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Giornata nazionale del gatto: cinque curiosità che riguardano la Toscana

Letterati, pittori, poeti, musicisti hanno avuto gatti come compagni di vita e di meditazione, testimoni e spesso ispiratori di capolavori che oggi ammiriamo e che senza di loro non sarebbero mai venuti alla luce

Gatti - © Raffaella Galamini

Il 17 febbraio si festeggia in Italia la Giornata nazionale del gatto.

Il gatto non è solo un animale affascinante e di grande bellezza, ma da migliaia di anni ha affascinato la mente umana attraversando il tempo e lo spazio e dando vita a miti, leggende, religioni, culture, poesie e canzoni che hanno visto nel felino l’incarnazione di potenze misteriose.

Letterati, pittori, poeti, musicisti hanno avuto gatti come compagni di vita e di meditazione, testimoni e spesso ispiratori di capolavori che oggi ammiriamo e che senza di loro non sarebbero stati fatti. Ecco cinque curiosità che forse non conoscevate sui gatti legate alla Toscana.

Gatti, Leonardo Da Vinci

La Madonna del gatto di Leonardo da Vinci

Leonardo Da Vinci come molti artisti prima di lui è rimasto affascinato dal gatto tanto da dichiarare: “anche il più piccolo dei felini, il gatto, è un capolavoro”.

Lo ha spesso disegnato nei suoi molteplici e vivaci movimenti e nei suoi anni giovanili ha realizzato un disegno chiamato la “Madonna del gatto”.

Il disegno oggi conservato al British Museum di Londra rappresenta un bambino e una mamma che giocano amorevolmente con un gattino. Il foglio non è l’unico  esistente, ve ne sono anche altri sparsi nel mondo con lo stesso soggetto.

Nella leggenda attorno alla leonardesca Madonna del gatto si inserisce un episodio curioso. Nel 1939 una tavola, abilmente invecchiata e dipinta in stile leonardesco, fu presentata a Milano, alla Triennale, a Palazzo Sforzesco; ma fu subito ritirata e sparì dalla circolazione.

I giornali del tempo gridarono al ritrovamento eccezionale, avallato dal direttore della mostra, Giorgio Nicodemi che l’aveva riconosciuta come autentica. Si trattava invece di un falso, confezionato ad arte dal pittore genovese Cesare Tubino, alla cui morte, il 3 ottobre 1990, si seppe che questa Madonna del gatto era appesa nella sua camera da letto. Confessò nel testamento la sua trovata.

La Madonna della gattaiola a Montemerano

La Madonna della gattaiola è un dipinto risalente alla metà del XV secolo, che si trova nella chiesa di San Giorgio a Montemerano, frazione del comune di Manciano, in provincia di Grosseto.

L’opera è attribuita ad un artista locale anonimo, tradizionalmente noto come Maestro di Montemerano. La Madonna oggi conservata all’interno di una teca in vetro ha questo nome per la presenza di un foro circolare nella parte inferiore destra che permetteva il passaggio dei gatti attraverso la porta sulla quale è dipinta.

La storia questa: un giorno la porta della cantina si ruppe e così il parroco usò un frammento dell’annunciazione per realizzarne una nuova.

Nella cantina lì accanto si conservavano formaggi, frutta, salumi ed era necessario un gatto per scacciare i topi. Così il prete che doveva essere un uomo molto pratico fece un foro per permettere ai felini di entrare e uscire in libertà.

Madonna della Gattaiola

L’Accademia dei Gatti Magici a Fiesole

Non tutti sanno che a Fiesole esiste un’istituzione che si chiama “Accademia dei Gatti Magici” fondata nel 1992 dal compianto Giordano Alberghini, la cui presidente è la scrittrice Marina Alberghini.

L’Accademia dei Gatti Magici è l’unica associazione al mondo che promuova la cultura del gatto, ossia la presenza di un animale unico nella storia della cultura di ogni tempo, non solo occidentale ma anche americana ed asiatica.

“L’Accademia dei Gatti Magici – si legge nello statuto – si rivolge a tutti coloro che aspirano a un più armonioso adattamento all’universo di quello consentito dalle comuni banali attività di tutti i giorni, agli esteti, ai filosofi, a coloro che amano la bellezza, l’arte, il pensiero libero. Che interpretano la vita come un gioco. Che trovano nella grazia e superiorità di questo essere, nella sua filosofica armonia, nella sua decorativa presenza, il compenso e la sola giustificazione ad amarlo, senza abbassarsi a contrattazioni. Perché tutto questo non ha prezzo. A tutti coloro che sono, in fondo, un poco gatti.”

Il motto dell’ Accademia è la frase che Lorenzo Il Magnifico volle nel Giardino di san Marco, dove operavano artisti come Michelangelo: “Per Scienza, per Bellezza, per Piacere.”

I gatti di Margherita Hack

“C’è chi sogna di incontrare gli extraterrestri e non ha mai avuto un cane o un gatto e non sa che cosa ha perso, di quanto affetto e intelligenza sono capaci. Non conoscere e non amare gli animali è una grave perdita per la nostra stessa vita e felicità” diceva Margherita Hack.

La grande astrofisica nata a Firenze in via delle stelle ha sempre vissuto circondata da tanti gatti, alcuni erano figli di altri gatti e altri erano trovatelli che lei amava portare con sé e accudire insieme al marito.

Tra i suoi a-mici più cari si possono annoverare: Ciompa, Cirilla, Smeraldina, Fiocchino, Melchiorre, Trappola, le due gattine Jenny e Luna e il “mitico” Ciccino il gatto da lei più amato.

Ciccino è protagonista di una storia che la Hack ha raccontato spesso: durante la seconda guerra mondiale, quando il cibo scarseggiava, un gatto riuscì a entrare in casa di un federale e a rubargli un pezzo di pecorino. Con quel pezzo di formaggio in bocca più grande di lui riuscì a scappare ma per strada si accorsero di lui. La piccola Margherita Hack, a quel punto, dovette restituire il pezzo di formaggio.

Per tutta la vita, dall’infanzia fino ai primi studi di astronomia i pelosi le hanno fatto compagnia standole accanto durante le sue ricerche.

Addirittura si narra che Margherita sia stata mamma adottiva di un’intera colonia di gatti nata e cresciuta con lei all’Osservatorio Astronomico di Trieste nota come “i gatti di Margherita”. Questi gatti popolavano ogni posto dell’Osservatorio, dagli alloggi degli astrofisici, ai giardini, corridoi e uffici.

Cat in grass di Sebastiano Ranchetti

I gatti “pop” di Sebastiano Ranchetti

I gatti di Sebastiano Ranchetti ti guardano, sbadigliano, si stirano, non hanno paura a fissarti negli occhi, sono alteri e sfrontati.

Sebastiano Ranchetti in arte “Pop Design” è grafico, illustratore e artista fiorentino, il cui lavoro nasce da un viscerale amore per gli animali e da una vita condivisa con decine di cani, gatti, uccelli e altre creature domestiche che si è tradotto in immagini decorative di grande impatto visivo e cromatico, tra il giocoso e il raffinato.

Ranchetti è un moderno “San Francesco” che ha lavorato a lungo come grafico editoriale nel settore dei libri divulgativi per bambini per case editrici come De Agostini, Giunti, Mondadori. 

I suoi gatti coloratissimi hanno fatto il giro del mondo apparendo anche dentro importanti antologie dedicate all’arte dei gatti.

“Quando guardo un animale negli occhi, ho la consapevolezza di non essere migliore di lui – ha scritto l’artista sono natura, vivo”

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