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Covid e tumori, la Toscana ha “retto”. È la seconda regione italiana

Nonostante la pandemia, la Toscana ha dimostrato di poter gestire l’emergenza oncologica, risultando così tra le migliori regioni d’Italia, seconda solo al Piemonte. Al via progetto sperimentale

Flebo - © Marcelo Leal / Unsplash

Nonostante la pandemia, che in tutta Italia ha comportato una riduzione delle prestazioni per proteggere i pazienti dal rischio contagio, la Toscana è tra le regioni italiane in cui si sono registrate meno riduzioni dell’attività oncologica: dagli screening oncologici per il tumore della mammella, del collo dell’utero e del colon retto all’attività clinica e territoriale. La rete oncologica toscana ha retto ai contraccolpi della pandemia, tanto da essere considerata tra le migliori realtà performanti a livello nazionale. In ambito oncologico, la Toscana si colloca, infatti, al secondo posto dopo il Piemonte, come riportato nella quarta Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti oncologiche regionali (Ror) – Rapporto 2021 del 5 maggio 2021- condotta da Agenas e nell’Indice sintetico complessivo per l’anno 2020.

La sperimentazione

Le nuove strategie organizzative, messe in atto in piena emergenza sanitaria, hanno consentito, inoltre, di maturare un patrimonio di esperienze, tali da spingere la Toscana verso nuove sfide oltre la logica ospedalecentrica, investendo sull’assistenza territoriale oncologica a domicilio. La Toscana, infatti, ha approvato le linee di indirizzo per lo sviluppo di percorsi integrati di cura nella Rete oncologica regionale (con delibera di Giunta 735/2020) e successivamente (con delibera 167/2021) l’avvio della sperimentazione pilota sull’oncologia territoriale. Con questo atto, quindi, la Toscana è la prima regione a partire concretamente con la sperimentazione del progetto di oncologia del territorio (che sarà avviato nel mese di settembre), tra quelle che partecipano nell’ambito del programma Smart Care (Soluzione e metodi avanzati di riorganizzazione territoriale in sanità), che sono Campania, Liguria, Piemonte, Puglia, Umbria e Veneto. Il programma è organizzato da “Periplo”, di cui il direttore generale di Ispro, Gianni Amunni, è presidente nazionale.

L’emergenza nell’emergenza

“La capacità di resilienza del sistema oncologico toscano ci stimola a fare ancora di più”

“È stato un anno duro, però c’è stata una tenuta forte del sistema oncologico toscano, risultato tra i migliori a livello nazionale” fa sapere il governatore Eugenio Giani. “Abbiamo vissuto le difficoltà del momento dando il massimo e affrontato l’emergenza senza indietreggiare. Nello stesso tempo abbiamo sperimentato qualcosa di nuovo, pensando al post Covid, con un progetto pilota, dedicato all’oncologia territoriale”. Per l’assessore alla sanità Simone Bezzini “la capacità di resilienza del sistema oncologico toscano, tra le più incisive a livello nazionale durante il periodo pandemico, ci stimola a fare ancora di più e a sperimentare nuove modalità organizzative, che abbiamo testato in piena pandemia e che adesso meritano di essere strutturare e avere continuità, pensando al futuro, oltre il Covid. La nostra Regione – ha aggiunto – è la prima a partire con un progetto pilota sull’oncologia territoriale, che rappresenta un primo tassello di sanità del futuro. Siamo di fronte a una nuova sfida, che può caratterizzare in positivo la sanità toscana”.

I numeri

La quarta Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti oncologiche regionali (Ror) – Rapporto 2021 del 5 maggio 2021- condotta da Agenas, descrive i risultati sullo stato di attuazione delle Ror, utilizzando una griglia di rilevazione e valutazione compilata dalle singole Regioni e P.A. nel periodo compreso tra il primo agosto e il 31 dicembre 2020. La Toscana ha ottenuto un indice sintetico complessivo per l’anno 2020 pari a 83,5%, con un incremento percentuale rispetto al 2019 pari al 21,9%, che la colloca al secondo posto a livello nazionale, dopo la Regione Piemonte. La capacità di ripresa ha messo in evidenza come la Toscana sia quella che si posiziona ai primi posti di tutto il panorama italiano. Infatti, confrontando tutto il 2020 con il 2019, in Italia il numero di esami effettuati in meno è stato del 37,6% per lo screening mammografico (Toscana: 20%), del 43,4% per lo screening cervicale (Toscana: 21,4%) e del 45,5% per lo screening colorettale (Toscana: 36,2%), valori decisamente più rilevanti di quelli toscani. Come per il resto di Italia si è osservata una minore propensione alla partecipazione della popolazione a questi screening pari al 10% per il mammografico e al 21% per il colonretto.

Cos’è accaduto durante la pandemia?

Nell’anno del Covid la Toscana mostra una buona capacità di risposta per quanto riguarda il percorso oncologico, confermandosi tra le migliori Regioni italiane. Dai dati pubblicati registra una riduzione dei trattamenti nel 2020 rispetto al 2019 complessivamente contenuta. Le prime visite oncologiche si sono ridotte del 15% (percentuale simile anche per le nuove esenzioni), e del 8,6% delle visite di controllo: la riduzione maggiore si registra nel periodo della prima ondata di Coronavirus. Per quanto riguarda la chemioterapia, non si registrano scostamenti rispetto all’anno precedente il che significa che tutti i pazienti in trattamento sono stati presi in carico anche durante la fase pandemica.

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