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Così i droni salveranno la street art. Un’operazione da ‘Superstar’

Non solo droni, ma anche materiali green per la conservazione delle opere di street art. Il progetto parte da Pisa (e da Tuttomondo di Keith Haring) ma ha già coinvolto i principali atenei italiani

Tuttomondo, di Keith Haring

Droni per studiare da vicino le pitture murali in modo non invasivo, innovativi sistemi di pulitura con materiali green, trattamenti protettivi ottimizzati per difendere le opere di street art da atti di vandalismo e fattori ambientali aggressivi. Sono alcuni degli interventi previsti da SuperStar (Sustainable preservation strategies for street art), progetto partito il 22 marzo che verrà presentato con un evento pubblico in streaming il 12 aprile.

Il progetto punta a sviluppare una serie di buone pratiche e linee guida per preservare le opere di street art nel contesto urbano in cui si trovano. Finanziato dal ministero dell’Università e della ricerca, il progetto Prin2020 SuperStar durerà tre anni e vede in prima fila un team del Dipartimento di chimica e chimica industriale dell’Università di Pisa specializzato nella conservazione e restauro delle opere d’arte contemporanee, che ha già al suo attivo un intervento sul murales Tuttomondo di Keith Haring a Pisa.

Un patrimonio da tutelare

 

“La street art negli ultimi anni viene sempre più riconosciuta come un patrimonio culturale che va tutelato” spiega la professoressa Francesca Modugno dell’Ateneo pisano, responsabile del progetto. “Ma questo tipo di arte è situata all’aperto, in diretto contatto con gli agenti atmosferici e con l’ambiente urbano, liberamente accessibile, e quindi particolarmente vulnerabile. Le strategie di conservazione e di valorizzazione della street art sono ancora oggi lacunose e lontane dall’essere chiaramente definite”.

Il progetto ha quindi l’obbiettivo di sviluppare delle metodologie innovative per conoscere e conservare le opere di street art, a partire dalla composizione dei materiali e dei processi di degrado analizzati utilizzando metodi di invecchiamento artificiale e simulazioni in “camera della pioggia”.

In particolare le fasi previste partono da una individuazione di casi studio in collaborazione con il Comune di Milano, il Comune di Torino e il Comune di Pisa. Insieme all’Ateneo di Pisa partecipano al progetto le Università di Torino, Bologna, Bari e Venezia, il Politecnico di Milano, e tre istituti del Cnr.

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