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Export, l’oro ad Arezzo e il lusso a Firenze trainano la moda

Segnali positivi giungono dal cartario a Lucca, dal settore agroalimentare con l’exploit dell’olio toscano in Nord America e dal Farmaceutico

Oroarezzo

Dove non ha potuto la pandemia, sta ora colpendo l’inflazione. L’export in Toscana è tornato a tirare, anche grazie all’exploit della moda tra l’oro ad Arezzo e il mercato del lusso a Firenze. I rincari legati alla crisi e al carovita però pesano.

Le esportazioni dei distretti della Toscana nei primi nove mesi del 2022 hanno superato il valore di 18 miliardi di euro: il massimo dal 2008. La crescita è stata di circa 2,4 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2021, pari al +15,1%.

Intesa Sanpaolo e il monitor dei distretti

Il Monitor dei distretti della Toscana realizzato dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo sottolinea come i risultati dipendono dall’aumento dei prezzi alla produzione: un fenomeno che si è intensificato nel corso del 2022. La stima del dato manifatturiero dei distretti al netto dell’effetto prezzo conferma una crescita consistente sia nel confronto con il 2021, sia rispetto al 2019. Insomma la ripresa in effetti c’è.

L’oro e il lusso traino della moda

Dal report emerge che il comparto più rilevante rimane il sistema moda, sostenuto dai risultati registrati dall’oreficeria di Arezzo (+25,1%) e dai distretti fiorentini del lusso come la pelletteria e le calzature di Firenze (+14,2%), l’abbigliamento di Empoli (+13,3%) e il tessile e abbigliamento di Prato (+22,2%). Una tendenza che trova riscontro nei dati confortanti che arrivano dagli ultimi appuntamenti di Pitti Immagine.

Il cartario di Lucca in netta crescita

In crescita rispetto al pre Covid anche il cartario di Lucca sia nella componente produttiva (+64,9%), sia nella meccanica (+9,2%). Un comparto questo dove si è investito molto negli ultimi anni soprattutto in termini di sostenibilità degli impianti. Bene pure il distretto del marmo di Carrara (+19,3%).

L’exploit dell’olio toscano e del vino

La Toscana delle Dop e delle Igp fa sentire il suo peso quando si parla di filiera agro-alimentare. La crescita è stata di circa 200 milioni (+14,3%) nel periodo gennaio-settembre 1,6 mld di esportazioni. I distretti che si sono distinti più di altri sono quello dei vini dei colli fiorentini e senesi (+15,1%) e dell’olio toscano (+29,4%). Il cambio favorevole con il dollaro è stato importante per aiutare queste realtà a rafforzare la loro presenza nel mercato nordamericano.

Bene i poli farmaceutico-biomedicale

I poli del settore farmaceutico e del biomedicale si confermano trainanti per il commercio internazionale della regione: nel periodo gennaio-settembre 2022, le esportazioni si attestano a 3,5 mld (+22,8%). In particolare, si rileva la crescita registrata nella provincia di Siena, che ha quasi raddoppiato il valore del 2021 (+85,4%) con importanti incrementi dei flussi verso gli Stati Uniti.

Una tendenza sempre più marcata a cui si aggiunge la capacità del territorio di attrarre capitali, come il recente investimento per implementare un nuovo centro di ricerca e sviluppo.

Export: bene Svizzera, Usa e Francia

Tra i mercati di sbocco la Svizzera si conferma come primo mercato di riferimento per i distretti tradizionali con circa 3,7 mld di esportazioni. Da sottolineare la crescita delle vendite verso gli Stati Uniti (+588 mln; circa +40% rispetto al 2021). A pesare favorevolmente le dinamiche del cambio. Bene anche gli scambi verso il mercato francese (+29,2% rispetto al 2021 e +39,9% rispetto al pre-Covid).

La reazione della Toscana alla crisi

I dati dell’export distrettuale dimostrano ancora una volta che la Toscana è una regione che sa reagire – commenta Tito Nocentini, direttore regionale Toscana e Umbria Intesa Sanpaolo -. Nonostante le incertezze dello scenario macroeconomico, infatti, il 2022 si è chiuso comunque in modo positivo grazie alla forza del nostro tessuto imprenditoriale che ha saputo valorizzare in particolare le filiere di prossimità”.

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