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Donne e calcio, a Coverciano la “Toscana delle donne” traccia il futuro

Testimonianze e riflessioni con le calciatrici e le dirigenti che hanno conquistato spazi importanti in questo sport. Il presidente Giani: “Qui le figure femminili meritano un ruolo centrale”

coverciano toscana delle donne

Le donne hanno ruoli sempre più rilevanti nello sport, anche in discipline storicamente appannaggio dei maschi. Accade anche nel calcio e proprio nell’auditorium del Centro Tecnico Federale di Coverciano a Firenze, nell’ambito della settimana della “Toscana della donne” organizzata dalla Regione, si è fatto il punto con le figure apicali del settore nel corso di un convegno.

“Oggi abbiamo voluto dedicare una giornata alle donne e allo sport, che è da sempre uno dei settori più resistenti ad aperture verso il mondo femminile, che invece merita un ruolo centrale. Lo testimonia una loro presenza sempre più consistente, ad esempio, in una disciplina come il calcio. Anche a livelli dirigenziali. Simbolo di tutto questo è senza dubbio Maria Sole Ferrieri Caputi, primo arbitro donna in serie A”, ha detto il presidente Eugenio Giani.

In apertura di convegno il capo di gabinetto del presidente, Cristina Manetti, ha voluto sottolineare la conquista del contratto professionistico nel calcio femminile. “Vorrei ringraziare, oltre al Centro Tecnico che ci ha ospitato, le calciatrici e le sportive in generale. Questa è la settimana toscana delle donne e abbiamo dedicato loro tante iniziative, altre ancora ci attendono, che riguardano tutti i settori. Non potevamo non dedicarne una al calcio femminile perché il 2022 è stato un anno che passerà alla storia, dal punto di vista sportivo: anche le calciatrici sono diventate professioniste a tutti gli effetti. Dallo scorso luglio anche le donne hanno un contratto, con tutte le tutele che ne conseguono. Ora giochiamo alla pari”.

Una mattinata di confronto e riflessioni

Spazio poi ad altri rappresentanti autorevoli del settore, come Ludovica Mantovani (figlia di Paolo, presidente della Samp che conquistò lo scudetto nel 1991), dal 2019 presidente della divisione calcio femminile della FIGC. “Sono entrata in FIGC anche grazie al cognome che porto, non lo nego, ma anche per le mie capacità. Ho respirato e vissuto calcio fin da bambina. A scuola mi chiedevo perché i miei compagni maschi potessero saltare lezioni per andare a giocare a pallone mentre noi, femmine, dovevamo restare in classe”.

Paolo Bosi, vice presidente del settore tecnico della FIGC, ha evidenziato come “le donne nel mondo del calcio stanno acquisendo ruoli sempre più importanti. Emblematico il caso di Maria Sole Ferrieri Caputi. Un segnale bellissimo. Ma ancora la strada è lunga se consideriamo che soltanto il 6% delle società calcistiche ha una divisione femminile. Il lavoro per incrementare questi numeri deve partire dalla base, dai dilettanti”.

Importanti le testimonianze di due ex calciatrici come Chiara Marchitelli (attuale responsabile AIC calcio femminile) ed Elisabet Spina (responsabile settore femminile del Milan), capaci di ritagliarsi ruoli importanti a livello dirigenziale. Duccio Baglioni, vice presidente AIA, ha concluso portando l’attenzione su alcuni numeri importanti. “Su 30 mila associati AIA 1600 sono ragazze, che si sono avvicinate soprattutto negli ultimi anni. Non è stato un percorso facile”.

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