non solo turismo, ma grande qualità per una mostra che mette insieme tante storie, i 5 gessi di Canova sì ma anche tratti documentari, i 250 anni dell’Accademia di Belle arti, quindi si parla di marmo ma insieme di arte, e di cultura. Sono convint o che nel momento in cui creiamo eventi caratterizzanti per l’offerta turistica regionale, avremo dato uno strumento in più alle nostre imprese”.

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