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“Firenze sotto vetro”, film corale sulla città in quarantena

Firmato da Pablo Benedetti e Federico Micali, il film si compone di decine di video-racconti dei fiorentini, realizzati negli ultimi quattordici mesi, nel corso dell’emergenza sanitaria. Il film sarà in programma dal 6 all’11 maggio a La Compagnia di Firenze, prima della distribuzione nazionale e internazionale

Firenze - © Sebastian B, Unsplash

Il racconto della vita dei Fiorentini nel corso degli ultimi quattrodici mesi, a confronto con una delle più importanti pandemie a memoria d’uomo, è al centro del nuovo film di Pablo Benedetti e Federico Micali, Firenze sotto vetro. Un film corale, composto dal collage di decine di filmati amatoriali – realizzati con gli smartphone o telecamere non professionali – dagli abitanti di Firenze. Una Firenze deserta, spettrale, immersa nel silenzio come non mai, in una dimensione senza tempo, nella quale il volto della consueta vitalità produttiva, sociale, turistica è magicamente e improvvisamente scomparso. Filmati di una quarantena mai conosciuta prima d’ora, videodiari di chi, chiuso nelle quattro mura domestiche, ha lanciato un messaggio in bottiglia, per far sentire la propria presenza e la voglia di ripartire.

Sono stati 1600 i video pervenuti alla produzione, Malandrino Film e 011Films, visionati e selezionati dai registi, fino a comporre il film che sarà in programmazione al cinema La Compagnia di Firenze, dal 6 all’11 maggio, per poi tentare una distribuzione nazionale e internazionale.

“Dall’inizio di questa quarantena – ha affermato Federico Micali – mi sono ripetutamente chiesto quale potesse essere il modo migliore per raccontarla: ho preso in esame tutta una serie di storie, di professioni e di realtà che fossero in grado di rispecchiare il periodo che stavamo vivendo nel nostro microcosmo cittadino. Piano piano mi sono reso conto che quello che cercavo si allontanava dall’idea narrativa e filmica che sono abituato ad affrontare, per avvicinarsi a quella del social film-making: la realizzazione di un documentario in cui tutti possano diventare protagonisti del processo creativo. Specialmente in un momento in cui la condivisione di immagini e di esperienze attraverso il web è un denominatore comune del distanziamento sociale”.

“Ho percepito subito – ha aggiunto Pablo Benedetti – il bisogno come persona di fare qualcosa, e ciò che so fare meglio, credo, è raccontare storie. In questo caso si è trattato più di descrivere una storia. Un’esperienza diversa in qualità di autore, affascinante e con enorme sfida da regista e produttore: il lato umano è quello che mi motiva di più, ascoltare, leggere e filtrare la vita di tante persone, prenderle come un dono da restituire in un racconto unico e condiviso. Il mio compito, durante un anno unico di emergenza globale, è stato creare un museo di immagini, che rimarranno nella storia per tutti”.

Un film coraggioso, Firenze sotto vetro, dal momento che non era così scontato dare organicità ad un racconto composto da tanti frammenti, quelli che generalmente compongono un film collettivo. Ma i registi fiorentini ci sono riusciti e hanno ricostruito con pazienza certosina la parabola di un periodo di quarantena generale, iniziato all’insegna della solidarietà, con le persone che suonavano, giocavano a tombola e applaudivano dalle finestre, intonando l’inno di Mameli; proseguito con l’ottimismo di avercela fatta la scorsa estate; poi l’arrivo della seconda ondata, le nuove paure, le proteste di piazza; infine la convivenza con il coronavirus. Il resto è la cronaca della nostra vita quotidiana. Una vita che deve ancora fare i conti con una pandemia di enormi dimensioni: una guerra contro un nemico invisibile, quasi più crudele di una guerra combattuta con le armi in braccio, perché colpisce all’insaputa le persone, come il più cinico dei cecchini. Non a caso nel film ritorna la canzone “Bella ciao”, per ricordare a tutti che quella che stiamo combattendo, per certi versi è una vera lotta di Resistenza.

 

Firenze sotto vetro, realizzato con il patrocinio del Comune di Firenze, il sostegno di Toscana Film Commission nell’ambito del programma Sensi contemporanei Toscana per il Cinema e la mediapartnership di Lady Radio e PS Comunicazione, ha anche una valenza sociale: gli utili e una parte dell’incasso realizzato a La Compagnia, andranno a sostegno dei lavoratori dello spettacolo attraverso un bando che sarà pubblicato da Malandrino Film entro dicembre 2021.

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