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Fase 2, Firenze riparte: primi turisti in centro, già 380 le prenotazioni agli Uffizi

Ieri code per il primo giorno di apertura degli Uffizi e hanno riaperto anche le storiche botteghe orafe su Ponte Vecchio

Con l’apertura dei confini regionali e quella della Galleria degli Uffizi di ieri entra nel vivo la Fase 2 a Firenze, dove si iniziano a vedere anche le prime presenze turistiche. 
“Firenze è pronta a accogliere visitatori dall’Italia e dall’estero, oggi intanto riaprono gli Uffizi e questo è un bellissimo messaggio al mondo intero” ha commentato il sindaco del capoluogo toscano Dario Nardella. “Progressivamente – ha continuato – stanno riaprendo tutti i musei e il nostro patrimonio artistico. La voglia di ripartire è tanta, nel pieno rispetto ovviamente delle misure di sicurezza che andranno seguite anche in questa fase. Firenze ha tutte le carte in regola per vivere un nuovo Rinascimento. Sappiamo che la situazione da un punto di vista economico è complicata, io per questo non ho mai smesso di chiedere un sostegno importante al Governo per la nostra città, così come ho chiesto supporto al mondo intero, a mecenati che innamorati di Firenze vogliano dare il proprio contributo. Firenze ha bisogno del mondo perché il mondo ha ancora bisogno di Firenze”.

Intanto ieri c’era la coda per la riapertura degli Uffizi: alle 14 è stato il direttore del museo fiorentino Eike Schmidt ad aprire il portone ai primi visitatori.
Alcune persone sono venute per l’occasione da fuori Toscana nel primo giorno di via libera ai viaggi tra le regioni. Tra queste, giovani napoletani, a Firenze per lavoro, che hanno deciso di visitare il museo nel primo giorno di riapertura, una famiglia piemontese e una coppia del Trentino che ha scelto il museo fiorentino come destinazione del primo viaggio fuori regione post lockdown. Tra i primissimi in fila per entrare agli Uffizi anche un giovane storico dell’arte: “Mi mancavano”, ha detto. E due sorelle di Prato arrivate a Firenze per visitare la città e i suoi capolavori.

riapertura-Uffizi
“La rinascita del Paese comincia dall’arte. Quello che parte da Firenze, oggi, con la riapertura del primo museo italiano è un segnale importante e simbolico. Sarebbe bellissimo che il modello di visita e turismo rilassati che si sperimentano qui agli Uffizi in questo particolare momento storico diventi stabilmente il modello per il turismo di domani” ha sottolineato Schmidt.  “Gli Uffizi – ha aggiunto Schmidt – hanno un ruolo di incubatore economico per tutta Firenze e per tutto il Paese essendo il museo più visitato in Italia. Abbiamo perso 12 milioni di euro
in questi 85 giorni di chiusura, ma Firenze in realtà ha perso molto di più per l’indotto mancato”.

E nel giorno della riapertura sono stati circa 380 i visitatori che hanno prenotato l’ingresso agli Uffizi. Poche ore prima, tra le sculture antiche della sala della Niobe della Galleria si era celebrata la cerimonia ufficiale della riapertura alla presenza delle autorità politiche e religiose di Firenze.
Tra loro l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, che nell’occasione ha benedetto il museo così come accadde dopo l’alluvione del 1966.
“In quell’occasione – ha detto Betori – il mio predecessore, cardinale Ermenegildo Florit, benedisse di nuovo gli Uffizi che risorgevano dall’acqua e dal fango. Ripeto questo stesso gesto nella consapevolezza che la benedizione è qualcosa che accomuna tutte le nostre religioni monoteiste, nel senso che l’umano è abitato dal divino”. 

Firenze deserta

E ieri hanno riaperto per la prima volta le storiche botteghe orafe su Ponte Vecchio, dopo molte settimane di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19.
“Oggi hanno riaperto tutti in modo simbolico, ma domani alcuni negozi però non apriranno”, spiega Giuditta Biscioni, presidente dell’associazione Ponte Vecchio. “Sono entrati clienti? Solamente fiorentini, per quanto mi riguarda no. Stamani c’era un po’ di movimento per la curiosità della riapertura di Ponte Vecchio, nel pomeriggio pochissima gente”, aggiunge . “Diciamo – sempre Giuditta Biscioni – che è’ stato un po’ strano perché abbiamo riaperto in assenza di turismo. Noi, il Ponte Vecchio, negli anni, non lo abbiamo mai visto vuoto” come in questo momento. Comunque “abbiamo dato un segnale a Firenze, bisogna aver fiducia, ci abbiamo messo del nostro. È stato un voler partecipare a questa giornata, ma da domani non tutti saranno di nuovo aperti” come prima. “Da domani – conclude – riparte la problematica vera, ovvero il non aver futuro finché non torna il turismo. La giornata di oggi è stata emozionante ma, in fondo, anche triste”.
L’assessore al commercio di Palazzo Vecchio Federico Gianassi li ha incontrati: “Era una ferita aperta vedere chiusi gli orafi di Ponte Vecchio, uno dei simboli di Firenze in tutto il mondo – ha scritto su Fb -. Oggi molti di loro hanno riaperto e io sono andato a salutarli. Ci siamo lasciati alle spalle mesi difficilissimi, ne avremo altri molto duri da affrontare insieme. Ma siamo tutti impegnati affinché Firenze torni a splendere. Noi non ci arrendiamo”. 

 

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