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Diari toscani: i viaggi di ‘Nonna Bice’ di Bice Andreani

L’epistolario di una casalinga giramondo in viaggio col marito in America Latina

Bice Andreani e il marito e Beppe a Sacsayhuaman (Perù)

Bice Andreani nasce a Carrara nel 1908. Il suo è l’epistolario di una casalinga giramondo. Il tratto peruviano della Panamericana, la strada leggendaria che attraversa da nord a sud le Americhe, interrotto in almeno cinquecento punti a causa delle alluvioni. Pietre e fango ovunque sulla rotta che Bice e Giuseppe percorrono nel 1983, attraversando la miseria materiale e sociale di un grande paese dell’America Latina. In Perù ci sono finiti un po’ per ragioni di lavoro, un po’ per il desiderio di viaggiare e molto, molto per caso. Quando decollano con l’aereo dall’Italia non sono certo due giovanotti, Bice e Giuseppe, nati entrambi a Carrara nel 1908, cresciuti insieme, divenuti marito e moglie. Una vita in sintonia, in simbiosi, la stessa che traspare dalle lettere scrivevano ai figli e ai nipoti rimasti a casa. A portare i due nonni dall’altra parte del globo, alla rispettabile età di settantacinque anni, un inaspettato incarico da esperto informatico affidato a Giuseppe. Lui che aveva iniziato la carriera come contabile in una ditta marmifera, per proseguirla presso la Banca Nazionale del Lavoro dove raggiunge l’incarico apicale di condirettore centrale. Lui che in oltre trent’anni ha seguito i cambiamenti tecnologici, l’informatizzazione delle procedure bancarie, intessendo rapporti con l’estero per lo sviluppo di questo settore. Un’esperienza che si rivela necessaria e così nel 1983 tocca a lui andare in Perù, per un soggiorno che si protrae fino a sette mesi, tra impegni e partenze alla scoperta del Sud America. Al suo fianco, non potrebbe essere diversamente, l’inseparabile Bice.

Lima, Perù, 5 aprile 1983
Da Lima, in Perù, dove segue gli spostamenti lavorativi del marito Giuseppe, Bice Andreani scrive ai figli e ai nipoti rimasti in Italia.

Rifaccio lettera collettiva. Ricevuta splendida lettera di Ilaria, futura Grazia Deledda: e scrive assai bene la Serena, col cuore in tumulto per questi Nonni evasori. Grazie a Lucy che verrà col padre. E che verrà anche la Contessa, la cui figlia piccola (crepi il lupo), dovrebbe, se fa come lo zio Ago, licenziarsi nello stesso Istituto a giugno. E grazie ad Ati e Gabriella che verranno, tenendo presente che il 31 ag. si dovrebbe rimpatriare. Spes ultima dea – e se si andasse a fine Año? E grazie alla manata del Botti ultimo che ha intenzione di riempire un aereo. Poi chi c’è ancora. Ly che metta i piedi per terra. Noi si vorrebbe ma, sembra un’utopia quel lavoro estremamente grandioso. Io vedrei, più logicamente, la famigliola con il nuovo anno scolastico, riunita nella casa di V. Bracco, dato che si è dissolta via Fascetti 26.
E trovare due lavori concreti. Attendiamo ancora due scritti di Giuseppe jr e Gabriele. Due cherubini che fanno il paio col niño Ludovico, circa la biondezza. Ma sono, è tutta bella la ns squadra di calcio. Non avendo nipotini appresso, mi ero attaccata a tre negretti sul pianerottolo. E comperavamo dolcetti per distribuir loro quando li sentivamo fuori della porta = Yoe il pequeño = Jesu el segundo = Andreas el primero. I miei attaccamenti sono effimeri. Essi sono spariti mentre eravamo nelle feste pasquali a Nazca. Un tuffo al cuore quando ieri ho appreso che non ci son più.

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“Concida” Lima, Perù, 20 marzo 1983 Miraflores 20 – 3 – 83 ore 16.30
Cari tutti, ieri sera siamo stati a concida (cena) dal dott. Francisco Xavier Quezada Moreno, ormai adottato come medico curante e di cui abbiamo già scritto. È stata una serata simpaticissima. Questo medico che è chirurgo e oculista è anche teniente coronel dell’Esercito dal quale si è ritirato perché lo avevano trasferito nella Selva.
Parliamo prima della casa e poi della famiglia. È una bella casa, abbastanza spaziosa ma che avrebbe bisogno di un tocco architettonico per diventare bella! Mobili un po’ raffazzonati, un giardino davanti ed un patio interno con banani (si chiamano platanos) bellissimi e con Papaia (albero elegante che dà buoni frutti). Anche qui prato… e non piove quasi mai! Grande sala di musica, infatti la rivelazione è stata il medico: egli canta, compone, suona: è un portento!
Ometto la descrizione e dico che la camera degli ospiti… è a vostra disposizione (!?)
Ma: meraviglia, con una scaletta a chiocciola esterna si sale sulla terrazza dove oltre al lavatoio e allo stenditoio c’è un bel… pollaio con addirittura galli e tacchini!
Spero che Lucilla stia molto bene per venire, essendo qui attesa, ma se viene con Enzo questi troverà da divertirsi anche col dottore-musico: suona zufoli, tamburi, ocarine, clarini, pifferi locali e canta accompagnato da due bravi chitarristi.
Portate più $ Usa possibile; cercate linee aeree che vi facciano risparmiare anche perché Alitalia non va oltre Caracas e poi si deve traversare tutto il continente per venire a Lima.
Per oggi basta
Baci Babbo

Brani tratti da “Italiani all’estero. I diari raccontano” un progetto realizzato con il contributo della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Un progetto di Nicola Maranesi per l’Archivio diaristico nazionale. Consulenza editoriale di Pier Vittorio Buffa. Ricerca d’archivio e redazione testi: Laura Ferro e Nicola Maranesi. Ricerca iconografica e organizzazione delle fonti documentali: Antonella Brandizzi. Fotografie di Luigi Burroni.

Per informazioni:
https://www.idiariraccontano.org/

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