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Dai Blues Brothers a Ritorno al futuro: viaggio nei film ‘pop’ degli anni ’80

I film anni ’80 come non li avete mai visti, in un libro dedicato a chi si è emozionato in sala o davanti a una videocassetta in quegli anni, ma anche a chi ne ha sentito solo parlare dai genitori mentre guardava Stranger Things

Film Pop anni ’80, Matteo Marino e Simone Stefanini

Rocky, Ghostbusters, La storia infinita, Ritorno al futuro, Dirty Dancing, The Blues Brothers, Indiana Jones, Karate Kid, Grosso guaio a Chinatown, Una poltrona per due. Sono sicura che se ripensate a questi film e avete sui 30-40 anni non potrete non esplodere in un grande sorriso pieno di nostalgia. Sono probabilmente i titoli dei primi film che avete visto con i vostri amici al cinema, quelle sale nere ed immense in cui si sprofondava in una poltrona e si era pronti a volare e ad emozionarsi grazie alle avventure di eroi incredibili che facevano tutto quello che a noi era vietato fare.

Il libro scritto dai critici e giornalisti Matteo Marino e il toscanissimo Simone Stefanini analizza proprio i “Film pop anni ’80”, pellicole cult che hanno colonizzato l’immaginario contemporaneo, veri e propri “comfort movies” di cui oggi ancora si sente il profumo. Matteo Marino e Simone Stefanini prendono in esame 28 film pop più uno in un libro che non è solo un saggio cinematografico, ma che esplora anche tutto quello che gira intorno a queste opere: personaggi, battute, profili psicologici, significati nascosti, easter egg, icone pop, memorabilia, colonna sonora, mappa delle location e si diverte anche a dissacrarli e a guardarli con gli occhi di oggi per capire se reggono la prova del tempo nella sezione “Rewatch”.

Ecco la nostra intervista a Simone Stefanini

É incredibile come questo decennio di cinema sia ancora presente nelle nostre vite. Moltissimi successi recenti si rifanno a quegli anni come Stranger Things, Mandalorian o i vari remake di Ghostbusters, come te lo spieghi?

É stato l’ultimo decennio in cui i film avevano gli eroi, l’happy ending e tutto quello che girava attorno ai media era colorato, ottimista e proiettato verso il futuro perchè erano tempi clamorosamente dopati. C’erano sia più soldi che prospettive di benessere e tutto girava intorno a quello. É difficile trovare un film famoso degli anni ’80 con un finale strappalacrime, cosa che invece negli anni ’70 avveniva spesso. Io e Matteo Marino scherziamo sempre quando diciamo che non ci sarebbero state negli anni ’70 le action figure di Kramer contro Kramer, chi avrebbe collezionato Dustin Hoffman e Meryl Streep che litigano? Invece negli anni ottanta è tutto iconico, è tutto riproducibile. Dagli anni ’90 in poi è tornata l’introspezione, la crisi economica e sociale che non ci siamo più tolte. Quindi è chiaro che se cerchiamo un po’ di serenità torniamo indietro nel tempo.

A me sembra che sia anche un decennio che ha capito che il teenager era una forma di guadagno, era pensato tutto a forma di adolescente, insomma è forse il primo decennio che ha scoperto il teenager come consumatore

Assolutamente, Io faccio sempre l’esempio di quando da piccolo mia mamma mi portò al cinema a vedere “Amore senza fine” di Zeffirelli, uno dei primi film che ho visto in sala, feci una dormita incredibile, era penso tardo ’70. Negli anni ’80 i ragazzi si davano l’appuntamento al cinema la domenica pomeriggio. Diciamo che cinema, sala giochi erano i luoghi in cui i ragazzini andavano, si conoscevano, c’era anche bullismo, ma erano luoghi di aggregazione. Tutti i prodotti erano fatti per quella fetta di mercato, e adesso ci stiamo tornando.

Stranger Things

Quello che però io mi chiedo è com’è che quello stile è passato agli adolescenti di oggi, per esempio come mai sono tutti impazziti per una serie come Stranger Things che è la cosa più anni ’80 mai fatta?

Sono le retromanie di ritorno, periodicamente torna di moda un decennio e te lo rivivi in toto. Per esempio adesso stiamo già andando verso i ’90 sia come musica che come approccio più intimista e meno defatigante come era quello degli anni ’80. Ma c’è stato un momento in cui c’è stato bisogno di un rinnovamento, c’era la voglia di essere stupiti. Gli anni ’80 nei teenager hanno provocato un sacco di stupore. Se pensi alla prima sequenza del film I predatori dell’arca perduta, sembra di vedere una location di Gardaland. Se lo vedi al cinema sei avvinto e te la porti dietro tutta la vita quell’esperienza. Quando lo ridanno in televisione sei lì pronto per riprovare questo stupore, quest’avventura. per un po’ tutto questo è mancato, è poi l’hanno riportato in vita spesso citando, anche perchè è difficile creare cose nuove.

Sono anni in cui si rideva tantissimo al cinema dai The Blues Brothers ai Goonies. É stato un po’ il decennio della commedia americana, che per carità ha una storia lunghissima che parte nei primi decenni del ‘900. Non so perchè se penso alle commedie di oggi non mi fanno ridere così tanto come quelle degli anni ’80, non riesco a spiegarmi perchè

Il dosaggio secondo me è diverso, nel senso le commedie di oggi o sono diventate più puritane, cioè tolgono ogni cosa che potrebbe dare fastidio alle minoranze il che è giusto idealmente tranne quando va davvero a inficiare un’opera. Dall’altra parte siamo andati oltre da Scary Movie in poi quei film che diventano sempre più grotteschi cominciano a far poco ridere. Negli anni ’80 era tutto dosato col misurino e oltretutto scorrettissimo, se vai a vedere oggi i Goonies o Stand by me che non è una commedia, ci sono ragazzini che dicono parolacce inenarrabili che ora non si potrebbero mai dire.

Voi nel libro dite anche che uno dei film di Natale più visti in Italia “Una poltrona per due” è totalmente unpolitically correct!

Non solo ma non è proprio un film di Natale, c’è un misunderstanding. Sono anni che Italia Uno lo ripropone ma se non sbaglio Dan Aykroyd proprio alla vigilia nel film tenta il suicidio. É scorretto in tutti i canoni, razziale, sociale, sessuale, è tremendissimo però in qualche modo è come se a quei tempi si fidassero più del pubblico. Oggi sembra che il pubblico vada imboccato come se fosse stupido. In più c’è da dire una cosa che gli anni ’80 sono anni con registi super star che facevano commedie come John Landis, Joe Dante. Sapevano fare una commedia brillantissima, far ridere e essere super star, bisogna tornare agli anni ’30 per trovare presenze così forti. Certo c’era Mel Brooks che ha iniziato prima degli anni ’80 ma anche lui in quel decennio ha prodotto i suoi film più famosi.

Una poltrona per due, John Landis

Leggendo il vostro libro stavo pensando che alcuni dei format televisivi che adesso vanno di più come i talent si ricollegano proprio ad alcuni film degli anni ’80 come Flashdance oppure Dirty Dancing, ti sembra un collegamento azzardato?

In realtà è proprio da lì che si parte, calcoliamo che il 90% dei film di cui si parla nel libro sono americani e l’american way of life di quel periodo era partire dal basso per arrivare in vetta, credere nei propri sogni. É proprio il motto perfetto per qualsiasi talent: non importa da dove vieni, non importa chi sei, se hai talento e voglia ce la farai, cosa che sappiamo benissimo non essere vera. Recentemente ho letto un articolo che diceva che La regina degli scacchi una serie tv che è andata fortissimo su Netflix altro non è che un “Rocky” in versione femminile con al posto dei pugni il cavallo in f4. Effettivamente se la guardiamo in prospettiva è una storia di quel tipo.

Ghostbusters, Ivan Reitman

Nel vostro libro c’è anche la categoria “Rewatch” cioè vi siete chiesti quali film sono ancora godibili oggi e quali no, c’è qualche titolo che non è invecchiato bene?

In questo libro parliamo degli anni ’80 con nostalgia ma diamo anche delle bacchettate, volevamo illustrare cosa succede se rivedi uno di quel film oggi, oppure lo fai vedere per la prima volta a chi non l’ha mai visto. Noi diciamo sempre che Tom Cruise è invecchiato meglio di Top Gun, lui sembra sempre un ragazzino. Tutti i film con l’edonismo reaganiano e il “Forza USA” sono invecchiati un po’ male. Per altri ci rendiamo conto oggi che hanno delle sceneggiature tirate coi dadi. Ti faccio un esempio in Dirty Dancing quando si fa male la ballerina del villaggio turistico, invece di prendere una delle tante ballerine di fila che hanno prendono Baby 17enne che non ha mai ballato in vita sua, perchè? Non ha alcun senso. Ci divertiamo anche a demistificare film che hanno fatto la storia e sono sempre nei nostri cuori ma non funzionano più. Le critiche però non sono mai riferite agli effetti speciali, un 14enne di oggi non si lamenta dai pupazzi della Storia infinita perchè la storia è talmente bella che ne rimane rapito.

Dirty Dancing, Emile Ardolino

Voi per i film che analizzate avete creato il termine “comfort movies” i film che ti fanno stare bene

Noi non abbiamo parlato di pandemia, ma c’entra molto in questo libro. Perchè purtroppo quando sei in un momento così brutto hai bisogno di qualche bene di conforto. Questi sono ‘comfort movies’ perchè in una giornata piovosa, in cui non hai visto nessuno, Conte che tra un po’ ti dice che ti chiude in bagno e non puoi più andare in cucina, magari la sera guardi un film che conosci già e ti fa andare a letto con un minimo di serenità.

Film pop anni ’80, Matteo Marino e Simone Stefanini, Becco Giallo edizioni

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