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Gli Uffizi Diffusi in “trasferta” ad Anghiari per raccontare il mestiere delle armi

Il progetto Terre degli Uffizi arriva nella città della celebre battaglia raffigurata da Leonardo, con una mostra che ha al centro il ritratto del principe e condottiero Federico da Montefeltro, alleato e parente di famiglie nobili del comune della Valtiberina

Il progetto Terre degli Uffizi realizzato da Gallerie degli Uffizi in collaborazione con la Fondazione CR Firenze dopo aver “viaggiato” nel castello dei Conti Guidi a Poppi e a San Godenzo arriva a Anghiari sede del museo che conserva i disegni della celebre battaglia di Leonardo Da Vinci. 

La mostra “La civiltà delle armi e le Corti del Rinascimento” che sarà aperta fino al 6 gennaio 2022 ha l’obiettivo di raccontare la trasformazione durante il Rinascimento di una parte dei notabili del luogo, da guerrieri e combattenti in cortigiani eruditi e amanti della cultura.

La città di Anghiari, infatti, in questo periodo fornì uomini d’arme fedeli a vari eserciti delle Signorie italiane, la cui nobiltà era spesso imparentata con quella della cittadina toscana. Il corredo di un combattente all’epoca già rappresentava un investimento e le virtù militari si celebravano sempre richiamandosi ai valorosi condottieri dell’antichità.

Dunque, il mestiere delle armi era appannaggio di classi sociali alte, con forti interessi culturali e conoscenza del valore delle opere d’arte. La rassegna ruota dunque intorno ai personaggi storici legati ad Anghiari che si impegnarono ad ‘evolversi’ da cavalieri e soldati in cortigiani.

Le opere in mostra ad Anghiari

Sarà protagonista della mostra anghiarese il duca Federico da Montefeltro, sarà esposto il suo ritratto appartenente alla famosa collezione gioviana degli Uffizi, commissionata nel Cinquecento da Cosimo I dei Medici a Cristofano dell’Altissimo.

In mostra anche due tabernacoli lignei quattrocenteschi, che questi personaggi utilizzavano per la loro devozione privata presso le loro dimore, o nelle cappelle di famiglia nelle chiese. Anche i soldati e i condottieri avevano la necessità di pregare e invocare la protezione divina. E, sempre a proposito di armi e battaglie, sono stati inviati dagli Uffizi anche il ritratto di uomo in armatura di scuola francese cinquecentesca e due tele con “Scene di Battaglia” del pittore Jacques Curtois detto il Borgognone, specialista di questi soggetti, poste in dialogo con la nota incisione di Gérard Edelinck dalla copia di Rubens dal perduto cartone di Leonardo per la Battaglia di Anghiari.

Non bisogna dimenticare infatti quanto la notorietà di Anghiari si leghi alla battaglia combattuta il 29 giugno 1440 tra le truppe milanesi dei Visconti e la coalizione guidata dalla Repubblica fiorentina insieme a Venezia e allo stato Pontificio, che vinse contro Milano. La stessa battaglia che Leonardo fra il 1504 e 1505 fu chiamato a rievocare nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Quella vittoria, così importante per le contese politiche dell’Italia di allora, segnò il destino della città dell’alta Val Tiberina, condizionandone in profondità il tessuto sociale.

“La mostra di Anghiari – ha sottolineato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – è l’occasione per dare valore alla ricerca scientifica, che continua a dare frutti e a produrre scoperte anche su temi e periodi ben noti. Ed è un’opportunità straordinaria per scoprire il tessuto sociale e culturale dell’Italia del Rinascimento, dove feroci condottieri – come Federico da Montefeltro – potevano tornare a casa dopo le loro campagne sanguinarie e vestire i panni dell’umanista illuminato, coltivare studi letterari e filosofici, commissionare opere d’arte sublimi, stabilendo allo stesso tempo attraverso le arti e le lettere un’altra forma di competizione – virtuosa – con i signori degli altri Stati. Guerra e Pace si intrecciano mirabilmente nell’iniziativa anghiarese: nei ritratti e nelle opere esposte rivivono personaggi legati alla Valtiberina, con le loro aspirazioni militari e i loro interessi intellettuali che hanno forgiato per sempre il carattere di questo territorio solenne e splendido”.

 

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