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Glassboy, un film per ragazzi che fa emozionare il pubblico di tutte le età

Loretta Goggi, Giorgio Colangeli, Giorgia Wurth, insieme ai bambini  Andrea Arru, Rosa Barbolini, Stefano Trapuzzano, Gabriel Mannozzi De Cristofaro e Mia Pomelari, sono protagonisti del film firmato dal regista toscano Samuele Rossi, dal 1° febbraio sulle principali piattaforme in streaming

Film Glassboy - © foto produzione del film Glassboy

In uscita il film Glassboy, del regista toscano Samuele Rossi

Uscirà il primo febbraio sulle principali piattaforme in streaming, on demand (Sky Primafila, Google Play, Infinity, Apple tv, Chili, Rakuten Tv, The Film Club, Io resto in Sala e su Più Compagnia) il film Glassboy, firmato dal regista toscano Samuele Rossi, con una produzione anche questa toscana, la pratese Solaria film, con Rai CinemaPeacock Film e WildArt Film, in collaborazione con Minerva Pictures Group, il contributo del MiBACT – Direzione Generale CinemaEurimages e Creative Europe e il sostegno di Toscana Film Commission nell’ambito del programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema.

Nel cast un’inedita Loretta Goggi nel ruolo di una apprensiva e dispotica nonna, Giorgia Wurth, Massimo De Lorenzo, Giorgio Colangeli, David Paryla e il giovanissimo Andrea Arru nei panni del protagonista Pino, insieme ai bambini Rosa Barbolini (Mavi), Stefano Trapuzzano (Ciccio), Gabriel Mannozzi De Cristofaro (Domenico), Mia Pomelari (Mei Ming).

Glassboy, liberamente ispirato al libro di Fabrizio Silei, vincitore del Premio Andersen, Il bambino di vetro, si pone nel solco della cinematografia internazionale per ragazzi – come ha affermato il regista – costellata da grandi classici del genere, da I ragazzi della via Pal, a Pippi Calzelunghe, fino a La guerra dei bottoni: grandi successi che in comune con il nuovo film in uscita hanno il racconto della fragilità e delle paure di chi si affaccia alla vita, dei più piccoli, che devono trovare il coraggio per affermare il proprio posto nel mondo e ci riusciranno nei più disparati modi.

La trama

Glassboy racconta la storia di Pino, un ragazzino malato e fragile, che vive chiuso nella propria stanza, senza poter avere amici o poter andare a scuola, che grazie ad una serie fortuita di avvenimenti riuscirà ad entrare a far parte degli “Snerd”, piccola band di suoi coetanei. Amato da genitori apprensivi e oppresso dalle eccessive preoccupazioni della nonna (che ha perso il marito a causa della sua stessa malattia) e dal burbero precettore, una volta superata la paura di affrontare il mondo oltre la propria cameretta, Pino riuscirà finalmente a trovare la sua strada grazie all’aiuto e all’affetto dei suoi amici. Il film è giocato su un doppio registro, della realtà e della fiaba, raccontando una storia nella quale il pubblico si possa riconoscere, ambientata nella contemporaneità, ma portando al tempo stesso lo spettatore sul piano del fantastico. E a vincere, come nelle più belle fiabe a lieto fine, saranno la libertà e l’amicizia.

Samuele Rossi, dopo la sua attività di documentarista (La memoria degli ultimi, Indro. L’uomo che scriveva sull’acqua) e il suo primo lungometraggio di finzione, La strada verso casa, va a esplorare il terreno molto poco battuto in Italia del cinema di genere, dedicato all’infanzia, che nella storia del cinema internazionale ha visto la realizzazione di veri capolavori, d’animazione o in live action, per la maggior parte trasposizione di grandi classici della letteratura.

Glassboy raccoglie il testimone del grande cinema per i più piccoli

Sia il produttore Emanuele Nespeca – che ha negli anni giovanili lavorava nel teatro per ragazzi – che il regista, hanno dichiarato alla stampa di avere da tempo il sogno nel cassetto di realizzare un film che parlasse ai più piccoli. Uno dei protagonisti, Giorgio Colangeli, ha dichiarato di aver iniziato proprio dal teatro per ragazzi e di essere ben lieto di aver partecipato ad un film che parla con onestà ai bambini, con il linguaggio della magia e delle fantasia, mentre di solito – ha affermato – “l’infanzia è strumentalizzata dalle fiction e dai film italiani, nei quali si vedono bambini insolitamente abbandonati dalle famiglie e che parlano un linguaggio da adulti, che non appartiene loro”. Anche Loretta Goggi, che sta conoscendo un nuovo successo al cinema (la sua ultima partecipazione nel film Ritorno al crimine, di Massimiliano Bruno, in attesa di uscita), ha dichiarato di aver molto amato girare questo film, avendo instaurato un bel rapporto con i bambini protagonisti, che l’hanno fatta sentire un po’ insolitamente nonna. “Agli inizi della mia la carriera – ha dichiarato Loretta Goggi – la televisione pubblica trasmetteva sceneggiati per “La Tv dei ragazzi”, che facevano crescere i giovani spettatori, poi negli anni queste produzioni non sono più state realizzate. La televisione e il cinema dovrebbero porre più attenzione nel formare il pubblico del futuro. Mi auguro che questo film possa riposizionare il cinema italiano, in termini di qualità”.

In effetti il film raccoglie il testimone dei grandi classici del cinema per ragazzi e dimostra di averne la stoffa. L’universalità della storia raccontata – simbolica delle fragilità che appartengono a tutti negli anni di formazione – le location utilizzate – tutte molto belle, tra Toscana, Liguria, Calabria, la Svizzera e l’Austria – ma non connotate geograficamente, sembrano dimostrare la vocazione e l’ambizione di Glassboy ad essere un film destinato al pubblico internazionale, sulla scia non tanto degli sceneggiati della Rai in bianco e nero, quanto dei film hollywoodiani di grande successo del genere, da E.T l’extra-terrestre, di Steven Spielberg a Ritorno al futuro di Robert Zemeckis, con le dovute proporzioni in termini di grandezza della macchina produttiva.

Era già da un anno che il film era in attesa di uscita, nella speranza che l’emergenza sanitaria terminasse, consentendo la riapertura delle sale, perché sia il produttore che il regista continuano a credere molto nella visione in sala, dove la magia delle immagini è sottolineata dalla magia del grande schermo. Ma chissà se proprio l’uscita in streaming e le potenzialità del Web non possano contribuire a dare al film l’audience internazionale che ambisce e merita di avere: per il coraggio della produzione, l’impegno di un regista rigoroso, la bravura degli attori professionisti, la simpatia dei giovanissimi attori, le location e i costumi azzeccati, le musiche originali di Giuseppe Cassaro veramente notevoli, un ritmo che regge, fino alla fine, e che porta lo spettatore a fare il tifo per Pino e la banda degli Snerd, dimostrando di saper emozionare il pubblico di tutte le età.

Il film ha già ricevuto il premio Miglior Film Europeo per Ragazzi al PÖFF. Tallinn Black Nights Film Festival ed è stato presentato in anteprima italiana, con successo, al Giffoni Film Festival, winter edition, come unica opera italiana in concorso.

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