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Il digitale si fa materia d’arte: le “emozioni” di Fabrizio Plessi in mostra nella galleria Tornabuoni Arte

Fino al 18 novembre a Firenze esposte le opere di Fabrizio Plessi artista pioniere e sperimentatore di videoarte e di nuove tecnologie applicate all’arte contemporanea

La galleria fiorentina Tornabuoni Arte dedica a Fabrizio Plessi, uno dei più importanti artisti italiani di videoarte, la mostra “PLESSI. Emozioni Digitali”, in lungarno Benvenuto Cellini, 3.

L’esposizione raccoglie oltre trenta lavori dai progetti dagli anni Settanta agli anni Novanta, fino alla produzione video più recente dell’artista, considerato un pioniere, tra i primi sperimentatori della materia digitale in Italia, tanto da essere definito “l’aborigeno del digitale”.

Un artista che ha saputo coniugare natura e artificio, arte e tecnologia, dando vita a creazioni poetiche di grande impatto evocativo, dove ricorrono costantemente gli elementi primordiali quali l’acqua, il fuoco, i fulmini, la terra, in un flusso inarrestabile di immagini.

Mentre tutti dipingevano o facevano sculture, io pensavo a come il canale televisivo si potesse plasmare, grazie ai suoi pixel e alla sua immateriale consistenza

“Mi confronto con delle vie nuove ogni volta, e questa via del digitale, che ai miei tempi chiamavamo elettronica, è sempre stata per me un modo di dare vita alla materia” ha dichiarato l’artista – “Mentre tutti dipingevano o facevano sculture, io pensavo a come il canale televisivo si potesse plasmare, grazie ai suoi pixel e alla sua immateriale consistenza.”

Al piano superiore della galleria saranno esposti alcuni progetti su carta degli anni Settanta, con disegni e immagini ricchi di annotazioni, che testimoniano quanto il suo lavoro si sia sempre basato su una metodologia e uno studio rigorosi, attenti alla tradizione del disegno manuale.

“Ogni opera è frutto di un lungo lavoroha scritto la storica dell’arte Sonia Zampini – che si basa su disegni preparatori a cui Plessi dedica particolare attenzione. Studi di annotazioni grafiche e cromatiche, creano una fitta selva di osservazioni strutturate e concrete a cui affidare lo sviluppo della successiva opera, intesa come visione tangibile del progetto iniziale. I video riprenderanno successivamente questa ideale struttura a foglio o composizione a più fogli che, con misure aumentate, si definiranno come delle finestre ideali in grado di mostrare una condizione che si pone oltre la fisicità che la contiene, una sorta di filtro tra due ipotetici mondi e visioni.”

Insieme ai progetti, sempre in questa sezione, troviamo alcune opere della serie Cariatidi, dei primi anni 2000, alcune su carta, altre invece sculture, dove la fisicità degli oggetti e dei materiali (paglia, anfore, sassi) si combina in modo armonico con le immagini digitali.

Al piano inferiore, la mostra prosegue con i lavori video più recenti, divisi per temi, in una sequenza che restituisce agli spettatori l’essenza degli elementi ritratti: dalla fluidità e la forza dell’acqua che scorre e travalica i perimetri tangibili dell’opera, al bagliore dei lampi che illuminano brevemente il buio della notte, all’incandescenza del fuoco che si manifesta anche nella striscia segnata dal passaggio della lava.

Plessi usa la tecnologia come materia da plasmare, così come uno scultore farebbe con il marmo. Non si ferma alla mera riproduzione dell’immagine o documentazione della realtà ma, come sottolineava Achille Bonito Oliva, “gioca con tematiche complesse come il rispecchiamento ed il doppio, il narciso e la memoria, con la produzione di immagini sofisticate capaci di evocare per il loro virtuosismo la “sprezzatura” manierista.”

Fabrizio Plessi, Fuoco #T125, 2020, programma digitale e sonoro, cm 97×57 courtesy Tornabuoni Arte

L’installazione site specific sulla facciata di Palazzo Bartolini Salimbeni

Da mercoledì 21 settembre 2022 chi passeggerà a Firenze, lungo la centralissima via Tornabuoni, si troverà ad ammirare, inaspettatamente, un’inedita installazione video di Fabrizio Plessi che animerà la facciata di Palazzo Bartolini Salimbeni, sede della Collezione Roberto Casamonti.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Collezione Roberto Casamonti e le Gallerie degli Uffizi. Un progetto a cadenza biennale che, di volta in volta, selezionerà un artista internazionale al quale sarà commissionato un lavoro site specific per le quattro nicchie all’altezza del piano nobile della facciata che, nel Cinquecento (1520), ospitavano le statue raffiguranti le quattro Stagioni, sculture ormai disperse, creando un confronto diretto tra la struttura architettonica antica e i linguaggi contemporanei.

L’opera, che andrà a sostituire le antiche statue, realizzata grazie alla Collezione, sarà visibile per sei mesi. L’artista invitato donerà il proprio ritratto alle Gallerie degli Uffizi, arricchendo così la preziosa Galleria degli autoritratti.

Fabrizio Plessi, Palazzo Bartolini Salimbeni, courtesy Collezione Roberto Casamonti

 

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