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L’Accademia Teatrale di Firenze porta in scena “Danxte” omaggio anticonformista al Poeta

Giovedì 11 novembre nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio un omaggio ai versi danteschi realizzato in una forma innovativa

Nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, nell’ambito delle celebrazioni per il 700° anniversario della morte del Sommo Poeta, giovedì 11 novembre, alle 20,15 va in scena l’omaggio anticonformista e “contemporaneo” ideato dal regista Pietro Bartolini e il drammaturgo Alberto Severi, con la produzione del Centro Culturale di Teatro e i giovani attori dell’Accademia Teatrale di Firenze.

“Danxte”  è un progetto avviato nel 2020 che sperimenta un nuovo tipo di performance con linguaggi innovativi e sperimentali per raccontare le opere del Sommo Poeta attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie con il supporto di centri di ricerca universitari.

L’iniziativa fa parte di una rassegna sostenuta dalla Direzione Cultura del Comune di Firenze e dal Comitato delle Celebrazioni Dantesche denominata: “Dante 2021 le cose tutte hanno ordine tra loro” a cura di Associazione Culter, Compagnia Virgilio Sieni e Centro Culturale di Teatro.

Attraverso il corpo, la voce e le nuove tecnologie, riprendono vita i versi danteschi, valorizzando suoni antichi ma ancora capaci di narrazioni incredibilmente attuali, dove il mondo immaginario sembra essere il più potente mezzo per comprendere quello reale.

Il filo conduttore del progetto “Danxte” è il rapporto tra Dante e Beatrice che ha origine dalle maggiori opere dantesche. È un Dante “scorretto”, fuori dagli schemi e dai santini oleografici d’occasione quello che, in un tiepido e un po’ sensuale inferno domestico, rivive nella cameretta di adolescente del quindicenne “Maicol”, invaghitosi via web di una Beatrice molto poco eterea e un po’ beffarda, e tampinato, in tempo di Covid e di didattica a distanza, dalle sollecitudini della madre.

Sullo spartito testuale di Alberto Severi, scandito da ampie citazioni della Commedia, il regista Pietro Bartolini sonda le potenzialità di una scenografia virtuale esaltata dal multischermo nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, e mette in cortocircuito ipotesi ed esegesi dantesche eccentriche e non conformi: l’inversione sogno-realtà, la presunta narcolessia del Poeta, l’ambivalenza, e la valenza erotica, nient’affatto casta e angelicata, della sua ispirazione amorosa.

Fra tanti corpi “astrali”, voci incorporee fuori campo e apparizioni virtuali, in scena, come Dante-Maicol e Bea-Beatrice due giovani e promettenti allievi attori dell’Accademia Teatrale di Firenze: Rebecca Rossini e Filippo Barzanti, affiancati dagli altri interpreti della compagnia Claudia Bartolini, Rebecca Corsini, Franco Ignesti, Luigi Marasco, Costanza Salvini, Lorenzo Pesce, Francesco Giuliani, Filippo Nobile e Paolo Varone Kagel.

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