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Cosimo “dagli occhi d’argento”: la straordinaria scoperta al Museo del Bargello

Durante il restauro per la mostra dedicata alla famiglia Medici dal Metropolitan Museum di New York sono stati riscoperti gli occhi d’argento della statua di Cosimo I di Benvenuto Cellini

Cosimo I de’ Medici aveva gli occhi color del ghiaccio questo è emerso durante il restauro del busto in bronzo realizzato dal Benvenuto Cellini tra il 1545 e il 1548. Lo sguardo fiero del duca è diventato più intenso grazie al ritrovamento della lamina d’argento che ricopre le iridi.

Il fortunato recupero è stato possibile grazie al restauro iniziato ad aprile, in vista del prestito della scultura al Metropolitan Museum per la mostra “The Medici: Portraits and Politics, 1512-1570” che sarà inaugurata il 26 giugno a New York.

Cosimo I viene ritratto dal Cellini – negli stessi anni in cui l’artista aveva iniziato a lavorare al Perseo per piazza Signoria – con una corazza ricca di decorazioni, in cui l’artista dimostra la sua raffinata abilità di orafo.

Al centro si trova il volto di Medusa, simbolo rinascimentale di potere militare e divino, e in fondo al petto è il Toson d’Oro, l’onorificenza cavalleresca che Cosimo aveva ricevuto nel 1545 dall’imperatore Carlo V.

Il restauro

L’intervento della restauratrice Ludovica Nicolai prevedeva inizialmente la sola rimozione di alcuni prodotti di corrosione della lega formatisi all’interno del busto. Nell’occasione, stimolata da un’ipotesi che era stata lanciata dalla critica, la restauratrice insieme alla dottoressa Ilaria Ciseri curatrice delle collezioni del Museo Nazionale del Bargello ha pensato di procedere ad un piccolo saggio sulla superficie degli occhi, per verificare se fosse stata realizzata in argento.

“Il tentativo ha dato subito un risultato emozionanteracconta Ilaria Ciseri – celato sotto uno strato scuro e compatto è infatti emerso il chiarore di un metallo di colore diverso dal bronzo e in breve la restauratrice ha potuto accertare che il metallo era proprio argento. Benvenuto Cellini aveva dunque adottato una tecnica usata fin dall’antichità per impreziosire i volti delle sculture, inserendo lamine d’argento all’interno degli occhi”.

Nei secoli successivi, forse tra Sette e Ottocento, era poi stata stesa una patinatura scura per uniformare cromaticamente gli occhi alla superficie bronzea del busto.

 

 

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