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Coronavirus, duemila nuovi assunti negli ospedali di Toscana

Primi lavoratori in servizio in sette giorni. Si riorganizzano le strutture sanitarie per far fronte ad un aumento dei casi. Ipotesi di trasformare alberghi e strutture private

Più medici ed addetti in ospedale per far fronte all’epidemia e degenti, che non hanno più bisogno di particolari cure ma che non possono continuare la quarantena in casa, alloggiati in alberghi e strutture private di cui la Regione sta verificando la disponibilità, per trasformarle in residenze domiciliari collettive.

Gli ospedali si riorganizzano. Saranno circa duemila, tra sanitari, medici e infermieri, gli assunti in Toscana per far fronte all’emergenza del nuovo coronavirus. L’unità di crisi convocata anche stamani dal presidente della Toscana Enrico Rossi si sta occupando di declinare le nuove linee impartite dal governo, che ha annunciato ventimila nuovi assunti (cinquemila medici, altrettanti sanitari e diecimila infermieri) in tutta Italia.

In Toscana saranno almeno mille e trecento gli infermieri chiamati in servizio, duecentocinquanta gli operatori socio-sanitari e circa quattrocento i medici: infettivologi, addetti al pronto soccorso e ad altre specialità ritenute necessarie per far fronte all’epidemia.

Assunzioni rapide, assicurano in Regione. «Per infermieri e sanitari si attingerà a graduatorie già in essere. Sarà Estar ad occuparsene qui da noi – spiega il presidente della Toscana Enrico Rossi, preannunciando il contenuto della prossima ordinanza – E per ambedue le categorie, a differenza che altrove, la assunzioni potranno essere non a termine ma a tempo indeterminato. Stiamo lavorando per questo».

In Toscana c’è stato infatti di recente un concorso per infermieri e oss e si attingerà per le assunzioni alla graduatoria di 3800 persone. I primi lavoratori entreranno in servizio entro sette giorni dall’avvio delle procedure. Pure per i medici i tempi di reclutamento saranno veloci. Il nuovo personale sarà essenziale a nche per il potenziamento delle strutture per le cure più intensive, qualora ci sia un aumento dei casi più gravi.

«Quanto a chi non ha bisogno di cure particolari ma deve continuare la quarantena e non può farlo a casa – anticipa sempre Rossi – stiamo lavorando all’individuazione di strutture protette, private o alberghiere, dove eventualmente destinare queste persone, laddove fosse necessario». Non se parlerà nella prossima ordinanza che gli uffici della Regione stanno scrivendo in queste ore, ma il piano è già allo studio.

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