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Coronavirus, 277 nuovi casi in Toscana. In arrivo altri 280 posti di terapia intensiva

Da inizio emergenza, in Toscana i contagiati salgono a 1.330. Si registrano 10 guarigioni virali, 7 guarigioni cliniche e 22 decessi. Intanto la Regione dà il via libera alla realizzazione di nuovi posti di terapia intensiva

Sono 277 i nuovi casi positivi al Coronavirus registrati in Toscana a ventiquattro ore dal precedente bollettino, analizzati nei laboratori toscani. Salgono dunque a 1.330 i contagiati dall’inizio dell’emergenza.

Dieci guarigioni virali (i cosiddetti “negativizzati”), sette guarigioni cliniche e 22 decessi (5 in più rispetto al dato di ieri). I casi attualmente positivi in cura rimangono dunque 1.291. Spetterà in ogni caso all’Istituto superiore di sanità attribuire le morti al Coronavirus: si tratta infatti di persone, da 65 a 100 anni, tutte affette da più patologie.

Questi i decessi che si sono verificati in Toscana, con l’indicazione di sesso, età, comune del domicilio: M, 79 anni, Pisa; M, 77, Licciana Nardi (Massa Carrara); M, 87, Mulazzo (Massa Carrara); M, 84, Villafranca in Lunigiana (Massa Carrara); M, 81, Castelnuovo in Garfagnana (Lucca); M, 70, Agliana (Pistoia); M, 98, Livorno; M, 93, Pisa; F, 92, Lucca; F, 94, Livorno; M, 65, Fivizzano (Massa Carrara); F, 96, Mulazzo (Massa Carrara); F, 79, Firenze; M, 88, Poggibonsi (Siena); M, 83, Livorno; M, 70, Quarrata (Pistoia); F, 100, Carmignano (Prato); F, 69, Montopoli Valdarno; M, 87, Carrara; M, 77, Lucca; M, 82, Camaiore; M, 72, Lucca.

Per quanto riguarda i ricoveri, ad oggi sono in totale 587, di cui 160 in terapia intensiva.

Questi i numeri che fotografano la situazione toscana a mercoledì 18 marzo, così come sono stati trasmessi dall’assessorato al diritto alla salute al Ministero della salute, e comunicati dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli.

Di 1.330 tamponi fino ad oggi risultati positivi al test, questa è la suddivisione per provincia di segnalazione, che non sempre corrisponde necessariamente a quella di residenza: 295 Firenze, 122 Pistoia, 59 Prato (totale Asl centro: 476), 205 Lucca, 176 Massa-Carrara, 124 Pisa, 62 Livorno (totale Asl nord ovest: 567), 68 Grosseto, 77 Siena, 142 Arezzo (totale sud est: 287).

Dal primo febbraio ad oggi nei laboratori toscani sono stati effettuati in tutto 7.606 tamponi, su 6.739 persone (in alcuni casi sono stati effettuati più test per lo stesso paziente).

Dal monitoraggio giornaliero sono invece 10.140 le persone in isolamento domiciliare in tutta la Toscana, di cui 4.146 prese in carico attraverso i numeri dedicati, attivati da ciascuna Asl. Di questi ultimi, sono 2.163 persone nella Asl centro (Firenze – Empoli – Prato – Pistoia), 1.817 persone nella Asl nord ovest (Lucca – Massa Carrara – Pisa – Livorno) e 166 nella sud est (Arezzo – Siena – Grosseto). Gli altri 5.994 sono cittadini che hanno avuto contatti stretti con casi positivi: 702 nella Asl centro, 2.771 nella Asl nord ovest e 2.521 nella Asl sud est.

Terapia intensiva, 280 nuovi posti

In attuazione dell’ordinanza n. 16 emessa oggi, 18 marzo 2020, dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, la Regione ha deliberato di realizzare un totale di 280 postazioni aggiuntive di terapia intensiva come ulteriori misure straordinarie per il contrasto ed il contenimento sul territorio regionale della diffusione del virus COVID-19.

Saranno realizzate in 13 presidi ospedalieri, 4 situati nell’area nord ovest, 5 nell’area centrale e 4 nella sud est. Un importo pari a € 2.382.660, stanziati dalla Giunta Regionale, saranno necessari per la realizzazione di lavori di adeguamento delle strutture, mentre 13.664.000 euro, forniti dal Dipartimento di Protezione Civile, saranno utilizzati per l’acquisto di attrezzature medicali. Il costo totale dell’intervento sarà quindi pari a 16.046.660 euro.

Nell’area nord ovest si tratta degli ospedali di Campo di Marte (Lucca) che ospiterà 72 nuove postazioni, dell’ospedale di Carrara che ne accoglierà 24, dell’ex ospedale di Massa con 27 nuovi posti e del Santa Chiara di Pisa con 22. Nell’area centrale l’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze ne avrà 12, quello dell’Annunziata a Bagmo a Ripoli (FI) 6, il Palagi di Firenze 14, il Santo Stefano di Prato e il San Jacopo di Pistoia 6 ciascuno, mentre a Careggi le nuove postazioni di terapia intensiva saranno 34. Nell’area sud est i nuovi posti saranno 8 all’ospedale di Grosseto, 24 in quello di Arezzo e 25 in quello di Siena.

«Le Aziende – spiega il presidente Rossi – realizzeranno le nuove postazioni nel più breve tempo possibile. Potranno anche derogare sia dalle normali procedure burocratiche che da queste previsioni di distribuzione dei posti letto, ma per farlo avranno bisogno di una esplicita ordinanza emessa dal presidente della Regione».

Enrico Rossi ha emanato oggi un’ulteriore ordinanza che definisce le linee guida di indirizzo per il percorso diagnostico-terapeutico in ambito ospedaliero e peri-ospedaliero per i pazienti affetti da COVID-19 e in particolare le caratteristiche cliniche e terapeutiche che è necessario attivare, in un crescente livello di intensità di cura, dal momento dell’entrata del paziente in ospedale, sino all’eventuale ricovero in terapia intensiva. Le linee guida sono state definite da un’apposita Commissione di esperti e a queste dovranno attenersi le Aziende sanitarie e i diversi soggetti che operano nell’ambito o in raccordo con il Servizio Sanitario Regionale.

Il documento stabilisce la gestione dei casi COVID-19 cosiddetti paucisintomatici, di quelli con sintomatologia respiratoria impegnativa e di quelli non COVID-19. Vengono indicati nel dettaglio il percorso pre-ricovero (con gli esami effettuati nell’inquadramento iniziale del paziente), la diagnostica effettuata durante il ricovero, la terapia farmacologica prescritta, le fasi relative ai pazienti che escono dall’area critica, i criteri di dimissibilità ed il percorso post ospedaliero.

Screening di massa in Toscana

Sarà un’azienda toscana leader nella diagnostica, che lavora in stretta collaborazione con l’Istituto Spallanzani di Roma, a fornire alla Regione Toscana, in una logica di prossimità, i test sierologici per la diagnosi del Covid-19. Anzi, la svolta a favore di uno screening di massa con questa procedura, annunciata ieri dal presidente Enrico Rossi, è avvenuta anche grazie alla presenza in Toscana di una realtà come questa, assoluta garanzia di qualità.

È quanto emerso stamani nel corso di un incontro tra il presidente Enrico Rossi, assieme ai tecnici regionali, e Massimiliano Boggetti, amministratore delegato della Diesse Diagnostica Senese, azienda con 40 anni di esperienza alle spalle (spin off dello storico Istituto Sclavo), presente in cento paesi, ma col quartiere generale a Siena.

«Questa collaborazione non nasce ora, ma ha una storia importante alle spalle di cui ora possiamo cogliere i frutti», ha sottolineato il presidente Rossi. «C’è un rapporto importante tra la Diesse Diagnostica Senese e la Regione Toscana, maturata con le nostre politiche di sostegno e sviluppo industriale, con l’utilizzo dei fondi europei e con le nostre politiche a favore delle scienze della vita. Siamo particolarmente orgogliosi di avere in Toscana un’eccellenza di questo tipo, grazie alla quale i toscani potranno contare su test di alta qualità, in grado di renderci ancora più forti in questa battaglia contro l’epidemia».

Anche l’ad di Diesse Diagnostica Senese ha ricordato la collaborazione con la Regione e gli alti aspetti che fanno della Toscana la sede ideale per l’azienda. «In questo campo il know-how del distretto di Siena non ha eguali al mondo – ha sottolineato Boggetti – e in azienda siamo tutti orgogliosi di poter contribuire a proteggere i cittadini toscani da questa epidemia, grazie al duro lavoro di queste difficili settimane dei colleghi della ricerca e della produzione. Combattere il Coronavirus è una staffetta mondiale e oggi abbiamo compiuto un importante tratto di strada insieme con la Regione Toscana».

La Toscana, è stato ricordato nell’incontro, comincerà lo screening con le tecnologie già disponibili per proseguire poi con i kit sierologici che a breve l’azienda senese metterà a disposizione. Si partirà con lo screening su medici, infermieri e operatori sanitari e quindi sui 60mila dipendenti della sanità toscana e su quelli della sanità privata. Questa diagnosi non sostituirà ovviamente quella che viene effettuata col tampone.

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