Made in Toscana /NUOVE RISORSE

Comunità del cibo e biodiversità, la Toscana ci crede. Ecco il bando

Primo obiettivo: tutela e valorizzazione delle risorse genetiche locali. La vicepresidente della Regione Toscana Saccardi: “Un ruolo fondamentale nello sviluppo locale”

“Un ruolo fondamentale per lo sviluppo locale”, ne è certa l’assessore all’agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi, riferendosi alle Comunità del Cibo, una rete che mette insieme agricoltori, allevatori custodi, gruppi di acquisto solidale ma anche scuole, università, centri di ricerca o ancora ospedali, ristoratori, aziende artigiane di trasformazione agraria e alimentare. L’obiettivo comune? Quello di tutelare e valorizzare le risorse genetiche locali, anche attraverso lo sviluppo – ad esempio – delle filiere corte.

Realtà locali che dunque la Regione intende aiutare a crescere. L’ultimo sostegno arriva con 60 mila euro di nuove risorse.

Vogliamo ripartire dalle Comunità del Cibo – spiega Saccardi –  che interpretano al meglio i principi di prossimità, accessibilità, solidarietà e salubrità custodendo il territorio, il suo paesaggio, la sua memoria , le persone che in esso scelgono di vivere oggi e le persone che, speriamo sempre più numerose, vi abiteranno domani”.

Dunque lo sguardo va oltre l’oggi, si protrae verso i giorni che verranno e mira all’obiettivo del rilancio del settore agroalimentare. Come? “Immaginando anche uno sviluppo del territorio – ribadisce Saccardi  – salvaguardando, tutelando e valorizzando la biodiversità che contribuisce alla costruzione della ruralità intesa come produttrice di coesione sociale, di appartenenza al luogo, di salute e di stili di vita”.

Il bando – come spiegano dalla Regione – se da una parte punta a dare sostegno alle comunità del cibo già esistenti, dall’alto vuole essere un incentivo a crearne anche di nuove. Il contributo massimo per ogni progetto presentato – entro la mezzanotte del 27 maggio –  è di 12 mila euro.

Tra gli ambiti di intervento delle Comunità del cibo ci sono anche la definizione di accordi commerciali, lo studio del germoplasma locale, la condivisione dei saperi locali e il coinvolgimento della cittadinanza.

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