Salute/

Dalla Flash Therapy nuove speranze per la cura dei tumori

Lo studio, finanziato con 1,3 milioni di euro dalla Fondazione Pisa e promosso dall’Università di Pisa, potrebbe rivoluzionare la radioterapia oncologica

La presentazione del progetto di ricerca Electron Flash Therapy

Passa dall’effetto Flash la rivoluzione delle cure oncologiche. E’ stata presentata a Pisa, la sperimentazione che potrebbe potenziare l’efficacia della radioterapia, riducendone gli effetti collaterali, quale strumento nella lotta ai tumori. Si basa su un acceleratore lineare di particelle, che potrebbe rendere la radioterapia molto più rapida e mirata. E’ stato sviluppato nello studio ‘Electron Flash Therapy’, finanziato con 1,3 milioni di euro dalla Fondazione Pisa e promosso dall’Università di Pisa, con Azienda ospedaliero-universitaria Pisana, istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn).
La sperimentazione, condotta in vitro e in vivo su animali, ha una durata prevista di quasi quattro anni (45 mesi) e l’obiettivo è arrivare ai test sull’uomo. E’ stato di recente costituito il Centro pisano multidisciplinare sulla ricerca e implementazione clinica della Flash Radiotherapy (Cpfr) dotato di un acceleratore lineare (Linac) di elettroni. Il dispositivo, unico nel suo genere, prevede un acceleratore, un ‘cannone’ elettronico a triodo, caratteristica unica fra le sorgenti di questo tipo, che dovrebbe abilitare una serie di esperimenti decisivi per comprendere il meccanismo della Flash Therapy.

Flash – spiega il fisico Fabio Di Martino, ideatore del progetto e direttore tecnico di Cpfr – è un effetto radiobiologico, evidenziato sperimentalmente su modelli animali, che permette, erogando la dose di radioterapia in tempi di frazioni di secondo (contro i minuti della radioterapia convenzionale) di risparmiare drasticamente i danni ai tessuti sani mantenendo inalterata l’efficacia terapeutica sul tumore. Ciò permetterebbe, nella pratica clinica, di poter aumentare le dosi terapeutiche e i volumi interessati e trattare con efficacia tumori ad oggi con prognosi nefasta“.

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