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Coronavirus, controlli negli scali toscani: le reazioni

Dopo Firenze e Pisa, anche a Grosseto e al porto di Livorno sarà attivato il monitoraggio della temperatura. Costante il lavoro della Regione Toscana: ‘Misure necessarie e non eccessive’

Nessuna coda all’uscita dal terminal, nessun allarmismo inutile. I controlli sanitari attivati agli aeroporti di Firenze e Pisa ai passeggeri in arrivo da voli internazionali come misura preventiva per fronteggiare l’emergenza Coronavirsu si stanno svolgendo in totale sicurezza e tranquillità.

“Mi hanno appena misurato la temperatura – racconta un ragazzo appena atterrato da Parigi – è stato tutto molto veloce”.

Adottando le direttive del Ministero della Salute, chiunque atterri agli scali toscani deve obbligatoriamente sottoporsi alla misurazione della temperatura e rispondere ad alcune domande poste dai volontari della protezione civile: da dove arrivano e se hanno particolari sintomi che potrebbero farli rientrare tra i casi a rischio individuati dalle linee guida ministeriali.

“Non basta che ai passeggeri sia rilevata una temperatura sopra 37.5, è necessario che siano presenti altre situazioni, come la provenienza del passeggero da una delle zone a rischio. Qualora così non fosse, in presenza di febbre, quello che i volontari fanno è consigliare di rivolgersi al proprio medico curante come prassi vuole”,  spiega il dottor Piero Paolini, referente sanitario per le grandi emergenze della Regione Toscana che ha attivato, fin dalle prime battute dell’emergenza, una task force il cui compito principale è adottare le direttive ministeriali e raccordarsi con le autorità sanitarie nazionali e con le aziende sanitarie regionali.

Il monitoraggio della temperatura attualmente è attivo all’aeroporto di Peretola e al Galilei di Pisa, nelle prossime ore sarà introdotto anche allo scalo di Grosseto e presto al porto di Livorno e come spiega il dottor Paolini i controlli saranno estesi anche ai voli nazionali in arrivo da Roma, controlli che per il referente regionale non sono assolutamente eccessivi ma necessari per garantire l’incolumità di viaggiatori e cittadini.

E i cittadini li hanno accettati con serenità: “Se non fosse che rispetto a prima si incontrano più persone con la mascherina protettiva e che lo stop dei voli da e per la Cina ha comportato un sensibile calo dei passeggeri – racocnta un addetto di Toscana Aeroporti – non ci renderemmo neppure conto di essere in stato di emergenza”.

Lo stato di emergenza dichiarato dal Consiglio dei ministri a fine gennaio avrà validità sei mesi, è stata una misura necessaria per affrontare l’arrivo del coronavirus anche in Italia dove ad oggi sono tre i casi accertati (tutti in arrivo dalla Cina): una coppia di turisti di nazionalità cinese e un giovane italiano che aveva trascorso il capodanno a Wuhan insieme alla fidanzata.

Proseguono intanto i raccordi tra Regione Toscana, Ministero, la Asl e le autorità sanitarie per ricostruire le tappe dei due coniugi di Taiwan risultati positivi al virus e che dal 26 al 29 gennaio scorsi, durante il loro viaggio in Italia hanno fatto tappa a Firenze, Siena e Pisa. Essendo quasi già trascorso il periodo di incubazione della malattia, tuttavia, di ora in ora è sempre più flebile l’ipotesi che la coppia possa aver contagiato qualcuno durante il soggiorno.

Per maggiori informazioni, è possibile consultare il focus che la Regione ha dedicato al Corona virus: “Coronavirus. Cosa è, come si trasmette, i sintomi e a chi rivolgersi in presenza di caso sospetto”
 

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