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“Dal pianeta degli umani”, di Giovanni Cioni, vince il Festival dei Popoli 62

Il film, sostenuto da Toscana Film Commission, porta lo spettatore in un viaggio onirico, tra la ricerca dell’elisir di lunga vita del dottor Serve Voronoff e la morte di chi oggi migra dal sud del mondo, cercando di varcare il confine tra Italia e Francia

“Dal pianeta degli umani” di Giovani Cioni

Il regista toscano Giovanni Cioni trionfa al Festival dei Popoli 62 con il documentario Dal pianeta degli umani, aggiudicandosi il Premio Miglior Lungometraggio del Concorso Internazionale. Il film, sostenuto da Toscana Film Commission per il programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema, racconta una storia al limite del verosimile: la ricerca dell’elisir di lunga vita del dottor Serge Voronoff, nei primi anni del ‘900, nella sua villa a Ventimiglia, al confine tra Italia e Francia, a partire dal trapianto di ghiandole riproduttive delle scimmie sugli essere umani. Il racconto di una storia che si pone al limite tra la vita e la morte si riflette sull’attualità, in quanto la villa oggi è al crocevia del cosiddetto “percorso della morte”, sul quale transitano quanti oggi cercano – spesso invano – di varcare il confine tra i due paesi, in cerca di lavoro e della possibilità di sopravvivere. Il premio (di 8.000 euro) è stato assegnato alla cerimonia di premiazione, domenica 28 novembre sera, al cinema La Compagnia di Firenze, dalla giuria internazionale composta da Kieron Corless (Regno Unito), Anita Piotrowska (Polonia) e Luciano Barisone (Italia) con la seguente motivazione: “Questo film esplora con grande urgenza e sensibilità poetica intensa, uno dei temi più importanti della nostra epoca, l’idea del confine. Inizia in un luogo reale che acquista via via connotazioni simboliche, e la cui storia particolare rivela una situazione universale attraverso una sorprendente struttura narrativa”.

“Vedere le sale piene, incontrare finalmente autori e autrici, produttori e distributori, confrontarsi con i professionisti del settore e i giovanissimi talenti emergenti del Doc at Work – Future Campus – ha detto Alessandro Stellino, direttore artistico del Festival dei Popoli – è stata un’emozione immensa e fonte di grande soddisfazione. Rendere il Festival dei Popoli il punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di cinema documentario in Italia e oltre non solo era uno dei nostri obiettivi ma rimane uno dei nostri principali traguardi. Abbiamo posto le basi per una grande trasformazione e non possiamo che essere soddisfatti per com’è andata quest’edizione, concepita su un’idea coraggiosa di apertura ai nuovi linguaggi, rilancio e scommessa sul futuro”.

Il film di Giovanni Cioni ha ottenuto anche il Premio “Tënk” (di 1.500 euro) al miglior film italiano, presentato nel concorso internazionale e nel concorso italiano: Tënk è la piattaforma online dedicata al cinema documentario indipendente disponibile in Europa.

 

Ma il palmarès dei premi assegnati del Festival dei Popoli è stato molto ricco e ha visto riconosciuti molti film, nelle diverse sezioni.  Il Premio per il Miglior Mediometraggio (4.000 euro) è stato assegnato al film tedesco First Time, di Nicolaas Schmidt, con la seguente motivazione: “Un’esperienza del tutto sorprendente, legata alla percezione di un reale momento di vita, scandito dallo scorrere del tempo, da una musica eccezionale e da un uso giocoso di una pubblicità della Coca Cola. È incredibile come, con una sola ripresa fissa, questo film sia capace di radicarsi nella mente dello spettatore, ponendo infinite domande e suscitando tante sensazioni”.  Il Premio per il Miglior Cortometraggio (2.500 euro) è andato a My Uncle Tudor, di Olga Lucovnicova (Belgio, Portogallo, Ungheria, Moldavia) con la seguente motivazione: “Non solo per il tema ma anche e soprattutto per la struttura cinematografica del cortometraggio dove vita ordinaria e intima si mescolano, rivelando la totale ambiguità della situazione vissuta. La giuria si congratula con la regista anche per il suo coraggio”. La giuria ha inoltre dato una menzione speciale Metok di Martín Solá (Italia, Argentina, Tibet) “che propone una maniera interessante di mostrare sia la resistenza di un popolo che la perseveranza di un modo di vivere”. Il premio al Miglior Documentario Italiano (3.000 euro), assegnato dalla giuria composta da Irene Dionisio, Jérémie Jorrand, Giovanni Marchini Camia, è andato a L’età dell’innocenza, di Enrico Maisto “per un invito coraggioso nella sua intimità, per la celebrazione della complessità dell’amore e per la consapevolezza con cui ha elevato il formato home-movies in materiale universale”.

La giuria del concorso italiano ha inoltre assegnato una menzione speciale a Il momento di passaggio di Chiara Marotta “per un utilizzo della camera come dispositivo diretto di liberazione spirituale, per un confronto duro – e al contempo pieno di laica grazia – con il proprio vissuto familiare”.

La Targa Gian Paolo Paoli al miglior film antropologico è stata assegnata a Aya, di Simon Coulibaly Gillard (Belgio, Francia) con la seguente motivazione: “Questo lungometraggio narrativo si immerge profondamente nella cultura della Costa d’Avorio, esplorando attraverso un’attenta osservazione le esperienze di una giovane ragazza che cresce e creando un forte flusso di simpatia e solidarietà”.

Il Premio distribuzione CG Entertainment è andato a Tardo Agosto, dei registi Federico Cammarata e Filippo Foscarini (Italia). Il premio è assegnato dalla casa di distribuzione CG Entertainment (dalla giuria composta da composta da Clara Visintini, Elisa Baldini e Jacopo Sgroi) offre al vincitore l’opportunità di essere pubblicato nella collana home video “POPOLI Doc – La collana del Festival dei Popoli” distribuita sul territorio nazionale. Si legge nella motivazione: “Le immagini di questo film ci mostrano la grana di una terra nel punto in cui si rompe una stagione quieta solo in superficie, facendo emergere con devastante bellezza le sue contraddizioni: cura e abbandono, nascita e distruzione, solitudine e affetti lontani sono evocati da uno sguardo invisibile che tutto questo raccoglie e restituisce intatto allo spettatore.”

Il consueto premio conferito dal Cinema La Compagnia, “Gli Imperdibili del Concorso Italiano”, è andato a Los Zuluagas, di Flavia Montini (Italia, Colombia). Il premio, assegnato dalla giuria composta da Andrea Magagnato, Martina Capaccioni e Marta Zappacosta, offre la possibilità di includere il film vincitore nella programmazione del cinema La Compagnia di Firenze. Inoltre, il Premio MyMovies.it dalla parte del Pubblico, votato dagli spettatori in sala, è andato a As I Want, di Samaher Alqadi (Egitto, Norvegia, Francia, Palestina, Germania).

Il premio SudTitles“Il cinema per tutti” 2021 è andato a Portuali, di Perla Sardella con la seguente motivazione: “Per un progetto che esprime l’urgenza di dare voce al mondo del lavoro e delle lotte per i diritti con uno sguardo che non si preoccupa di essere considerato anacronistico nella volontà di porre l’accento sulla necessità di ripensare alla lotta di classe. Un progetto di un gruppo di lavoro giovane e impegnato che conosciamo e a cui guardiamo da tempo con interesse e che consideriamo tra le promesse più interessanti del cinema italiano”.

Il Premio distribuzione CG Digital per il Miglior Film Europeo della sezione Habitat va a Oltre Le Rive, di Riccardo De Cal (Italia). Si legge nella motivazione: “Come un elegante valzer, in un continuo e inesorabile fluire, il film ha saputo mettere al centro del proprio racconto la complessità del rapporto tra il territorio e le vite delle donne e degli uomini che lo abitano: un rapporto che a volte è dialogo, altre volte diventa scontro e altre ancora resa. Ed è in questa relazione che il presente e la memoria del passato trovano un nuovo punto di approdo”.

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