Salute/

Coronavirus, l’appello di Rossi: ‘Lavorare si può, con le giuste precauzioni’

Il governatore Enrico Rossi si è rivolto alla Toscana invitando tutti alla normalità. Trasporti, produzione e servizi essenziali non si devono fermare. Annunciata ordinanza per chi è fuggito da zona rossa, i cosidetti “vacanzieri” dell’ultima ora: ‘Tornate a casa’
 

Enrico Rossi

La comunicazione con la quale si annunciava il video-appello del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, è arrivato un quarto d’ora prima che iniziasse la diretta su facebook. Alle 13.45, puntualissimo, si è rivolto a tutti i cittadini della Toscana in seguito all’emanazione del decreto firmato ieri sera dal Presidente del Consiglio e col quale si include la Toscana – così come tutte le regioni italien – tra le zone protette.

Non solo invita tutti a proseguire con le attività produttive e il lavoro (pur con le necessarie cautele), ma nel suo discorso Rossi anticipa anche un provvedimento destinato alle persone che, dopo il provvedimento adottato nel nord Italia, sono fuggite dalle zone rosse per raggiungere la Toscana. «Una questione che ci preoccupa non poco», commenta Rossi. «Dispiaciuto che nell’ordinanza non ci siano espliciti rifeimenti ai vacanzieri fuggiti dalle zone rosse». L’invito? «È quello a tornare nelle proprie case, prima di tutto per motivi di salute. Lì potranno ricevere assistenza dai medici di famiglia e dai pediatri. Provvederò intervenendo con un’ordinanza».

«Il decreto del Governo? Non è vero che mette tutti a casa» dice Rossi. «Giustamente regola, obbliga a ridurre al minimo possibile elementi di socialità nel tempo libero, ma non vieta affatto che si svolgano i lavori, che ci si sposti per lavoro, è un’interpretazione sbagliata che metterebbe in ginocchio tutta la Toscana. E se così fosse anche tutto il paese».

Rossi si rivolge a cittadini, imprenditori e lavoratori toscani. «Inutile mettersi a casa se c’è produzione, lavoro: si mettano a punto accorgimenti, si discuta nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro, come organizzarsi al meglio, ma lo spostamento per motivi di lavoro è consentito: da nessuna parte sta scritto che deve cessare la produzione, sia quella destinata agli oggetti che al servizio ai cittadini. Se dovessimo bloccare interi comparti produttivi fondamentali per l’export, magari per 15 giorni o di più, avremmo un calo produzione della ricchezza in questa regione che sarebbe davvero esiziale e di cui risentiremmo anche per il futuro».

«Non dobbiamo dimenticarci, e il paragone non sembri spropositato, che i lavoratori riuscirono a difendere le fabbriche sotto i bombardamenti e dallo smantellamento che volevano fare i nazisti, francamente non siamo nella stessa situazione. Non ci sono preoccupazioni per la vita della persona che neppure lontanamente possono essere paragonabili a quelle» ha proseguito Rossi.

«Si torni a lavorare» è il suo invito rivolto. «Ci si acconci in maniera adeguata, si facciano studi azienda per azienda per capire come prevenire al massimo contatti che potrebbero indurre alla diffusione del virus, si stia a casa se si hanno manifestazioni simil influenzali, ma noi non possiamo fermarci, dobbiamo contenere sì il virus, prepararci a fare le cure, ma dobbiamo anche mantenere quel minino di vita, di attività lavorativa senza la quale altrimenti avremmo contraccolpo profondamente negativo».

I più popolari su intoscana