Cultura/

Corrispondenze Immaginarie, “liberate” le lettere dei pazienti del Manicomio di Volterra

Nel progetto dell’artista Mariangela Capossela le missive sono state trascritte a mano in occasione di alcuni scrittoi pubblici e poi spedite

Lo scrittoio a Volterra per Corrispondenze Immaginarie

Missione compiuta: le lettere scritte dai pazienti internati nell’ex ospedale psichiatrico di Volterra, mai consegnate, sono state spedite in tutta Italia. L’iniziativa è stata resa possibile grazie all’opera d’arte pubblica “C.I. Corrispondenze Immaginarie” ideata dall’artista Mariangela Capossela per Volterra 22.

Sono state idealmente “liberate” 460 lettere. Troveranno quindi un destinatario pensieri, fantasie, sogni e confidenze affidate a quei messaggi, archiviati dai medici come documenti clinici.  Il percorso di rigenerazione umana, voluto dall’amministrazione comunale della città etrusca, punta a”ristabilire idealmente il dialogo interrotto dalla censura dettata dalla legge sanitaria in vigore a Volterra fino al 1974“.

Lo scrittoio a Volterra per Corrispondenze Immaginarie

La spedizione delle lettere, completata a metà settembre, è una tappa del progetto iniziato lo scorso 2 aprile per l’apertura dell’anno di Volterra prima Città Toscana della Cultura. In quell’occasione ci fu la consegna pubblica delle prime 22 lettere agli amministratori dello spazio pubblico: dal presidente della Regione, al prefetto, fino alla direttrice dell’ufficio postale che ha vidimato il primo invio.

Nei mesi successivi si sono svolte performance di scrittura collettiva aperte ai cittadini, per la trascrizione e il confezionamento della corrispondenza, dando forma a un’opera pubblica plurale. Le calligrafie personali di ogni copista hanno dat forma a un’opera pubblica plurale. All’invito del Comune hanno risposto “centinaia di persone che hanno inviato il proprio indirizzo postale, impegnandosi a rispondere”.

Lo scrittoio a Volterra per Corrispondenze Immaginarie

La trascrizione è stata fatta a mano, ogni messaggio è contrassegnato da un numero progressivo. All’inizio dovevano essere 365 le lettere, una al giorno, trascritte a mano dall’artista e dai cittadini di Volterra nel corso degli scrittoi pubblici. L’alto numero di richieste ha fatto sì che venissero aggiunte altre 100 lettere.

Instancabile l’opera di Mariangela Capossela che ha seguito ogni fase del progetto: scrittura, trascrizione, piegatura, timbratura, assemblaggio, scansionatura seguendo poi la fase dell’invio della corrispondenza.

Gli scrittoi pubblici sono stati un bel momento di partecipazione. Sono stati coinvolti una sessantina di studenti del liceo artistico e delle scienze umane. L’attività si è svolta all’inizio di giugno e i ragazzi hanno partecipato con un bel trasporto” ricorda Mariangela Capossela.

Lo scrittoio a Volterra per Corrispondenze Immaginarie

L’allestimento degli scrittoi pubblici ha richiesto un’attenta preparazione a cominciare dal supporto su cui sono state trascritte le lettere. Un unico grande rotolo di carta velina. Un momento di condivisione e l’occasione per stare insieme.

Avevamo creato un ufficio protocollo perché oltre alla trascrizione c’erano tutti gli aspetti legati alla preparazione della busta. La velina racchiusa in un cartoncino. Sono stati affrontati anche tutti gli aspetti legati al packaging” ricorda l’artista.

Gli scrittoi pubblici si sono poi ripetuti in pinacoteca con la partecipazione di alcuni giovani che vengono da un centro diurno psichiatrico. E da loro, come sottolinea Mariangela Capossela, sono venute osservazioni toccanti sugli aspetti legati alla scrittura. A questo scrittoio ha partecipato anche il sindaco di Volterra.

Infine l’ultimo appuntamento nel cortile Ferri nel padiglione dove c’erano la psichiatria giudiziaria. I tavoli disposti sotto gli alberi, la vegetazione circostante quasi a cercare di invadere e conquistare lo spazio, un senso di rovina e di decadenza. Capossela è riuscita a coinvolgere nello scrittoio Giuseppe Agrimi, uno dei curatori del volume “Corrispondenza negata” con le lettere del Manicomio di Volterra e Annibale Fanali, anch’esso psichiatra.

Lo scrittoio a Volterra per Corrispondenze Immaginarie

La fase degli scrittoi pubblici di Corrispondenze immaginarie è stata quindi l’occasione per un momento di condivisione di memorie e ricordi familiari, di scoperta della scrittura manuale addirittura con il pennino e un recupero di una manualità a cui non siamo più abituati. “C’è stata una fase di immedesimazione, ti metti nei passi dell’autore che ha scritto quella lettera e ti chiedi a chi andrà” assicura l’artista.

Ogni singola lettera è stata catalogata e scansionata prima della spedizione, in vista dell’installazione finale per la fine del progetto. Ci sarà poi una parte cartacea con le risposte che arriveranno. L’archivio resterà poi al Comune di Volterra. Il progetto ha suscitato molto interesse, soprattutto nelle scuole e in tanti istituti hanno chiesto di poter essere in qualche modo coinvolti anche per il futuro.

I documenti all’origine del progetto provengono dal volume “Corrispondenza Negata. Epistolario della nave dei folli” (Del Cerro 2008, prima edizione Pacini 1981). Il libro riunisce una selezione delle migliaia di lettere scritte da persone internate nel manicomio nel periodo compreso tra il 1889 e il 1974.

Nella maggior parte delle lettere la tematica affrontata è la libertà, la voglia di uscire. Chiedono di vedere i familiari, tante le dichiarazioni e le testimonianze sulla vita nel manicomio – conclude Mariangela Capossela – Alcune lettere sono divertenti, alcune di poesia assoluta perché la schizofrenia nel delirio è così: poesia pura“. Ora che le missive sono state “liberate” non resta che attendere quelle risposte che non giunsero mai ai pazienti del manicomio di Volterra.

I più popolari su intoscana