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Dop Economy, Siena e Firenze fanno da traino alla Toscana

Prospettive e opportunità alla luce della riforma delle indicazioni geografiche in discussione al Parlamento Europeo: il punto con Coldiretti Toscana

dop e igp toscana - © Ilaria Costanzo

Siena e Firenze nella top 20 delle province italiane per impatto economico delle produzioni di qualità DOP e delle IGP. Fanno da traino alla Dop Economy regionale che con 89 prodotti tra vino e food vale complessivamente 1.361 miliardi di euro (+18,6%) ed il quinto posto nazionale.

La classifica della Dop Economy regionale è stata predisposta dalla Coldiretti Toscana sulla base del Rapporto Qualivita – Ismea 2022. L’occasione per presentare lo studio l’evento sulla riforma del sistema delle indicazioni geografiche all’Innovation Center di Firenze.

Il dibattito della Coldiretti sulla riforma delle indicazioni geografiche

Sono chiare, da questi numeri, le motivazioni per cui la riforma del sistema delle indicazioni geografiche in discussione in Europa assume una rilevanza vitale per il futuro della nostra Dop Economy – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – E’ necessario aumentare il livello di tutela con le indicazioni geografiche ma anche rendere più attuali le IG senza abbassare il livello di guardia. Cosa sarebbe oggi Montalcino o Bolgheri senza le indicazioni geografiche del vino? Sono esempi in cui un prodotto agricolo fa da traino economico al territorio. E’ questa la strada che noi vogliamo continuare a difendere per lo sviluppo della nostra economia”.

Il contributo principale ai primati della DOP Economy provengono principalmente dal vino con 58 produzioni a denominazioni (52 DOP e 6 IGP), di cui 4 tra le principali 20 italiane (Chianti Dop, Chianti Classico, Brunello di Montalcino Dop e Toscano Igp). Un giro d’affari da 1.183 milioni di euro di impatto economico e 5.839 operatori coinvolti.

Il comparto food crea invece un valore complessivo di 178 milioni di euro grazie a 31 prodotti (16 IGP e 15 IGP) con 11.938 operatori e al primato nazionale dell’olio extravergine con 29 milioni di euro.

Arriveremo ad un testo finale intorno alla metà di aprile per poi votarlo in commissione agricoltura e poi Plenaria – ha spiegato l’europarlamentare, Paolo De Castro relatore della riforma – Abbiamo bisogno di rendere più forti e stringenti le norme a tutela delle indicazioni geografiche. E poi la semplificazione: i nostri produttori non possono aspettare anni per una modifica del disciplinare. Vogliamo regolare i tempi per rendere le cose più semplici e dare gli strumenti per essere più competitivi”.

La vetrina della Dop Economy in Toscana – © Coldiretti Toscana

Va bene una riforma che faciliti” la registrazione di nuove Dop e Igp, “ma che non abbassi sicuramente l’asticella, anzi, la deve alzare, perché questi prodotti hanno bisogno di più tutele. Non si possono abbassare i livelli di guardia sui marchi” ha affermato Patrizio La Pietra, sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, a proposito della riforma europea ora in fase di gestazione.

Questi infatti, ha aggiunto La Pietra, “per noi rappresentano fondamentalmente un’identità non solo economica ma anche territoriale: sono prodotti speciali, particolari, che rappresentano un eccellenza territoriale, e un’identità culturale, per cui vanno tutelati“.

Per la vice presidente e assessora all’Agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi la riforma delle indicazioni geografiche “una nuova regolamentazione non può che fare bene alla Toscana. Noi siamo insieme al Veneto la regione che conta più Dop e Igp e che di più ha puntato sulla qualità e sulla garanzia dei consumatori. Non possiamo che essere favorevoli a questa normativa. Ci auguriamo che venga introdotta anche qualche semplificazione“.

Agricoltura biologica della Toscana – © HQuality

L’agricoltura, traino della ripresa

Agricoltura (32%) e turismo (56%), a cui le imprese agricole compartecipano con oltre 5.000 agriturismi e 1 milione di turisti l’anno, sono i settori trainanti insieme al commercio (33%) per la crescita dell’economia della Toscana nella percezione dei suoi cittadini.

Lo rivela il rapporto elaborato dal Centro Studi Divulga e Ixè, presentato a Firenze in occasione di un evento promosso da Coldiretti Toscana. L’agricoltura, secondo i toscani, traina la ripresa economica di più rispetto ad artigianato (28%), industria (27%), cultura (19%), servizi finanziari (5%).

Dop economy, una realtà di qualità

Il percepito ha una corrispondenza evidente anche nella vita reale – ha affermato Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – che si traduce in 52mila imprese, 70mila occupati, 3,7 miliardi di valore aggiunto, quasi 3 miliardi di esportazioni ed il più ricco paniere, con 93 eccellenze, di prodotti ad indicazione geografica Dop, Igp, Stg che producono complessivamente un impatto economico di oltre 1,3 miliardi di euro, che vale il 30% del totale dell’agroalimentare regionale“.

Secondo Filippi bisogna dunque lavorare per “un’agricoltura di qualità, che deve essere protetta da chi vorrebbe depotenziarla o danneggiarla. L’agricoltura è un asset centrale per lo sviluppo della regione, le indicazioni geografiche un volano di questa crescita“.

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