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Comunicare il vino nel mondo, il master del Sant’Anna prepara i professionisti di domani

Fino al 10 ottobre sono aperte le iscrizioni al percorso di formazione universitario. Secondo AlmaLaurea, chi ha conseguito il titolo trova quasi sempre lavoro entro un anno

Una degustazione di Chianti Classico – © pagina Facebook Chianti Classico - © Chianti Classico

Un master in marketing e comunicazione internazionale del vino, per formare professionisti in grado di potenziare la promozione sui mercati mondiali. Da otto anni è l’obiettivo del percorso di formazione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con l’Università di Pisa, l’Università per Stranieri di Siena, l’Università di Siena e in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier (AIS). Le iscrizioni sono aperte fino al 10 ottobre.

Il master universitario di primo livello “Vini italiani e mercati mondiali” riscuote ogni anno più successo e il livello di occupazione di chi ha conseguito il titolo si è mantenuto su livelli elevati, grazie all’attivazione di rapporti professionali con aziende in diverse regioni italiane. Il consorzio universitario AlmaLaurea riporta infatti un tasso di occupazione compreso fra il 65 e 90 per cento, entro un anno dal conseguimento del titolo, tra chi ha concluso il master nelle prime cinque edizioni. Tanti gli sbocchi professionali, come attività di promozione nazionale e internazionale per singole aziende e marchi collettivi, gestione e responsabilità del marketing, organizzazione di eventi e gestione turismo enologico e ospitalità aziendali, attività e definizione di strategie di comunicazione.

Il master: obiettivi e specializzazioni

Il master forma una figura professionale che sviluppa conoscenze diverse: i principi della produzione vitivinicola, i meccanismi e degli strumenti della comunicazione e del marketing e le tecniche di degustazione sviluppate nel corso delle attività didattiche.

Il professionista è così in grado di operare nei settori finalizzati alla diffusione della conoscenza dei vini italiani all’estero, nonché alla loro promozione e all’affermazione sui mercati mondiali, sia quelli consolidati (come Stati Uniti, Germania, Regno Unito) sia quelli in espansione (quali Cina, Corea, Russia, Brasile, America latina), con un particolare focus su paesi “emergenti” come  India, Africa, Sud-est asiatico.

Chi consegue il titolo diventa anche sommelier. Le competenze in degustazione vengono acquisite attraverso il conseguimento, all’interno del master, del diploma di AIS, a cui si aggiungono gli approfondimenti sui territori che li producono e dei risvolti qualitativi, culturali, socio-economici e commerciali, delle tecniche e delle modalità di comunicazione specifiche per i prodotti enologici.

Chi può partecipare

Il master è diretto a laureati di primo livello in viticoltura ed enologia, in discipline agrarie-alimentari, economiche, di comunicazione e di marketing o a laureati di primo o secondo livello in altre discipline attinenti al profilo professionale da formare, anche in relazione al percorso e alle motivazioni dei candidati.

La richiesta di ammissione è aperta anche a laureandi, i quali abbiano terminato gli esami di profitto prima dell’inizio delle lezioni e che prevedano di acquisire il titolo di accesso nel corso delle attività didattiche del master. È possibile richiedere la partecipazione a singoli moduli o come uditori. Alcune lezioni si tengono in lingua inglese per favorire l’approccio ai mercati internazionali.

Export in crescita: “Aumenti stimati anche del 20%”

Il vino continua ad essere un mercato fiorente, che necessità di professionalità sempre più specifiche e di respiro internazionale. “In questi ultimi 5 anni, oltre al consolidamento nel ruolo di leader a livello mondiale nella produzione di vino – nella vendemmia 2021 l’Italia ha prodotto circa 50 milioni di ettolitri che rappresentano il 19% della produzione mondiale – , l’Italia assiste a un incremento delle superfici vitate, con una sempre maggiore attenzione ai vitigni autoctoni e a pratiche e gestioni (di vigna e cantina) sostenibili”, spiega il direttore del master, Pietro Tonutti, docente di viticoltura alla Scuola Superiore Sant’Anna.

La metà circa della produzione nazionale è per il consumo interno, il resto è destinato all’export che continua su un trend positivo: “Nel 2021 ha superato per la prima volta la soglia dei 7 miliardi di euro – continua il professore – I mercati europei, Germania e UK, ma anche, un po’ sorprendentemente, la Francia,  e quello statunitense hanno mantenuto od incrementato i livelli di importazioni dei vini italiani. Anche la Cina ha fatto registrare incrementi consistenti di import di vino italiano. Alcune criticità si sono invece manifestate in altri mercati asiatici. I primi mesi del 2022 lasciano ben sperare con aumenti stimati del 20% circa rispetto allo stesso periodo del 2021”.

L’export impatta anche su altri settori, come il turismo “che sta rivestendo un ruolo sempre più forte nelle strategie aziendali, e promozione più generale del ‘Made in Italy’. Da qui la necessità di formare figure professionali in grado di creare opportunità e sviluppare nuove dinamiche aziendali e di diffondere in maniera adeguata e con successo la conoscenza dei vini italiani”.

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