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“disConnessi” all’Istituto degli Innocenti giovani fotografi si interrogano sulle nuove tecnologie

Il rapporto tra adolescenti e nuove tecnologie al centro della mostra fotografica ideata e promossa in collaborazione con Fondazione Studio Marangoni

Il rapporto tra i giovani e le nuove tecnologie è al centro della mostra “disConnessi” all’Istituto degli Innocenti di Firenze realizzata in collaborazione con la Fondazione Studio Marangoni.

La prima parte del progetto è stato un workshop tenuto dal fotografo Raimond Wouda, noto autore e docente presso l’Accademia dell’Aia in Olanda che ha coinvolto cinque giovani fotografi italiani, selezionati attraverso una open call. Le immagini inedite realizzate durante il laboratorio sono adesso in mostra insieme agli scatti coloratissimi e stranianti dello stesso Wouda nel salone Borghini del museo fiorentino.

Arabella Natalini curatrice e direttrice scientifica del Museo degli Innocenti ha dichiarato: “Il rapporto con le nuove tecnologie è un aspetto cruciale nella vita quotidiana di tutti noi e determina delle modalità di relazione soprattutto per i giovani abituati ad avere gli smartphone con loro fin da piccoli. La mostra e tutto il progetto non vuole dare un giudizio, non possiamo dire che è qualcosa che ‘fa male’ alle persone però sicuramente ridetermina e cambia le modalità di relazione non solo l’uno con l’altro ma anche col sapere e con quello che succede nel mondo”.

Le nuove tecnologie sono ormai uno strumento per connetterci agli altri e al mondo senza il quale non potremmo vivere, ma allo stesso tempo sono un’arma a doppio taglio che presenta rischi e insidie a cui i giovani sono esposti tutti i giorni.

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani presente all’inaugurazione ha detto: “Oggi ripartiamo all’Istituto degli Innocenti con una mostra che ha un significato simbolico. DisConnessi è una mostra fotografica che mette al centro gli adolescenti e evoca un modo di pensare, di vivere e di riflettere sul futuro di una generazione che con i social e tutto ciò che internet ci propone comunica, forma e vive gli aspetti sociali come quelli individuali.”

I fotografi in mostra

Gli scatti realizzati da Michelle Davis, Sara Esposito, Giacomo Infantino, Alisa Martynova e Anita Scianò sono immagini realizzate ed elaborate utilizzando gli strumenti elettronici, che propongono attraverso una pluralità di sguardi ed interpretazioni, una riflessione su un tema sempre più attuale: il rapporto tra il mondo reale della vita quotidiana e le loro esperienze e scambi sociali virtuali dei nativi digitali.

Michelle Davis e il “ghosting”

Il progetto di Michelle Davis ha analizzato il fenomeno del “ghosting” che la giovane fotografa ci ha raccontato così: “Il ghosting è un fenomeno che si sta espandendo sempre di più tra gli adolescenti e i giovani adulti che vede il distaccamento netto o la fine di un rapporto senza nessuna spiegazione. Questo è possibile proprio perchè con l’utilizzo di social media o app di dating usciamo dalla nostra cerchia sociale e questo ci rende meno responsabili. In una società in cui come dice il titolo della mostra esiste la disconnessione non viviamo le conseguenze delle nostre azioni. Io posso fare del male a una persona ma dato che non è davanti a me e non c’è un reale confronto è come se non esistesse.

Nella mostra ho voluto indagare l’argomento attraverso poesie che ho trovato in un sito web www.hellopoetry.com dove c’è un’intera sezione dedicata al ghosting in cui ragazzi spiegano quelle che sono state le loro sensazioni. Ho usato questi testi per creare delle immagini che facessero capire qual è lo stato psicologico ed emotivo di chi subisce il ghosting ma anche potenzialmente di chi lo fa.”

 

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